giovedì 19 gennaio 2012

torino liège in treno veritas

l'architetto con l'infradito lo incontrai al bar del trenobus, cioe' un treno come un bus! lo incontrai perché mi allontanavo da un possibile e non dediserato incontro... fin li era andato tutto bene, "é un coccolone", mi disse l'architetto riferendosi all'uomo che io volevo evitare di incontrare o che avevo voluto incontrare senza farmi fermare o chiedere la carta cantante e frustrante e castrante
Cinotriu mi aveva detto che stava arrivando e io dovevo allontanarmi. Mi ero allontanato da un lato, di na manu, ma poi quel lato finiva, quindi se volevo "superarlo", "saltarlo", "dribblarlo", eluderlo, dovevo andargli incontro, Cinotriu era tuttu cacatu, "no cosi te ne pentirai, ti prenderà, ti nchiuccherà", e mmeci no, lo saltai alla grande, stava seduto a controllare pezzi di carta ad altri o a chiedergli soldi per dargli in cambio pezzi di carta, Cinotriu non ci avrebbe creduto, sarebbe rimasto spantu, cioé tra spaventato e stupito, più o meno, già appena salito sul treno glielo avevo detto e non ci credeva che fosse possibile, mi aveva detto sei troppo fiducioso persino ingenuo, io potrei denunciarti alla polizia mi aveva detto, non mi conosci, e che gli dici alla polizia? che te ne viene a te? gli avevo detto. Poi mi aveva detto che condivideva certe mie ragioni ma il sistema ti schiaccerà e io gli avevo detto allora ammazzati! che vuoi che ti dica! se parti ccu ssa spinta, non dovresti fare niente, tanto tutto prima o poi finisce, niente esiste, allora evita anche di lavorare, di scricchiulare, all'inizio non mi aveva voluto dire neanche dove abitava né dove andava, un mezzo paranoico, poi mi disse che stava andando a Parigi a cercare (o cambiare) lavoro, aveva una faccia un po' schiacciata, somigliava a un mio vicino di casa conosciuto per essere romantico spocchioso poetico e pazzoide, insomma un tipo giusto, a posto, questo in più aveva la spinta buddhista e un po' proselitista ma non troppo, poi mi aveva offerto i grissini, e si era aperto a poco a poco, si definiva analista, o analitico, studiava carte con scritto cose che riguardavano analisi economiche e c'era di mezzo anche la svizzera. Poi mi aveva detto "se tu abbordi una donna francese ti fai cacciare, provaci", io non sapevo che pensare, ma effettivamente li vicino a lui c'era una donna vestita di nero un po' Claudia Koll un po' Dostojeskj e le cominciai a dire qualcosa, lei mi guardava occhi curiosi grandi e mezzo sorriso, poi gliela feci conoscere e ando' a finire che lui le fece vedere il libro de I Ching e lei ci casco' e si fece leggere le carte o il libro o qualcosa del genere. Poi io mi allontanai per chiedere un computer con connessione per vedere se Marta mi aveva risposto alla mail che le avevo mandato all'ultimo momento prima di partire da Torino Porta Susa, che qualche giorno prima eravamo rimasti che sarei arrivato il 18 ma non avevo confermato anche perché nei giorni precedenti mi ero concentrato sul viaggio e sullo spettacolo di Trento cioé dell'altro ieri che non mi par vero che ho attraversato due frontiere in cosi poco tempo e percorso millanta e millanta chilometri in 48 ore, insomma il computer lo trovavo ma senza connessione cioé senza chiavetta, a parte uno che era seduto nella "scatola" compresa tra due vagoni e mi aveva detto "ora proviamo" ma avevamo provato ma niente, ugna a famo, non si connetteva o solo per poco. Questo é un genio del viaggio pesante e ridondante irraionale, tre valigie una enorme e le altre due a scalare meno enormi, einvece di prendere laereo da Milano a Londra, per non voler aspettare (l'aereo partiva alle nove di sera ed ero a Milano da troppi giorni, mi disse) si stava sparando almeno dieci ore di treno iperveloce con relativa spesa e pesi e una notte da trascorrere alla Gare du Nord di Parigi all'adiaccio! Abita a Fenix, Arizona, infatti da Londra prendeva l'aereo, un tipo milanese che sembrava bergamasco o friulano dalla faccia e dalla parlata, mezzo biondastro vichingastro ma poteva essere benissimo anche siciliano! alla fine niente internet, Marta mi manda un sms per darmi il suo indirizzo e riesco anche a chiamarla che la carica wind tiene e tutto bene. Alla fine sul treno da parigi a Lille, nel cesso, c'era scritto con un pennarello: Tous gratuit, nike la SNCF (bande d'escroques)

e da Lille a Bruxelles salgono con me tre donne una marocchina due algerine, tutte e tre giovani, una delle tre, la marocchina, capisce che non ho il biglietto dalla faccia, ça se voit, mi dice. Anche loro non ne hanno. Ci sediamo in un vagone vuoto, c'é anche una giovane donna e mamma dell'Africa nera con due bambini neri di cui uno bellissimo. Arriva la donna del controllo, le tre donne africane del Nord fanno finta di non parlare francese e gli scappa quasi da ridere, la tipa del controllo chiama l'uomo del controllo che quasi minaccia le tre donne perché loro dicono che non hanno soldi (paracule col senno di poi), lui butta per terra un sacco delle donne, io dico che non mi pare giusto trattarle cosi, lui dice incazzato "vi chiudo le porte, non vi faccio uscire, vi riporto a Lille", alle donne, a me non chiede il biglietto, intanto l'africana coi due bimbi ha il biglietto ma di un treno che partiva fra due ore! é un po' anticipata. Nel frattempo i due controllormenand woman bloccano il vagone, ci blindano, l'africana nera dice che non lo possono fare, andiamo nel corridoio, l'africana nera passa, a me l'uomo mi dice che non posso passare, devo restare con le giovanei donne maghrebine ad aspettare la polizia, "ti faccio rimanere due ore in questo treno", mi intima, ci stanno sequestrando? Arrivano i poliziotti, a Bruxelles, intanto scopriamo che il biglietto costa solo 30 euro, paghiamo e ce ne andiamo. Ci sono due poliziotti con la felpa rossa (sportivi) e due in nero coi cani, non sportivi, i cani hanno la nuseruola! siamo soli, siamo vivi, invisibili, come canta Vasco Rossi. Ce semo e ce restamo. Da Parigi sta volta il Thalis per Bruxelles non me lo hanno fatto prendere che a ogni porta c'erano uomini grigi, costava 100 euro, preferisco vivere, gli ho detto, e ho fatto il giro da Lille. Poi da Bruxelles a Liège tutto a posto, ho anche incontrato Tiziana Matanza, originaria di Pietraperzia ma non c'é mai venuta, suo padre é nato a Bruxelles e suo nonno lavorava in miniera! che colpaccio!

martedì 10 gennaio 2012

al binario 21

Al Binario 21

Al Binario 21 alla Stazione Centrale di Milano c’è un mondo insolito. C’è un banchetto davanti una porta. Una porta aperta di un ufficio aperto. Dove si riuniscono uomini e donne con giacche blu che da un mese a questa parte non possono usare più quelle giacche blu per fare il lavoro che facevano…di notte! Nei treni notte. Un mese fa c’ero andato, avevo provato ad andare alla torre, perché sulla porta dell’ufficio con il banchetto davanti c’era e c’è uno striscione con scritto Siamo tutti sulla torre. In realtà sono tre sulla torre, altri sotto, nelle tende, attorno al fuoco, erano pochi, un mese fa. Io avevo dato una copia del mio libro Amico treno non ti pago, parlato con uno o due di loro nell’Ufficio occupato, poi provato ad andare alla torre e un poliziotto e una ploiziotta ferroviari mi avevano sbarrato la strada, la prima volta ero con una donna con la giacca blu (che prima lavorava e ora non più) e lei era passata e io no, la seconda volta con una donna “esterna” come me e ci avevano mandati a tutti e due anche se eravamo riusciti ad arrivare vicino il fustone con il fuoco e le tende. Ci avevano anche chiesto i documenti quella volta e noi non ce l’avevamo e avevano fatto accertamenti. Sta volta siamo passati, cioè ieri sera, eravamo io e Flavio. Flavio ha voluto firmare al banchetto al Binario 21, prima di proseguire per andare fino alla “torre”. Io avevo già firmato prima. Invece ho dato i soldi che mia zia e mia sorella mi avevano dato per la raccolta fondi per i licenziati. Mia zia non è venuta perché alle 18,30 fa freddo, dice, e ha ragione, poi Flavio è arrivato alle18,45 e faceva più freddo, anche se in questi giorni a Milano c’è sole e si sta bene…fino alle 18,30, infatti mi sono un po’ raffreddato perché avevo i pantaloni mezzo tempo che ero uscito di casa alle 14,00!

Con Flavio andiamo alla torre. Parliamo con due di quelli che dormono sulla torre, poi ci danno un telefonino e con uno di loro parliamo col telefonino che viene meglio, anziché gridare dato che loro sono a sette o dieci metri più in alto di noi. Poi uno di loro che avevo già visto e ci avevo parlato nei giorni passati e che è spuntato alla televisione l’altro giorno a Rai 3, mi ha salutato e abbiamo cominciato a parlare. Ha gli occhiali il faccione è di un paese a sud di Napoli, da come parla, e si chiama Gregorio. Ci ha detto un po’ di cose che sapevamo e altre no. Intanto è arrivato con un ragazzo e una ragazza che gli abbiamo chiesto se erano del Popolo Viola perché i primi tre uomini e donne seduti su una panca sotto la tettoia di nylon e che li avevo visti appena arrivato, parlando con loro, dato che uno di loro diceva “siamo indignati”, gli ho detto ma “indignati o incazzati?”, per sapere se erano del movimento degli indignati o “cani sciolti”, e lui mi ha detto “siamo del popolo Viola” e avevano una spilletta con Falcone e Borsellino sul petto e qualcosa di viola addosso. Allora sti due ragazzi che erano con Gregorio erano due “sciolti” che chiedevano informazione a una ragazza che fa informazione per le Frecce Rosse e la ragazza gli aveva detto che sulla torre non c’era più nessuno. E poi Gregorio ci ha detto che negli schermi televisivi dei treni Freccia Rossa dicono che sulla torre non c’è nessuno, e così fanno anche alcuni telegiornali o sindacalisti della CISL che hanno firmato l’accordo truffa per ricollocare i lavoratori della Notte e la CGIL non ha firmato perché era un contratto truffa e Gregorio ci ha spiegato per filo e per segno in che senso. In pratica le società che assumerebbero i licenziati lo farebbero per due anni al massimo, e poi sono società riciclate, cioè quella che era la Wastel, mi sembra di aver capito, ha chiuso o sospeso le attività, e il nipote del direttore o titolare (Gregorio mi ha fatto anche il nome su mia richiesta ma non me lo ricordo) ha fatto un’altra società, che si chiama Angel Sevice, perché lui si chiama De Angeli di cognome, e riassumerebbe con tutto un giochino sta gente per poi sottopagarli e mandarli al macero. Lui me l’ha spiegato per filo e per segno, tipo che sarebbe riassunti pochi e di area CISL! Insomma un magna magna bello e buono! E comunque alcuni di loro sono andati a chiedere a quelli che lavorano per queste società (società di pulizia, mentre loro sono cuccettisti) e quelli gli hanno detto che non li pagano da mesi! Praticamente passerebbero dalla padella alla brace, come diceva Gregorio indicando il fusto con il fuoco dentro!. Intanto ogni volta che passava un treno e il macchinista fischiava con il clacson del treno Gregorio fischiava col suo fischietto da ferroviere. Sta cosa era commovente perché nella freddezza delle vie ferrate e della sera milanese sentivi questi brividi di umanità che scorrevano lungo i fischietti e si spandevano nell’aria. Poi una volta è stato più commovente perché un macchinista si è sporto dal finestrino e ha sbracciato e salutato come fossero amici e fratelli. Purtroppo però non tutti i ferrovieri aderiscono a questo sciopero. Infatti sul banchetto ho trovato una Lettera ai cugini ferrovieri” dove i lavoratori della Notte chiedono solidarietà ai “cugini” ferrovieri e denunciano che fino ad ora non è arrivata questa solidarietà “storica”. Poi Gregorio ci ha detto che insieme a un suo collega l’altro giorno su una Freccia Rossa avevano detto ad alta voce, prima di arrivare a Milano, venendo da Bologna, “Alla vostra sinistra potete ammirare la torre coi ferrovieri licenziati “appesi” da un mese sulla torre”, e infatti un altro volantino del banchetto si rivolge ai viaggiatori delle Frecce Rosse. Poi a uno di quelli “appesi” da lontano gridando abbiamo detto “Ma non possiamo fare un blocco, bloccare una Freccia Rossa?”, lui ha risposto “Possiamo fare un block notes!”. E ci siamo messi a ridere.