sabato 19 novembre 2011

esperienza e povertà

Tratto da Experiece et pauvreté, di W.Benjamin, 1936

L’esperienza ha perso valore a partire dalla guerra del 1914-’18. L’esperienza comunicabile de bouche a oreil. Les gens sont de moins en moins capables de “prendre la parole” et de raconter une histoire devant une assemblée qui écoute. Con la premiere guerre mondiale s’acheve la possibilité et la capacité de comuniquer l’experiences. On devient plus pauvres en experiences comuniquables. Gli uomini tornano muti dalla guerra. Talmente è grande e profondo il trauma. Una nuova povertà si è abbattuta sugli uomini con l’estensione mostruosa della tecnica (vedi approfondimenti in: Ivan Illich; Gunter Anders et alii). E dall’altro lato di questa povertà, si sviluppa la ricchezza opprimente di idee che filtrano nelle persone – o piuttosto che si impossessano di loro – attraverso il risveglio dell’astrologia e della saggezza yoga, della christian science e della chiromanzia, del vegetarianismo e della gnosi, della scolastica e dello spiritismo.

Il cianciare di stili e visioni del mondo nel secolo scorso (1800 perché B. scrive negli anni ’30 del XX secolo) ci ha reso troppo evidente fino a che punto questo patrimonio può indurci quando l’esperienza è finta, non vissuta personalmente e fino in fondo o deprivata di senso se noi non riusciamo ad attribuire un valore al riconoscimento della nostra povertà. Tutto ciò ci conduce a una nuova forma di barbarie. Ma barbarie positiva. Ricominciare da capo, riuscire con poco, ricostruire con poco. Ci sono esempi tra i grandi creatori, spiriti implacabili che prima di tutto, fanno tabula rasa. Descartes (Cartesio), Einstein…Paul Klee. Cosa significa? Disillusione completa nei confronti della nostra epoca, ma anche rivendicazione senza riserve di essa, ecco cosa significa.Brecht diceva che “il comunismo non è la distribuzione della ricchezza, ma della povertà”.

Poi arrivamo anche a P. Scheerbart.

Povertà di esperienza in che senso?
Non pensiamo che gl uomini abbiano bisogno di una nuova esperienza. No, al contrario, devono liberarsi dell’esperienza. Esempi: gli anni ’70 in Italia, l’emigrazione italiana….Sono esperienze di cui ognuno di noi deve liberarsi ascoltando o raccontando quelle esperienze. Penso al monologo teatrale Italiani Cingali di Mario Perrotta o Fra pochi giorni è Natale di Antonio Carletti (strage di Piazza Fontana), o Il racconto del fiume rubato di Andrea Pierdicca e Federico Canibus (lotta popolare secolare contro l’ACNA di Cengio), ma anche ad altri racconti, il libro Tutti dicono Germania Germania di Stefano Vilardo, Milano Corea di Franco Allasia e Danilo M. Tutte le lotte popolari, le occupazioni delle case, le autoriduzioni degli anni ’70: non è nostalgia volerle ricordare e raccontare, è bisogno di liberarsi di quelle esperienze elaborandone il trauma attraverso il racconto vivo, vero, di narrazione teatrale, per restare in tema. Quell’esperienza è negata, repressa, fin quando non è raccontata.

Gli uomini aspirano a un ambiente nella quale possano valorizzare la loro povertà in modo puro ed esplicito – povertà esterna e interiore – in modo tale da far uscire qualcosa di importante.

(..)Non sono neanche sempre ignoranti o inesperti. Potremmo dire il contrario: hanno “divorato” tutto, la “cultura” e gli “uomini”, e ne sono rimasti stanchi e sfiniti.

Voi siete così stanchi – e questo soltanto perché non concentrate tutti i vostri pensieri su un livello molto semplice ma grandioso.

Un grande narratore affonderà sempre le radici nel tessuto popolare, e prima di tutto negli strati sociali formati da artigiani.

Per me questa cosa è commovente perché tutti e due i miei nonni erano artigiani, sarti per la precisione.
Questi brevi appunti presi a Bruxelles a fine ottobre dopo aver comprato il libro Experience et pauvreté di W. Benjamin, che contiene il breve saggio Le conteur, vogliono essere uno spunto di riflessione sul senso della narrazione orale e teatrale o teatro di narrazione. In italiano esiste Il narratore, saggio breve singolo pubblicato da Einaudi recentemente. Queste brevi riflessioni esplicitate a Genova il 17 novembre prima di iniziare il racconto Alla Maddalena (Casa Occupata via giustiniani) vorrebbero trovare altri fili di approfondimento tra Italia Francia e Belgio e Africa e altri paesi, chi più ne ha più ne metta. L’inizio di questa riflessione è dovuta alla scoperta del testo di Olivier Favier (traduttore di Celestini in francese) che ha scritto una sorta di “manifesto del théatre recit o di narrazione in Italia. Quel testo è in francese e sto pensando di tradurlo. Nel frattempo, visto che citava Marco Baliani che a sua volta si riferiva a W. Benjamin, e isto che c’era scritto che il sostrato a volte inconsapevole del teatro di narrazione italiano è costituito dal testo Le conteur di Benjamin, e io sono andato a comprarlo! Ed eccoci qua, a Pavia! Al Bar Sottovento, lu suli lu mari lu ientu! A.

giovedì 27 ottobre 2011

Black block per un giorno



Cosa c'é dietro i servizi di la Repubblica sui Block block? Già la foto di I pagina de la Repubblica del 21 ottobre 2011: e anche il titolo: "Pianeta Black block: ecco chi sono i violenti delle piazze". La foto di uno con la maglietta che gli fascia e nasconde il volto, sembra una foto scattata in Palestina o addirittura una donna araba, afghana,colvelo nero, che gli copre la faccia tranne gli occhi. Magari é uun dettaglio, ma forse é calcolato: la prima cosa che pensiamo: talebani? Magari é un dettaglio anche quello, ma la scrittura "Pianeta" a indicare un mondo vasto, enorme...ma andiamo al sodo: i black block esistono, sono un pianeta, hai voglia di fare. Pero' fin dalle prime righe del servizio qualcosa non quadra: "Sono poco meno di 2000. Il fondo della bottiglia"(...)Possono esere insospettabili. Sotto la felpa si sono scoperti anche funzionari di prefettura o impiegati modello. Calano il casco sul volto come i passamontagna negli anni '70". Attenzione a certi riferimenti e a certe parole. "Nell'elenco puo' capitare qualche ex della lotta armata finito sulle barricate per nostalgia". A parte tutto, queste righe mi fanno venire una gran voglia di ridere. Ridere dei clichés, delle banalità superficiali, e piangere per i livelli bassi del giornalismo italiano. Come minimo, un buon giornale e un buon giornalista avrebbero fatto un reportage, parlato con qualcuno che ha partecipato alle più recenti manifestazioni. Questa mancanza basterebbe a invalidaremolte delle parole di un servizio del genere. Ma l'intento di questo servizio é quello di confondere le acque, stornare l'attenzione dai veri noccioli delle questioni. E, ovviamente, a vendere qualche copia in più. Ma andaimo avanti nell'analisi. Facciamo finta che Griseri (Paolo) e Viviano (Francesco), autori di questo servizio, siano giornalisti seri, del resto scrivono per la Repubblica. Quindi un po' di credito glielo diamo. Fino a quando...



Quando si parla di una mappa (e c'é anche disegnata) si raggiungono punte di retorica quasi "poetica", per non dire "luoghi comuni fatti a forma di bigné". Molti black block, secondo loro, provengono (come fanno a stabilire una residenza, secondo loro "vivono nei centri sociali e nelle curve degli stadi") dal Lazio, Campania e Abbruzzo. "Non é strano osservare che le regioni dell'estremismo nero sono quelle dovel'eredità del fascismo é ancora forte". E vai con la confusione a go go. "E poi la Calabria dei "boia chi molla" e l'Alto Adige degli attentati irredentisti degli anni Sessanta". E poi "la Toscana con la tradizione centenaria del movimento anarchico di Livorno" E' come dire tutto e niente, rievocazioni storiche! riferimenti a tordimé, o a la sampaso', come direbbe mio nonno. poi si va all'indagine: "Nel fondo della bottiglia - racconta chi indaga - ci si puo' entrare anche occasionalmente. Black block per un giorno, gente che, arrestata, dice "passavo, ho visto che c'era casino e mi sono aggregato". Questo é un capolavoro! Vi immaginate uno che esce di casa per fare la spesa, a un certo punto vede un po' di "casino", si avvicina, e visto che c'é, dice: to', quasi quasi mi aggrego, e comincia a spaccare vetrine di una banca e a tirare pietre ai poliziotti! "Spesso sono ultras che hanno fatto allenamento nelle curve degli stadi". A sto putno, prima di andare avanti, viene da fare una domanda e un esercizio di pulizia mentale. E' chiaro che queste parole sono fango e mortadelle negli occhi tirate sulle facce di chiunque le legga. Quindi viene da chiedersi cosa vogliano nascondere col fango e le mortadelle (i giornalisti, il giornale, gli editori, i partiti che li finanziano, gli industriali che pagano le pubblicità). per esempio, dovrebbero venire alla mente tutte le realtà che ci stiamo dimenticando leggendo questo articolo. Allora facciamo un gioco: quanti servizi di approfondimento dovremmo chiedere, per compensare il fango e le mortadelle? Cosi, a braccio, me ne vengono una manciata:

1) un servizio sui lacrimogeni usati in Val di Susa il 3 luglio ma anche a Genova nel 2001 e in molti stadi di molte domeniche, i lacrimogeni CS vietati dalla Covenzione di Ginevra del 1991.

2) un servizio sulla militarizzazione della Val di Susa a partire dal 3 luglio 2011

3) un servizio sulla videosorveglianza nelle città e promuovere un gesto di indignazione periodico: tutti con i passamontagna un giorno alla settimana, tutti o un gruppo di persone, anche una persona sola andrebbe bene, a turno, per denunciare l'eccesso di videosorveglianza degli ultimi anni). Ma andiamo avanti con il viaggio nel Pianeta black affidandoci ai nostri "condottieri" pennivendoli. "Ma state attenti", dicono gli investigatori, "a non cercarli lontano da casa. Molti black block sono l'altra faccia del movimento: dottor Jackille Mister Hide, persone che a metà di un corteo lasciano la bandiera per impugnare l'estintore" Io a questo punto farei un minuto di silenzio per la morte dell'onestà professionale, della professione del giornalista ovviamente. Che dovrebbe andare a verificare le fonti, a capire di cosa sta parlando ecc. "Non hanno una identità definita, nati dalla rabbia e dai tam tam del web. Movimenti contenitore nei quali si finisce per accettare chiunque perché nessuno é titolato a selezionare chi partecipa sulla base di un programma, di una ideologia" Ora ci mettiamo a fare anche le radiografie politiche? In Francia c'é un provvedimento per introdurre a scuola il Fichage o esame biometrico o qualcosa del genere, sarebb interessante un servizio su questo tema: come penitenza per Griseri e Viviano. "Chiunque -, dice l'investigatore, ha un buon motivo per indignarsi per qualcosa" (che é come dire: chiunque mangia perché ha fame!)



Non si finisce mai di stupirsi ridere e amareggiarsi per le "trovate"é di questi "giornalisti" (giocolieri?) "supportati dall'invetigatore". Cosa da fare un racconto teatralizzato. "Non di rado", dice l'investigatore, "tra coloro che il giorno dopo deploravano la violenza abbiamo individuato alcuni di quelli che il giorno prima ci assaltavano tirandoci le molotov". E continuano: "Perché tra i nuovi cattivi e i vecchi movimenti puo' scattare anche un patto di mutuo soccorso", si legge in una recente relazione dell'intelligence. "Tra i manifestanti della Val di Susa, pur contrari alla violenza, é sempre più diffusa la consapevolezza che la disponibilità all'azione mostrata dalle componenti dell'antagonismo estremo possa rivelarsi funzionale agli scopi della protesta contribuendo a dare spessore e visibilità alle istanze del movimento". la lotta Notav sarebbe "un'occasione ghiotta per gli uomini della black list" e cio' "e' dimostrato da un grave episodio avvenuto nel 2007 quando la magistratura arresto' alla periferia di Torino Vincenzo Sisi, un sindacalista vicino ai CARC, Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo. Nel giardino di Sisi venne trovato un kalashnikov e in casa sua alcuni volantini e documenti sulla battaglia Notav. Un tentativo abbastanza maldestro per provare a mettere il cappello su una lotta che all'epoca non praticava la violenza" Il Kalashnikov nel giardino mi fa troppo ridere perché vi immaginate uno che arriv a una colgionaggine tale da tenere un kalashnikov nel giardino? magari ce l'ha messo qualcuno per montare il caso? Invece mi perplette molto la frase "che all'epoca non praticava violenza?" Ma se nel dicembre del 2005 in Val di Susa migliaia di persone rioccuparono l'area del cantiere di Venaus! E anche allora si parlo' di anarcoinsurrezionalisti infiltrati nel movimento; e la più bella risposta dei valsusini fu una foto di una signora anziana su una sedia a rotelle che partecipava a un corteo Notav e sulle gambe teneva un cartello con su scritto "SONO UNA ANARCOINSURREZIONALISTA" (quella foto ha fatto il giro del mondo sul WEB).



A proposito della manifestazione di domenica 23 ottobre 2011 in VAl di Susa per tagliare le reti del cantiere inesistente, scrivono i Nostri: "Finoa che punto l'ala dura dei balck bloc deciderà di alzare il livello dello scontro? "Vogliono sfidarci, dice l'osservatore dell'intelligence. Ed é possibile che domenica provino a dimostrare la loro capacità militare" Ma come? Dice che sono "spontanei", che chiunque puo' diventare black block per un giorno, dott. jackill eMister Hide? E poi, di un tratto, diventano una "struttura militare?". Poi una bugia bella e buona. Dove si dice che la componente maggioritaria del movimento Notav, coordinamento dei Comitati e Askatasuna, avrebbero espresso dure critiche nei confronti delle avanguardie anarchiche protagoniste delle azioni più radicali e violente durante l'estate". Se guardate i video del dopo 3 luglio, tutti i Comitati, Askatasuna e altri ancora, non esprimono una critica del genere, semmai ringraziano (soprattutto le persone anziane!) tutti quelli che sono arrivati in Val di Susa a dare manforte alla reistenza. Considerazioni a caldo: abbiamo perso la memoria storica. Non so quanti di noi ricordano "la presa di Venaus nel 2005". Figuriamoci quanti si ricordano di trent'anni fa (o quaranta o cinquanta più indietro vai meglio é). Quando i balck block non esistevano. eppura c'era molta più gente che spaccava ventrine, maneggiava armi, esplosivi, si riappropriava della propria vita. Si chiamavano proletari, sfruttati, rivendicavano l'autoriduzione, cioé pagare meno o non pagare le bollette, i biglietti dei mezzi pubblici ecc. Cosa é successo? Molti proletari e sfruttati non si chiamano più cosi, bensi "disagiati", "drogati", "utenti" di strutture di accoglienza e assistenza e reinserimento. Molti sono stati neutralizati o anestetizzati dal processo di "riforma delle carceri degli anni'80", molti sono diventati educatori che sfruttano gli utenti, tanti sono morti di overdose o sono "morti dentro" a colpi di new age, biolocal vegetarian equo solidal, i più cazzuti sono morti ammazzati o sono ancora in carcere (Marco Camenisch), tanti si sono integrati 5Gad Lerner, Liguori, Ferrara...) e noi, siamo figli di quei tempi e di quelle storie, che se non ce le raccontiamo diventiamo orfani due volte, e a furia di dimenticare potremmo correre il rischio di credere alla favola del lupo cattivo e nero con la maglietta nera in testa: black block? talebano? non importa. Il messaggio é: "questo é il lupo cattivo, gli altri (quelli con la faccia scoperta che condannano il lupo cattivo) sono buoni, anche tu sei buono se credi alle nostre favole, ora dormi e vai a fare in culo!". Per "approfondimenti": Fuoco greco, bob kolb, Bepress edizioni; video su youtube "intervista a un black block"; Io sono vivo voi siete morti, canzone dei Perturbazione, all'interno dell'album Del nostro tempo rubato.

sabato 8 ottobre 2011

Non fa freddo qui

Non fa freddo qui. E' come la casa di mia nonna.Tetti altri, muri di gesso, o comunque bianchi, e stesso sapore di vuoto e di silenzio, di essenza, paura e desiderio di essenza. Dopo due mesi e più di sangue e mare, sole e vento, cose cosi, forti e intensi, cose da bambini, o adulti cresciuti troppo in fretta? E questo mare, questo sole, questo cielo grigio e pocq pioggiq e desiderio e sogno di una cosa, e desiderio di silenzio, e riposo fisiologico in questa nuova casa di passaggio, in attesa di un nuovo incontro, e in attesa di assorbimentoe e accettazione e degustazione di sterilità benefica e fisiologica

lunedì 3 ottobre 2011

Alla Maddalena seconda parte, 1° ottobre 2011

Passaggio a Nord Ovest, Alla Maddalena parte seconda, 1° ottobre, da Collegno a Giaglione con passeggiata nel bosco di Clarea e Maddalena

Se Clarea e Maddalena fossero due donne, una sarebbe...un fiume (o un torrente), l'altra...una Maddalena. Dice la leggenda che sia passata da queste parti per andare in Francia, dopo a morte di Gesù...
C'è un "pilone" con una figura di madonna nel bosco, proprio sotto i piloni dell'autostrada che passa sopra le nostre teste. Io per non fare confusione chiamerei il "pilone"...edicola votiva! Ma qui, come mi dice Barbara, la chiamano pilone. B. è una donna dagli occhi azzurri intensi e i capelli bianchi perchè è albina, ed emana una certa luce azzurrosa. L'avevo incontrata alcuni anni fa, quando era Sindaco di un comune della Bassa Valle, un Sindaco Notav. Circa due anni fa è stata "cacciata dal PD, perchè ero troppo Notav", mi dice con un mezzo sorriso amaro e ironico. Con lei e un'altra decina di persone facciamo una passeggiata dalla Baita presidio fino alle reti. Alla Baita ci sono molti più tavoli di legno e panche per mangiare e molte più case sugli alberi dall'ultima volta che ero venuto, il 3 luglio, circa tre mesi fa: Guido dice che sono soprattutto i francesi che costruiscono casette sugli alberi!. Guido dorme spesso alla Baita con altri francesi e italiani che a turno qui. Ieri, mi diceva Guido, c'era circa una ventina di persone. Domani...probabilmente di più, perchè "cucineremo il porco all'Argentina!".

Alle reti arriviamo dopo pochi minuti di passeggiata. Oltre le reti c'è l'area del cantiere (improbabile?) E gli uomini armati e in divisa, militari, carabinieri e guardie di finanzia. Ci guardano dale loro posizioni rigide e fredde: ultimamente hanno arrestato Marianna e Anna per quindici giorni, ora sono agli arresti domiciliari, l'accusa? : durante una presidio sono state fermate e dentro lo zaino avevano una maschera antigas e alcune medicine fra cui il Maalox. Sono solo le più eclatanti e le più pesanti restrizioni degli ultimi mesi...Perquisizioni e intimidazioni si moltiplicano da almeno due mesi, dopo il 3 luglio praticamente. Sembriamo a Gaza, per rendere l'idea. Ieri sono arrivato verso le tre del pomeriggio a Bussoleno. Mentre aspettavo Guido e Luciano che mi avrebbero portato in macchina a Giaglione, ho letto un testo stampato su un foglio di carta attaccato a una bacheca pubblica, a due passi dal Salone Polivalente di Bussoleno, nella Piazza del Mercato. Il clima che si respira in Val di Susa, si intitolava. E' il racconto di Fabio Perino, nato nel 1994 (si firma così e con la data di nascita esatta). Fabio era alla finestra di casa sua, a San Giuliano di Susa, il 27 agosto 2011. Era solo a casa, con sua nonna (di cui c'è nome e cognome alla fine del racconto) La sua casa dà sulla starda statale. Erano circa le cinque del pomeriggio. Fabio vede una volante della polizia che ferma una macchina nera con due ragazzi a bordo. Vede i poliziotti che perquisiscono fisicamente i due ragazzi, poi la macchina, poi arrivano altri poliziotti in borghese. Fanno le foto di una coperta e di una torcia. Intanto Fabio sta fotografando loro. Un poliziotto borghese se ne accorge. Fabio vede due poliziotti avvicinarsi alla sua casa. Provano a suonare il citofono. Spunta dalla porta, ma non apre il cancello, la nonna di Fabio. I poliziotti gli chiedono i documenti, alla nonna! La nonna di Fabio li va a prendere, un pò allarmata e impaurita. Fabio, vista la scena, scende ad assistere la nonna. Non apre il cancello, parla coi poliziotti. Loro gli dicono che lui non li può fotografare. Lui dice che fotografa per documentare. I poliziotti gli dicono che se vuole fare le foto deve uscire di casa, oppure pensare a fare cose più serie tipo studiare o lavorare. Fabio è minorenne, ma non si fa intimorire, non apre il cancello e non porta con sè la macchina fotografica altrimenti gli chiederebbero di vedere le foto e magari gliela sequestrerebbero. Poi scrive, documenta, e firma insieme alla nonna. E chiude il racconto con queste parole: "Quella notte, mia nonna non è riuscita a dormire".


Prima di arrivare

Il cielo e le montagne e il sole...mi accarezzano gli occhi e il cuore, mentre mi incammino da Sant'Antonino Vaie verso Bussoleno. Faccio autostop. Sono partito da Collegno alle 13,26, col treno. Mi sono fermato a Sant'Antonino Vaie, dove la sera, al Presidio Notav, ci dovrebbe essere una cena e una testimonianza con don Andrea Gallo. Il presidio è inoltrato verso il Centro del Paese, poi si sale per poche centinaia di metri verso i piedi della montagna. Un anno e mezzo fa era attaccato alla stazione di Sant'Antonino. Ci ero venuto un pò di volte, quando abitavo a Collegno. Una sera c'era un film su Joy Division, era il cinepiola, ogni giovedì credo. Un mercoledì ero venuto a raccontare Amico treno non ti pago, con voce e chitarra, di sera. Una scenografia più che appropriata: i binari dietro di me, e le montagne sullo sfondo, neanche Marco Paolini se la sogna una scenografia del genere! Peccato che non avevo una macchina fotografica! Peccati di "primitivismo"? O scarsa cura della documentazione attraverso immagini?

Ho telefonato a Guido e mi ha detto che posso andare insieme a loro verso la baita. Neanche lui ha la macchina in questi giorni. Ha appuntamento con Luciano a Bussoleno. Alle tre e mezzo. Mi dico che un'ora e un quarto, per 10 Km...ce la faccio sicuramente. Camminare in questi luoghi mi riempie di una energia...di confine. Alle spalle la Sacra di San Michele, sulla mia destra qualche chilometro prima, il Musinè. Più avanti, oltre le montagne alla mia destra, il Rocciamelone.

C'è un caldo insolito. Luca Mercalli, dalle pagine de La Stampa, dice che mai a fine settembre aveva fatto così caldo, da quando ci sono i tassonometri climatici. Bene. Passano un pò di minuti e si ferma un uomo con una macchina grigia. Mi può dare un passaggio fino a un certo punto, pochi chilometri prima di Bussoleno. Dopo un pò mi chiede se "nonostante il fatto che la TAV si farà, c'è ancora gente che non si è rassegnata. Continuano a rompere...? Dico rompere per dire". Poi si affretta a parlare chiaro: "Io sono Pro Tav". Io penso: per essere Pro Tav basta dire "Me ne frego", e poi penso a don Milani, che diceva che I care, a me importa, mi sta a cuore, è il contrario esatto del motto fascista Me ne frego. Il tipo, che si chiama Lino, continua: "E' buono che fanno la TAV perchè passa sotto e così tolgono di mezzo tante altre strade!". "Ma come?", dico io, "Eh sì, passa sotto la montagna e così non serviranno altre strade e ferrovie (ricordiamo che in Val di Susa corrono due strade Nazionali, un'Autostrada e una ferrovia tutte destinate a rimanere in caso di realizzazione della TAV)...". Siamo in pieno delirio. Io dico che mi pare improbabile e insensato, spendere venti miliardi di euro tutti o quasi tutti pubblici, lui dice lasciamo perdere, io dico che oggettivamente il traffico delle merci diminuisce sempre di più, lui si improvvisa esperto futurista e dice: "Tanto la faranno fra cinquant'anni se non la fanno ora", "Ma il traffico delle merci?", "Tutto cambierà, le merci arriveranno da Kiev!". Non so ribattere a cotanta chiaroveggenza!??Aumenterà anche la popolazione, continua lui sconfinando in previsioni demografiche inpagabili! E comunque la TAV riguarderebbe le merci e non le persone...

Prima di scendere dalla sua macchina mi dice che "non bisognerebbe agitarsi troppo ma calmarsi, rilassarsi..:", mi sembrano parole di Prodi!
Ci penso dopo aver letto la testimonianza di Fabio e di sua nonna. La sera prima, Roberta mi aveva raccontato un episodio simile a quello che aveva fotografato Fabio, perquisizione, una coperta e una torcia elettrica trovate in macchina e sospetti e intimidazioni. In questo caso i due giovani in macchina fermati dai poliziotti erano persone che Roberta conosce, uno è suo figlio. Era successo a luglio.



Alla Maddalena seconda parte

Guido ha digiunato contro la TAV ad agosto, per una settimana, dopo di che ha smesso perchè hanno sgomberato la tenda dove lui stava davanti il cantiere, hanno tagliato anche le catene con le quali si era incatenato al cancello vicino l'ingresso della Centrale Elettrica. Sono affezionato a Guido, con lui ho condiviso bei momenti intensi e conviviali al presidio di Venaus cinque anni fa compresa la marcia Notav da Venaus a Roma. Con lui iniziamo a camminare verso la baita partendo da Giaglione. Dove ci lascia Luciano con il suo camper. Per me è un percorso già fatto, il 3 luglio cioè tre mesi fa e ho raccontato a Tricase e a Reggio Calabria, due mesi fa circa, con chitarra e voce, quella giornata. Il titolo è, ovviamente, Alla Maddalena. Adesso con Guido camminiamo ripercorrendo il sentiero nel bosco. A un certo punto il percorso cambia. Guido mi dice che il 3 luglio avremmo potuto accorciare, come stiamo facendo adesso. Ma la strada più breve era pattugliata dai militari e non potevamo passare. Quindi arriviamo alla baita in poco tempo. Passiamo da un passaggio di cemento, sotto l'autostrada praticamente. Parliamo del più e del meno. Gli dico che sulla Stampa di oggi, nella pagina di Torino, c'era un trafiletto in cui c'era scritto che la lettera degli amministratori della Val di Susa a Napolitano, scritta il 5 luglio, aspetta ancora risposta. Dico a Guido che Napolitano era tra quelli che nel 1980 fecero incriminare gli Autonomi di Padova il famoso 7 aprile. Guido mi dice che i comunisti istituzionali per questo sono stati sempre forcaioli. Io gli dico che nel giornale c'era scritto, ma non ricordavo bene, che forse Napolitano sta pensando di rispondere. Guido mi dice che secondo lui non risponderà come ha fatto fino ad ora. Io gli dico che un deputato del PD, sempre in quel trafiletto, c'era scritto che ha raccolto 100 firme fra i parlamentari o alla Regione Piemonte, per "cancellare ogni incertezza circa la costruzione della TAV". Guido dice che potrebbe essere Esposito, quello che a giugno aveva invitato il Governo a mandare i militari in Val di Susa (come poi accadde). Io non ricordo il nome, forse è un altro. "Comunque lo fanno perchè si devono sdebitare con gli industriali che gli hanno finanziato la campagna elettorale. E comunque Esposito è quello che raccoglie i soldi delle tangenti dei comitati di affari che spalleggiano il PD. Nel cantiere della TAV c'è di mezzo la CMC, Cooperativa di Costruzioni di Ravenna, di area Bersaniana, di Ravenna. Bersani è stato anche presidente dell'Emilia Romagna se non sbaglio", dice Guido.
Poi arriviamo alla Baita.C'è un pò di gente. "Ci sono un pò di ragazzi francesi", mi dice Guido. Me lo dice anche dopo che ho letto qualche scritta nel calcestruzzo del passaggio che abbiamo superato. Scritte francesi ovviamente. Alla Baita c'è un pò di gente, una ventina circa, tra quelli che fanno il turno e gente che è venuta a fare un giro di ricognizione. Qualcuno racconta che qualche giorno prima hanno fatto un giro in piccoli gruppi verso le reti. E sono riusciti a spiazzare i poliziotti e qualcuno è riuscito a ritrovarsi davanti alle reti per venti minuti non protette. E che se avevano un pò di cesoie avrebbero potuto tagliarle. Ma prima o poi ci riusciremo, forse più prima che poi, prima che finisca ottobre. Magari a volto scoperto, come mi diceva C., ma io la mascherina me la porto comunque. Ho vomitato il 3 luglio anche con la mascherina, e comunque la mascherina non la lascio. Poi Guido mi dirà che il corteo partito da Exilles il 3 luglio, quello con gli amministratori e le famiglie, avevano detto che non si sarebbero avvicinati nè assediato le reti per far partecipare le famiglie e i bambini. "Ma quando sono andati via i bambini e molte famiglie hanno cominciato a tirare lacrimogeni".

Dopo un pò con Guido proseguiamo verso la Centrale Elettrica, passando dal sentiero che sale, lo stesso che avevano preso quelli che il 3 luglio andavano verso le reti. Però c'è il sentiero chiuso da una barricata e non riusciamo a sciogliere i lacci che fanno da catenaccio, "il catenaccio è stato rotto dai poliziotti", dice Guido. "Sono i francesi che fanno queste cose, e non è molto buono, perchè piuttosto di barricarci dovremmo imparare ad assediare le loro reti, se no poi va a finire che ci chiudiamo dentro, come adesso", infatti non riusciamo a sciogliere il nodo-catennacio, passiamo da uno dei lati liberi, "ma stasera quando tornerò spero di non farmi male e di non tornare col buio". Io se fosse per me e per stare un pò in compagnia di Guido verrei a stare un pò di giorni alla baita con lui e gli altri che fanno i turni. Come cinque anni fa a Venaus. Ma non riuscirò a rimanere neanche stanotte, perchè non sono attrezzato e perchè c'è gente che torna a Sant'Antonino e può darmi un passaggio. Ho una missione da compiere lì e poi devo tornare a Collegno perchè sono con abbigliamento quasi estivo. Prima di arrivare alla Centrale vediamo un ragazzo con uno zaino rosso enorme che sembra uno zaino valigia. Dopo un pò ci raggiunge e Guido mi dice che quello è un materassino di sicurezza, e il ragazzo mi dice che ha fatto una scalata di una fiancata della montagna e ha lasciato a terra i materassini nel caso fosse caduto...sarebbe caduto sul morbido. E' tattica degli scalatori. Arriviamo alla Centrale e c'è solo una persona. Pensavamo dovesse esserci un pò di gente per aspettare don Gallo. Telefoniamo e ci dicono che arriverà molto più tardi ad Avigliana e ancora più tardi da queste parti per fare un giro veloce. I cancelli della Centrale sono stranamente aperti. "Forse in occasione della venuta di don Gallo", ipotizzano Guido e Mauro. Intanto due militari ci guardano dall'altro, da dietro le reti che difendono il fortino, e tre poliziotti ci guardano dall'interno del fortino. Ovviamente in tenuta antisommossa. Vengono fuori. Guido chiede se può attraversare l'area militarizzata per evitare di rifare la strada a piedi. Gli dicono che è permesso solo alle persone che sono nell'elenco del sindaco. Soprattutto i viticoltori, quelli che hanno le vigne e che a luglio temevano danneggiamenti per il raccolto di quest'anno ma che Guido mi ha detto che a fine luglio hanno cominciato a essere ammessi. Mi ricorda il caso di Benetton che non fa entrare i mapuche nel fiume, in Cile, se non hanno un'autorizzazione. In quel fiume si abbeverano le pecore di Benetton. Ultimamente il presidente dell'Argentina sembra motivato a difendere i diritti dei Mapuche e in generale degli indigeni minacciati dalle multinazionali come Benetton. Prima il ragazzo con lo zaino-materassino ci ha detto che negli ultimi venti giorni lo hanno fermato otto volte e gli hanno rotto i coglioni. Penso a quello che dissero i giornali e i telegiornali un mese fa a proposito di un arsenale di esplosivi trovato in Val di Susa. Ecco a cosa serve camminare a piedi e andare nei posti per vedere cosa succede davvero. A togliersi le mortadelle dagli occhi! Con Guido ci salutiamo, lui torna alla baita, io vado verso Vaie con Mauro, al presidio dove dovrebbe arrivare don Gallo. Ci sono donne e uomini e bambini che si preparano per l'accoglienza e per la cena. Io vedo Maurizio e sua moglie Elena, ci salutiamo e abbracciamo. Anche loro sono state presenze calorose del periodo di passagggio in Val di Susa di cinque anni fa. A Maurizio do la copia del video di un'intervista che Sebastiano e Sara mi avevano fatto a Modica a metà luglio di quest'anno. C'è scritto Angelo Maddalena racconta, 3 luglio 2011, Chiomonte. E una fotografia un pò sfocata stampata sul dvd custodito in una custodia di plastica flessibile e trasparente. Per oggi il passaggio può bastare. Mi danno un passaggio fino alla stazione e aspetto il treno per Torino Porta Nuova, mi fermerò a Collegno. Buonanotte Val di Susa.
Angelo Maddalena

venerdì 1 luglio 2011

questo abbandono

questo abbandono
questo perdono
che ti spegne e ti accende
frutto e fiore di terra antica
e violenta
vigorosa e lenta
spaventa

domenica 12 giugno 2011

malinconie lontane

malinconie lontane
figlie del dio vivente

l´ora dell´abbiocco e del desio

la malinconia ti piglia
a quest´ora del meriggio
con le montagne intorno e in testa
gli uccelli che pigolano
la donna dai capelli rossi e gli occhi verde mare
la pancia piena
quasi le quattro del pomeriggio
l´ora dell´abbiocco
e poi c´e l´ora del desio
o e questa l´ora del desio?
desio di digestione?
di morte?
di passione?
di ragione? di congione!

sabato 11 giugno 2011

stanco

stanco
stanco come una gabbianella
che non ha imparato a volare
ma che sa cadere
e, a volte, rialzarsi

mercoledì 1 giugno 2011

primo giugno

primo giugno
non è un macigno
anche se piove
facciamo le prove
indigestione di canto e incanto
abbracciati al comandamento
non so che scrivere
bum

martedì 31 maggio 2011

un mancamento

un mancamento
una mancanza
una cuntardanza
sentire il senso
il senso del vuoto
del limite
dell'illusione di esistere

la dolcezza del dolore

la dolcezza del dolore che si addormenta

bisogno e desiderio di morte, di sonno, di pianto e cose cosi

questo senso e desiderio di morte
di tutto finito
sqrà il pane ingurgitqto con la birra picon?
sarà Marsiglia? la prospettiva alegerina?
sarà quel ches arà?
questo vuoto dell'anima
un anima espropriata
un cuoire sconsacrato
disseccato
son contento di aver visto Maya
oggi a Montpellier
per caso o necessità
dopo quasi due anni
dopo Avignon 2009
questo bisogno di dolore
sete di dolore
di morte e torpore
da dove vengono, chiese Agnese
e poi
si addormento'

fame di indignazione e non di solo pane

tante cose belle oggi e ieri
oggi e ieri
gli incontri
e tanta incertezza
tanta fame
l'epopea della fame
forse

forse

non ho forza di uscire da questo internet point
mi sento incollato
non so dove mettere i bagagli
nella place de la comedie a Montpellier
si fa finta di fare rivoluzione
si fa finta di indignarsi?
o forse é vero
ne ho visti un po' e semravano stravaccati e ubbriachi
piuttosto che indignati

sul treno da Marsiglia ho incontrato Monique
una donna molto bella

lunedì 30 maggio 2011

dedicato a lei, o a te, o alla donna demone che è in te

oggi ho sanguinato! Non tanto, ma in più parti del corpo: la coscia, l'indice destro, e poi Ljuba ha visto anche che sanguivano dal gomito!da tempo volevo provocarmi ferite, e oggi in particolar modo! Si sanguina perché? per amore? per odio e maore? buh? io ho sanguinato per....ma andiamo per ordine

Ogi ho sanguinato, e aviva un pò di timpu ca vuliva sanguniari! e oggi ce l'ho fatta! come ho fatto? vengo e mi spiego!

Ho sanguinato come Colapesce! ebbene sì! avevamo cantato proprio Colapesce con Ljuba poco prima. Poi, come Colapesce, mi sono tuffato, ed è stato bello sentire l'acqua sora e sotto dentro e fuori, tanti colori e anche le onde e poi per riprendere la terra, le rocce e le onde mi hanno regalato ferite, piccole, sangue, rosso vivo, poco, ma buono! perdono!

giovedì 26 maggio 2011

corsia preferenziale

sugnu chinu cumu n'uvu
di cchi? di minchi e mazzi!


non mi dispiace affatto zigzagare come un cane
se cio' che ci distingue dalle bestie é solo una corsia preferenziale

vi pinsu a tutti, belli e brutti!

Lillu, patri Rrabbita, Donatella, Gabrieli Nicoletti, Vincenzuzzu, Pippiniddu Maddalena, inchia pari ca staiu innu a moriri, accussi pateticu un ci aviva arrivatu mai forsi...acchi opri!

mercoledì 25 maggio 2011

Appena arrivato a Lille

devo partire! Per Roubaix. Ma qualcosa mi tiene incollata a sta minchia di poltroncina! Cosa? Non lo so. Forse il dovere di appuntare due parole di ieri. Appena arrivato a Lille pieno di pena psicologica ma necessaria e liberante e di malinconia e incertezze logistiche varie (tra le altre quella riguardante il pernottamento non assciurato da Giulia perché son partito all'ultimo momento), appena arrivato, dicevo, mi avvio verso il Centro e davanti all'Opera, nella Place du Théatre, manco a farlo apposta, sento musica e parole amplificate e vedo un trio con micrfoni e chitarra che cantano. Uno nero e rapper, gli altri due: uno biondo con la chitarra in mano e un altro bianco con le stampelle! (le vedro' dopo, li per li mi sembra uno del gruppo) In realtà non é un gruppo, l'artista é uno solo che accompagna e improvvisa ogni tanto insieme ad altri, e infatti mi vede e mi invita a cantare qualcosa, forse ha capito dalla chitarra che mi porto appresso...Io imbraccio la sua chitarra amplificata e intono d'emblé Le lit le sac de couchage et le sauvage che risuona nella grande piazza perché é tutto amplificato e le casse e il mixer pure....E' na favola! Poi col tipo scambiamo due chiacchiere, ci scambiamo contatti, c'é nche un giovane fotografo e ci scambiamo i contatti anche con lui, a proposito adesso gli devo mandare una mail a tutti e due. Poi prima di salutarci col musicista ci scambiamo un po' di domande "professionali". E lui mi dice che fa il postino. Allora io per fare parodia di me stesso dico che "tu non sei incosciente come me, che vive solo ed esclusivamente degli spettacoli e narrazioni", "No, tu non sei incosciente, hai capito che la vita é breve e qu'il faut profiter!". La prendo come una benedizione e ci salutiamo, a domani, cioé a oggi!

martedì 24 maggio 2011

la Francia é veramente fritta e l'Alta Velocità pure

C'era un mito, un racconto mitico, che parlava di treni efficaci e sempre puntuali e soprattutto veloci, in Francia. Quest'anno ricorre il 30° compleanno dei TGV francesi! Sarà uno scherzo del destino, ma proprio da quest'anno, da febbraio ma soprattutto da marzo e aprile con punte a maggio...i TGV perdono colpi...oggi da Marsiglia a Lille quasi tutti i bagni "ascs" (HS, Hors Service), e più di un'ora di ritardo! Ieri su un TER da Nizza a Marsiglia altra ora di ritardo...Cosa c'é dietro questi intoppi? Non crederemo mica alle versioni ufficiali che parlano di disguidi tecnici casuali, anche perché oggi il treno per Lille aveva una ruota che vibrava o poco in linea, un po' "spostata" (???) E chiedendo al capotreno e controllore mi ha detto chiaramente che era un problema di manutenzione. Sempre in questi giorni e mesi vado riflettendo sul fatto che i TGV spesso, soprattutto per le medie e brevi distanze (Nice Marseille per esempio) non fanno risparmiare tempo, perché ci mettono lo stesso tempo dei TER (treni regionali). Due anni fa usci una intervista a un ferroviere del FRET, il settore merci dei treni francesei. Bernard Taponot é il nome dl ferrovier. La rivista si chiama Refractions. Il ferroviere dice chiaramente che la smania per la velocità é una cosa abberrante, perché aumenta les contraintes, la manutenzione, l'usura, l'impatto sulla natura e sopratutto il consumo di energia. Se si fossero costruite linee ferroviarie li e soltanto li dove la linea era più saturé (satura?) puo' esere che sarebbe stato più pratico e democratico a scapito della sacro santa velocità (p.88, Refracions 22, printemps 2009). Parlando dei sebaotaggi dei treni francesi più o meno francesi e più o meno criminalizzati, il ferroviere dici poi che basta avere un filo di ferro di un metro e una tenaglia per bloccare un TGV. Questa alta vulnerabilità porta a una facile criminalizzazione di atti che poi non provocano altro che il blocco per poche ore, forse neanche un'ora a volte, di un treno. E aggiunge: "Si, é molto più grave avere un folo di contatto che si rompe perché é stato sabotato anziché sapere che ce ne sono 3000 Km che avrebbero dovuto essere cambiati già da due anni. Abbiamo un ritardo di venti anni nella manutenzione". Queste e altre cose che si trovano in quell'intervista la dice lunga sul mito della Francia, della Velocità e della Civiltà industriale e post industriale! E Ivan Illich aveva già detto qualcosa in anni non sospetti cioé negli anni '60, ma i luddhisti ancora prima, e Ted Kaczinskj anche adesso! E forse anche Giacomo Lepoardi ai suoi tempi!

sabato 14 maggio 2011

A Marsiglia coi tunisini e i Perturbazione nel cuore

In cammino a Marsiglia coi tunisini e in testa Agosto dei Perturbazione

Con questa canzone dei Perturbazione che sto ascoltando adesso, Agosto, è con questa canzone che sono andato a avanti oggi pomeriggio, Se non è vero che hai paura non è vero che ti senti solo/ non è vero che fa freddo allora perché tremi, il violino di Elena e gli uccellini che sento adesso (e potrei vedere anche il video ma non potrei scrivere) non li sentivo oggi pomeriggio, cioè poco fa, perché siamo rientrati con Miriam da poco dalla camminata partita dalla Porte d’Aix e ancora forse non conclusa. D’altronde senza “autorizzazione” né percorso definito si può andare ovunque e fin quando non ci si stanca, fin quando se ne ha voglia. In testa al corteo c’erano i tunisini che rischiano di essere rispediti in Italia perché il governo italiano gli ha rilasciato un permesso di circolazione in Europa nei paesi Shengen, ma il governo francese se ne fotte del governo italiano e di Shengen e due settimane fa o venti giorni fa ha preso trenta tunisini e li ha mandati in Italia e alcuni in un centro di retention, cioè un carcere incostituzionale cioè un CIE ex CPT!

Ljuba dice che 250 mila profughi dalla Libia sono andati in Tunisia e lì sono accolti e ospitati nelle tendopoli e nelle case della gente. Come mai i 25 mila che sono arrivati in Europa danno così fastidio? La Tunisia ha dieci milioni di abitanti, come mai riescono ad accogliere e gestire 250 mila persone mentre la Francia che ha 60 milioni di abitanti ha tutta questa difficoltà e ha bisogno di blindare le stazioni di confine fino a Marsiglia (fino a pochi giorni fa c’erano almeno dieci poliziotti al binario dei treni che arrivano da Nizza!)?

Oggi camminavamo con in testa i tunisini che “non hanno niente da perdere”, come diceva un ragazzo francese che conoscevo perché avevo abitato in uno squat a Marsiglia qualche mese fa e lui abita pure lì. Infatti è stato lo squat La Crysalide soprattutto ad avere organizzato il corteo di oggi. Ed è sempre questo squat che ospita circa 80 tunisini arrivati circa un mese fa da Lampedusa via Ventimiglia. Ora dicono che molti passano da Modane, dal confine piemontese, e a Ventimiglia c’è meno controllo e meno traffico. Non come un mese e mezzo fa che ci eravamo passati con Rita e c’erano decine di poliziotti e centinaia di maghrebini seduti e buttati qua e là davanti la stazione impossibilitati di movimento. Il corteo è stato pacifico. Nessun danno o gesto inconsulto fino a La Plaine. Da lì siamo andati via. Pochi poliziotti in giro. Strano. Il tipo di prima mi diceva, e anch’io ci pensavo, che hanno fatto a meno di farsi vedere perché sapevano che rischiavano lo scontro, e quelli che non hanno niente da perdere sono poco controllabili. Praticamente la polizia avrebbe rischiato di perdere la faccia, o meglio ancora la facciata. Perché va bene arrestare e perquisire quasi sempre arabi e africani, ma nella quotidianità “invisibile”. Durante un corteo meglio tenersi alla larga, anche se sono 100 o 200 persone, né tanti né pochi se vogliamo, considerato che non è autorizzato. Ci sono francesi di media età, tunisini giovani e altri ancora che ho visto negli ultimi mesi a Marsiglia. E’ una bella situazione, festosa, “certo se qualcuno rompe una vetrina o incendia qualcosa gli sbirri arrivano e colpiscono pesantemente”. Solo a Noaille, al mercato, deviando in una stradina, qualcuno mette all’inizio della strada nel mezzo della carreggiata bancali, ma non per incendiarli. Dopo un po’ c’è una macchina della polizia davanti il corteo ma deve indietreggiare. C’è un po’ di tensione perché i tunisini che stanno in testa quasi inseguono la macchina che a un certo punto accosta. Ma i tunisini la circondano e la macchina si rimette in moto e un poliziotto che era fuori sale sulla macchina dal lato del passeggero, qualcuno da un paio di calci alla macchina che se ne va quasi scappando a marcia indietro. Una bella (e magra?) soddisfazione. Poi davanti al Commissariato della Polizia un po’ di urla e uno striscione appiccicato per pochi minuti alle vetrate del Commissariato. Poi si riparte verso Saint Charles. Prima di arrivarci ci si ferma davanti il Consolato Tunisino che ha rifiutato di dare i documenti di soggiorno ai richiedenti (circa una cinquantina appunto). Un fumogeno rosso si propaga partendo dai piedi del portone del consolato. Colora l’aria di rosso e poi qualcuno lo toglie. Poi si va alla Gare de Saint Charles. Poca polizia anche lì. A parte un cordone a guardia dell’ingresso della metropolitana. Facciamo un giro passando per il binario dove di solito arriva il treno da Nizza, uno dei primi binari se non il primo. Poi via verso La Plaine. E’ andata così, adesso mentre io scrivo la camminata continua. Qualcuno è arrivato in ritardo a dare il cambio a quelli che a un certo punto sono andati via, come me e Miriam che siamo arrivati più che puntuali rispetto all’inizio della camminata (14,45 circa), ma con un po’ di ritardo rispetto all’orario fissato alla Porte d’Aix e scritto nei volantini (14,00). E’ bello pensare che stiano camminando ancora, che stiamo camminando ancora, che siamo in pausa, e poi riprende il cammino

mercoledì 11 maggio 2011

Leopardi m'ha incastrato a Marsiglia

allora: per il laboratorio viaggio vivo in canto, o viaggio vivo senza biglietto o con biglietto autogestito: ieri da Milano a Genova prendo l'Intercity. Domenica scorsa ho fatto un viaggio stupendo in treno da Milano a Bologna sulla Freccia Bianca. Ho fatto due scoperte interessanti: una è che gli iNtercity sono pagati dallo Stato, mentre io pensavo che i treni ad Alta Velocità sono "a mercato", come si dice tecnicamente. Ed è così, ma gli intercity non rientrano nei treni "a mercato", bensì in quelli "universali" (cioè quelli che non riescono a sostenersi con i biglietti e quindi chiedono aiuto alle regioni e allo Stato). Il miracolo è stato nel fatto che io ho scoperto questo cavillo tramite il responsabile delle FS per le relazioni con i media. E che ho trovato la sua testimonianza sul Sole 24 ore! Quando i dice il destino! O le vie del Signore (o della Signora) sono infinite. Allora per tornare a ieri, da Milano a Genova (due ore di viaggio in Intercity, lo stesso tempo che ci mette il regionale!), dopo Pavia passa il capotreno per controllare i biglietti (credo sia il capo treno ma non ne sono sicuro, anche se dopo l'introduzione dell'Agente Unico è sempre più facile che il capotreno faccia anche da controllore visto che non deve più stare in cabina col macchinista!), mi chiede il biglietto e io gli dico che non ce l'ho. Va bene lo facciamo, dice lui, e comincia a smanettare nella macchinetta elettronica. E dice 50 euro. io gli dico "No, guarda, 50 euro non ce li ho e non te li darei neanche se ce li avessi". "Ti posso dare 5 euro più il prezzo del biglietto". Lui dice che questa è la prassi. Io dico che la prassi è anche che ci sono i bagnis porchi e mal funzionanti e i ritardi e lui dice "Non cominciamo con le polemiche, potevi dirmelo quando sei salito che non avevi il biglietto", "ma avevo il computer e non mi potevo allontanare", lui si rimette a smanettare e mi dice "66 euro!". Io gli dico: "Senti, parliamoci chiaro: gli Intercity sono treni che paga lo Stato, quindi a che pro queste variazioni e alterazioni di biglietto così esagerate?". lui mi guarda e capisce che è nel sacco. Mutu mutu mi fa un biglietto da 15 euro. In ogni caso mi faccio un biglietto fino a Genova e da Genova a Ventimiglia si fa come si può. Vedo la ragazza che era salita con me a Milano e cominciamo a chiacchierare. E' francese ma parla l'italiano meglio di me! (Andrea direbbbe che non è difficile! soprattutto per chi mi conosceva quindici anni fa al tempo dell'esame di Storia e grammatica della lingua italiana con la professoressa Landoni che mi diede 28 perché "non padroneggia la lingua italiana"). Allora sta mattina esco nel sole di Marsiglia e vado al Cafè debut, dovei ieri pomeriggio ero stato non appena arrivato perché Claudia non era in casa e la dovevo aspettare. Poi lei era arrivata e passando dal bar si era fermata a mangiare cioccolato con me perché in questo cafè debut che prima era una torrefazione fanno adesso e vendono (o vendono e fanno fare) cioccolatini particolari. Stamattina vosto che a casa di Claudia non trovavo un accendino sono sceso a fare colazione cioè a bere un tòè al Cafè debut. Ordino un the vert orange ed entra quasi contemporaneamente a me un tipo sessantenne col pizzetto modello marinaio barbone come ce ne sono tanti a Marsiglia. Ricorda un pò trinchetto di Popeye, infatti ha in mano una bottiglia di vino. Chiede se c'è il the russo, il tipo del bar gli dice di no e lui sta per uscire. Prima di uscire sento che il tipod el bar gli dice "Ehi ehi posa quel cioccolato", perché Popeye (si chiama Andrè mi dirà dopo) aveva preso in mano un cioccolato a forma di coniglietto di quelli che volevo rubare io ieri ma non c'ero riuscito. Poi esco per bere il thè nel dehor e Popeye attacca bottone. Mi racconta che qui una volta c'era una torrefazione e ora è una merda di bar fighetto. Io mi ricordo che ieri avevo pagato 6 euro per quattro pezzi di cioccolao e un'acqua minerale, oggi pago 3 euro per un the vertorange e sono d'accordo con Popeye. Ma mi abbandono alle follie di ieri e di oggi. Devo festeggiare che da Ventimiglia a Marsiglia ho viaggiato gratis come negli ultimi mesi e negli ultimi anni e adesso devo montare lo spettacolo Amour de train sans ticket speriamo bene. Ieri appena arrivato alla Gare de Marseille Saint Charles sono passato dall'edicola della gare e c'era in bella vista Le Magazine Litteraire con in copertina Cioran. Entro dentro e lo trovo vicono la cassa. Mi dico che questa volta lo devo pagare. Lo prendo fra le mani. Accanto c'è un'altra rivista: Histoire, con uno speciale Storia della follia dal medioevo a Focault. Penso che la Francia è troppo aperta a certi livelli vedendo queste riviste e questi argomenti. poi penso alla schiera di poliziotti che c'erano al binario del treno dal quale sonos ceso, anche militari con i mitra, e penso che la Francia è troppo chiusa. A Ventimiglia non c'era granché di blocchi e di tunisini e poliziotti come un mese fa. Anche se non ho potuto vedere bene perché con Alice, la ragazza del treno che era salita a Milano con me, abbiamo preso subito il treno per Nizza, anche se volevamo fare una tappa a Ventimiglia per bere un chinotto, che io ormai a Milano negli ultimi giorni mi sono preso bene col chinotto che soprattutto al bar di Via Odazio quando vado con Nora tipo l'altro ieri mi bevo sempre un chinotto. E alla libreria Calusca ho trovato un volantino di Casaloca dove c'è scritto che a Casloca c'è una riserva per bevitori di chinotto e gazosa. E l'acqua minerale al Cafè debut mi sembrava una gazzosa perché c'era scritto gazeuse ma niente era solo acqua minerale, cioè gassat, tipo Perrier. E allora, alla fine, con Alice, niente chinotto, a Nizza le ho offerto una birra e io ho preso uno sciroppo di limone che in Francia non c'è il chinotto ma neanche lo sciroppo di limone è male, quasi come una cedrata. Adesso vado però che Ljuba mi aspetta. Ieri sera abbiamo fatto una ripassata del racconto Cousins d'Algerie con Claudia. E poi dimenticavo di dire che la rivista con Cioran in copertina l'ho presa. L'ho messa in mano e attaccata alla valigetta del computere che chi mi guardava di fronte poteva vederla. Ma io sono passato schiscio davanti la cassa e me ne sono andato. poi però sono passato da una libreria che c'è vicino casa di Claudia, molto bella quella libreria. In vetrina c'erano I Canti di Leopardi in francese, che li cercavo da quattro anni. 8 euro e 80, due euro e ottanta in più della rivista che costava sei euro. Ho dato 10 euro alla libraia giovane, l'ho invitata alla Mer Veilleuse per domani sera, mi ha dato il resto e sono andato via. Una buona giornata. Angelo

mercoledì 4 maggio 2011

oggi vento e suspendu

oj vintu e suspintu
nni stu mari di lamintu
abbuccamintu
straviamintu lintu
bofs
lovimmi
lovitti lovissi

dda povira robba ca mi scurdavu intra di ma zì
mi sta mancannu
e pari nenti
ma c'è!

nenti di nenti
sulu vaneggiamenti

ieri sera mi è piaciuto che alla fine del racconto
ho raccolto altri racconti
soprattutto quello di Enzo
il film di Carlo Lizzani San Babila ore venti
e lo spettacolo dei Pappazum sugli anni '70
ora li vado a vedere

domenica 6 marzo 2011

oggi a torino giornata bella e calda che non so spiegare

oggi, a Torino, giornata così bella e calda che non so spiegare, A.

sabato 26 febbraio 2011

malustari bona va bona veni

anima di poesia e di incanto qui a casa di Estelle, che anche lei é poetica un po' erotica poco eretica e ça va come ça! gelosie di incanto, di vecchio e nuovo pianto, amuri arrimiscatu e ammurticatu a mala vinnita, A.

domenica 6 febbraio 2011

ci vorrebbe un amico...o dio piacendo!

Oggi la giornata è iniziata con battistuta e Roberto Baggio...ed è finita con Io che non sarò mai Roberto Baggio! Alla Cité di Firenze! effettivamente è stato eccezionale il clima e l'atmosfera di silenzio e di ascolto respirata alla Cité questa sera tra le sei e le otto cioè durante il rito collettivo e la liturgia laica dei canti intonati con voce e chitarra! Favoloso, quasi irreale, quasi neanche in Francia! Ora, dico io...E Buttitta? e Cioran? e Leopardu? ieranu tutti ddà, ccu nnui..ccu nuantri, de noantri! Ora bonanotte ai sonatoribus! A. Sonno che chiama letto e dumani aie partiri a vista d'occhio! A.

domenica 23 gennaio 2011

restare chiuso restare aperto nel tuo letto!

chiuso in questa scatola di legno maledetto
la prendo bene la prendo di petto
nel mio letto
L'insomnie est la seule forme d'heroisme compatible acvec le lit
tiè! Con Idir al capezzo e gli squatters nel cancelletto! Devo dire
a Stephan se posso rimanere fino a giovedì! A.

sabato 22 gennaio 2011

un libro che ho comprato ieri

un libro che ho comprato ieri, Cioran dans mes souvenirs di Mario Andrea Rigoni. L'avevo comprato a Parigi Lo avevo lasciato a Genova a Max che ha letto molte cose di Cioran anche per gratitudine per l'ospitalità per qualche giorno che stavo cercando casa. E adesso l'ho ricomprato. ...ci sono dei bei passaggi sulla vita quotidiana di Cioran (come viveva? con quali soldi? come rispondeva a chi gli chiedeva come faceva a sopravvivere? ecc.) tra pagine 16 e pagina 17...che mi hanno fatto sorridere e capire meglio il suo genio (lu gnegniru) e la sua umiltà...e coraggio e forza viva individuale...." (Cioran e la sua compagna)Ils s'étaient installés dans ce logement assez tard, après des années de vie de bohème, une vie que desormais nous nu pouvons plus qu'immaginer car elle appartient à un monde révolu" (p.16), bonne nuit

venerdì 21 gennaio 2011

o signore fa di me uno strumento

o signore fa di me uno strumento
fa di me uno strumento della tua pace
dov'è odio che io porti l'amore
dov'è ingiustizia che io porti verità

O signore fa di me uno strumento
fa di me uno strumento della tua voce
dov'è odio che io porti l'amore
dov'è ingiustizia che io porti verità

martedì 18 gennaio 2011

signore fa di me uno strumento

signore, fa di me uno strumento della tua lode
dove c'è odio fa ch'io porti amore
ma anchi masciddati ppi ccu si li mirita
e poi...io sto bene qui, ora, col vino che ho bevuto
il presciutto gnutticato
il fromage blanch ecc. ecc.
e il succo di frutta e la coca cola
e il pane che tu ci hai donato
e il panificio ha infornato
ma dimmi na cosa signore, perchè sento così caldo?
vabbene il vino va bene tutto
ma le chauffage dello squat dove mi trovo
è spento da tempo
non è che ho caldane
fammi strumento delle tue caldane
e non farmi rinchiudere nelle mie tane
balzane
sminchiane malsane
bonanottibis

dio ti viene a cercare parfois

dio ti viene a cercare a volte
e stende il suo velo
con le sue ali id pianto e di mistero

vulìri camìnari

così ittatu a vadduni
mpinnatu e spinnatu
straviatu e sciaburdatu
senza aviri nnè cchi ddiri nnè cchi ddari
senza nnè vuliri nè vuliri
e macari vuliri caminari

tentàno tèntano e stop

basta sognare cantare giocare stop
bere mangiare senza aver lavorato sì
poi ritornare a pagare il maltolto no
minchia di cervo persa nel bosco stop

tentano
tentàno
balzàno
campàno sì

ecc.

lunedì 17 gennaio 2011

bataclàn

stanotte di speranza dio sa cosa sei, mignottammare, o stamattina, cristoinferno, rumori sospetti fuori, il gatto che maghìa dentro, siamo nella merda del mondo e dio con te (nto). E' finita qui la notte delle fave (le), favole distrutte da bidoni e cassonetti spostati e sonorizzati e occhi chiusi, occhi chiusi, o pugni chiusi...

dumani, dumani...ppi ogni cosa...dumani

sentire il male dentro
morire
vivìre

ma quantu patire?
e non voler pensare a domani
domani
domani
sempri dumani

domenica 16 gennaio 2011

dio ti si presenta

dio ti si presenta solo quando hai perso tutto e tutti
tutto ciò in cui speravi
e tutti i fili delle speranze false?

sugnu un cani da a vostra razza

l'ancili cci mpristavanu l'ali
san petru grapeva i porti
e a munnizza traseva mparadisu

Non lu dicu iu
iddu u dicinu
iu u pueta fazzu
caminu supra i negghi
leggiu nto cielu
cuntu i stiddi
parru cca luna
acchianu e scinnu

u pueta fazzu: tessu, raccamu, cusu, scusu:
arripezzu cu fili d'oru! Adornu allisciu
allustru decoru senza culuri! Ntrizzu sciuri
apparu artari, chiantu banneri: abbillisciu u munnu,
carmu u mari cca a vuci! Sugnu un jardinu di sciuri
e mi spartu a tutti
una cassa armonica e sonu ppi tutti
n'agneddu smammatu e chiangiu ppi
tutti l'agneddi smammati
Chi mi cuntati? Iu u pueta fazzu: amu i tavuli cunsati, i piaciri, u lussu
Amu i dinari (a bumma atomica nni i manu di l'omu, nni u cori di l'omu e nun scatta)
U pueta fazzu e vogghiu a paci nta me casa
ppi scurdarimi a guerra nte casi di l'autri
A cuitutini nta me casa
ppi scursarimi u tirrimotu ntre casi di l'autri: sugnu un cani da a vostra razza
un mi manca nenti nun disidiru nenti
sulu na curuna ppi ricitari u rusariu a sira
e nun c'è nuddu ca mi la porta di firru filatu
ppi nchiaccarimi a un palu!

(da: U rancuri, discorso ai feudatari, di Ignazio Buttitta)

isla ncatinata

pace, pace dai balconi e dalle bandiere
padi di ddiu e di l'ancili
l'ancili cci prestanu l'ali e a munnizza acchiana mparadisu
fratelli mancuso paci di li populi
si ddiu esisti o unni sisti
o isla incatenata
o isla incatenata

sono non so chi vengo non so da dove vado non so dove

fare finta di mangiare acqua di stelle
a crepapelle
nella pell
coraggio
miraggio
un raggio
sempre nel viaggio
randagio bis

sono non so chi
vengo non so da dove
vado non so dove
mi meraviglio di essere felice
Ode all'anima e al passaggio terreno di Lillo Zarba da Pietraperzia
che mi fece scoprire queste parole
in unq notte siciliana da morire

sabato 15 gennaio 2011

stasera chitarra e coraggio, un miraggio

stanotte acqua di stelle e di coraggio
forse un miraggio
o forse mai più
terùn

a cirasa a cirasa
a cirasa cchi jauru fà
a picciuttedda m'a piglia e m'a vasa ca voli a cirasa ccu a pampina

Ora, dico io
all'Equitable cafè
stasera
è successo qualcosa di eroico
e senza alcool!

Je suis ivre sans alcool
diceva quello
quello che stasera è stato citato ricitato
tritato e ritritato
quello sarebbe Cioran
ca propriu nunni putivamu cchiù
teerùn!

Gioia di presenza
gioia di permanenza
all'Equitable stasera
cosi ri pazzi
quel calore e il volto di Daniel
a sorpresa
quell'altro volto a sorpresa
un volto profumato
calzino ridonato
o ritornato
e anche il primo volto
di donna del deserto
incerto
e poi anche altre donne di deserto
e Paul o Pol
che è donna ed era uomo
e ha mantenuto il nome d'uomo
e poi....
chitarra kabyla
ancora si infila
la minchia mi ngrossa
chitarra tutta rossa
la terra mi trema
chitarra blasfema
ancora cchiù avanti
chitarra a tutti quanti
era bella quella coppia lui siciliano
di Lentini
e lei di Nancy

E poi Marco Camenisch
Turi Vaccaro
Maremma con il volto e la voce di lei
pieni di senso
cu l'aviva a ddiri
Camenisch e Turi Vaccaro sì stasera
e Buttitta no
anche se potevo chiudere con Roberto Baggio
come avevo iniziato
Io che non sarò mai Roberto Baggio
e il cappello è andato bene
magìe kabyle
c'erano anche Ljuba e Fanny
in questa grande famiglia commovente e semovente
c'eri anche tu, Cristopher Lasch
c'era anche Ludd
Los amigos de Ludd
e lei lo sapeva chi era Ludd
ma chi glielo avrà detto? Gli amici di Ludd?
Sento qualche urlo fuori dalla finestra
urlo quasi animale
in questa città che balla e che canta dolori antichi e nuovi
mi affaccio alla finestra vedo di capire
ci ho capito poco
ho chiuso le persiane della finestra
non capisco se è una donna percossa che grida
o se è musica randagia che esce da qualche cassa malvagia
iu u pueta fazzu
e vugliu a cuitutini ntra me casa
ppi scurdarimi u tirrimotu ntre casi di l'autri
vugliu a paci nta me casa ppi scurdarimi a guerra ntre casi di l'autri
ma no, non ce la faccio
devo uscire a vedere che succede
mi rimetto i sandali e prendo le calze
sulle scale trovo Flo anche lui allarmato
"E alors! Personne buge?"
dice Flo quasi incazzato
io lo seguo
usciamo in strada per vedere cosa succede
anche Nejima esce con noi a piedi nudi
vediamo a pochi metri di distanza una macchina con dentro due o tre donne
un'altra donna fuori dalla macchina che cerca di calmare una delle donne dentro
che urla ma sembra si stia calmando
io e Flo rientriamo a casa
io ho voglia di birra
ma non ce n'è più
bevo da una bottiglia di birra ma è acqua
sa un pò di...acqua sporca
guardo dentro la bottiglia e c'è una cicca
vado in bagno e sputo
sgracco, scaracchio
torno sopra e lungo le scale
due tipi belloncioni mi propongono una piccola
asticella
"E' MDMA", mi dicono
"dormi meglio"
sto per prenderlo anche se so che non lo fumerò nè snifferò
non so neanche come si usa
Poi tentenno
"Oui o non?", chiede uno
e l'altro mi invoglia
sembrano il gatto e la volpe
dico no e vado nella mia chambre
che ho scoperto essere della figlia di S.
uno degli squatters che abita qui
avevo pensato fosse della sua fidanzata
invece è della figlia di undici anni
ora capisco i colori e i disegni ai muri
viva la mamma
affezionata alla gonna un pò lunga
e poi dice anche, alla fine della strofa
"anni cinquanta"
Questa sera e questa notte vanno così
di birra che non cè e di birra che c'era
amici come prima mi basta una fortuna
nannaranannannané
Stasera tutte le minchiate che sparavo durante il rito collettivo
con chitarra e voce entravano bene
era una notte magica
inseguendo un col
sotto il cielo
di un inverno marsigliese
olè
se non avessi te sarei un uomo inutile
ivre sans alccol ma sempre più cool!
come dio il dio madonna del fumo che mi si attacca agli indumenti
in questo minchia di squat magico e di lusso
ma fumoso e fumogeno

mercoledì 12 gennaio 2011

Vita e Adamo in Cioran

Qualcuno usa alla minima occasione la parola "vita"? Sappiate che é un malato!

Fortunato in amore, Adamo ci avrebbe risparmiato la storia!

(E. Cioran, Sillogismi dell'amarezza)

L'arte di amare in Cioran

L'arte di amare? E' il saper unire a un temperamento di vampiro la discrezione di un anemone.

L'uomo secerne disastro

L'uomo secerne disastro (E. Cioran)

quando la feccia sposa un mito...

Quando la feccia sposa un mito
preparatevi a un massacro, o peggio ancora,
a una nuova religione (Emile Cioran, Sillogismi dell'amarezza)

Ansia in me e in Cioran

L'ansia - o il fanatismo del peggio! (Emile Cioran)

Ansia ansia, ansia ca ti pgilia
ansia ca t'abbaglia
ansia ca ti rraglia
ansia, anziani!
(Io, quindici anni fa o giù di li', sulla 95 tra Piazza Napoli e Piazzale Lodi, Milano, autunno 1997?)

P.S.: le parole mi erano nate cantate, o canzonate, o cantanti o canterine

martedì 11 gennaio 2011

Un sillogsmo al giorno

Plus un esprit court de dangers, plus il ressent le besoin de paraitre superficiel, de se donner un air de frivolité, de multiplier les malentendus à son sujet (E. Cioran, Syllogismes de l'amertume)

lunedì 10 gennaio 2011

mi restano cinques minutes

ieri la domenica era iniziata con un rasoio che sembrava non dovesse funzionare e invece ha funzionato, ma forse questo é successo sabato e lo colloco in domenica? comunque adesso ci ho la barba finta, cioé stinta, cioé rasata che mi sento bene e bello, kalo ' s kai agathos ma non credo si scriva cosi. ora forse chiudero' perché mi restano pochi minuti di credito, in ogni caso, buona barba a tutti. Mi sento un po stantio in questo lunedi soleggiato di Marsiglia con un libro (che contiene tutti i libri) di Cioran in più nella saccoccia e un appuntamento in meno, poco produttivo, inattivo, ho dormito tardivo, come Ivo!

domenica 9 gennaio 2011

domenica lunatica o simpatica comunque di questo passo arriviamo a Vasco Rossibus

niente da dire, anche perché il sonno si sta emparend delle mie forze, cioé imlpadronendo, che non so bene come si scrive in francese. Siamo andati a vedere la partita dell'OM di coupe de France, l'OM giocava contro l'Evian. Io pensavo che Evian fosse in Svizzera, invece é in Haute Savoie, cioé vicino al confine con la Svizzera. Infatti li pioveva a dirotto o nevicava, mentre qui a Marsiglia ha piovigginato solo poche ora in serata. Ora non so più che scrivere, domani sarà un girono carico di cose da fare, ma sono contento, oggi mi sono riposato bene, ci siamo riposati bene.