venerdì 23 aprile 2010

diario o semidiario della tournée da Perugia Pisa aprile 2010

A Perugia, il 10 aprile, al Macadam, era di sera, e presentavo Milano chim era: la prima data della tournée che prevedeva altre tre date: Viterbo (11 aprile), Calci (Pisa), 15 aprile e Sovicille (Siena), più una prova aperta a Bolsena, il 13 aprile, Libreria Le Sorgenti, prova aperta di Amico treno non ti pago, che avrei presentato il 16 a Sovicille come predetto. Poi ci fu un'altra prova fuori programma a casa di Emanuela e Giuseppe che mi hanno gentilmente ospitato e sopportato nelle case sparse vicino Sorano (si chiamano davvero così, c.s. c'ès critto nell'indicazione che vi trovate lungo la strada che va da Sorano verso chiddu ca iè, e non vuol dire centro sociale, bensì CAse sparse!), comunque si chiama Montorio il posto dove abitano loro. Allroa stavo dicendo di Perugia, anche se poi mi sono fermato a Sorano o lì vicino, sì' perchè Sorano è stato importante, tra le altre cose ho rivisto, casualmente, proprio a Sorano, Marcello Baraghini, il direttore responsabile e fondatore di Stampaalternativa, che non vedevo da circa quattro anni e son stato contento di rivederlo, nonostante le perplessità e le remorine accumulate nei suoi confronti negli ultimi anni, però incontrarlo è stato bello, perchè, voui o non vuoi, le remore e le perplessità, si nutrono anche se non soprattutto di assenza, di lontananza, e, paradossalmente, a volte perversamente, sono un modo di legarci a persone e situazioni che non abbiamo superato, che non abbiamo smaschearo, o semplicemente perchè ci mancano...Comunque, Baraghini, con tutti i distinguo possibili, è stato l'unico editore serio con cui ho avuto a che fare, e basta!

A Sorano ho fatto una prova, dicevo...e Giuseppe, che si stava addormentando perchè era tarda sera e lui la mattina si alza alle sette o anche prima per andare a lavorare, ecco, alla fine del racconto Amico treno non ti pago, mi disse "C'è, c'è...", per dire che andava bene, non foss'altro perchè ero riuscito a tenerlo sveglio anche se per pochis econdi gli occhi le palpebre erano cadute, stanche...Poi qualche domanda e confronto, e poi al prova alla libreria Le sorgenti, dove è venuta anche Anna, la prima direttrice o responsabile di un teatro (di Acquapendente in provincia di Viterbo) che non ha a che fare con il teatro personalmente, cioè non fa teatro come professione o cose così, un sogno. però S., della libreria, ci ha messo lo zampino per dare il tocco di "scolasticità" coatta al tutto, e prima di salutarci, dopo che avevo parlato dell'argomento, dei ferrovieri, dei tentativi di sciopero del biglietto individuale e collettivo in Francia e in Belgio, anche perchè la sera prima, a casa di E. e G. ci eravamo concentrati un pò troppo sull'aspetto tecnico e sull'esigenza che io abbia un regista, uno sguardo esterno ecc. ecco che S., che è costumista e pararegista (e forse anche paraculo o paracula, comunque è una strega autodefinita che la voglio bene in quanto tutto, strega compresa!), ecco che mi ha detto...se una volta vieni e stai due giorni ti sistemo io!, cioè, ti aggiusto i movimenti del corpo per esprimerti in modo più tecnico! O una cosa del genere! E qui ci sarebbe da fare tutto un excursus, ma diciano solo quello che mi disse Antonio Carletti di Teatrovunque, qualche giorno dopo, che andai a Sestri Levante (17 aprile) a vedere il suo spettacolo I ragazzi dell'Ovest, Antonio mi disse che il regista è nato, come figura e come funzione, recentemente nel teatro, per controllare e in un certo senso reprimere, o "contenere", gli slanci degli attori che potevano essere poco controllabili, anche politicamente?, mi chiedo, domanda aperta, insieme ad altre, e dire che prima dell'inizio della prova di Bolsena avevo citato il GAT, manifesto del GruppO Antiteatrale che ha scritto Pippo S., e pubblicato nell'Agenda L'Aria autoprodotta a Perugia nel 1994, se non sbaglio, dove c'era scritto, tra le altre cose, che il regista è il nemico numero uno, o qualcosa del genere, ora, è chiaro che io lo dicevo per provocare, ma S., come fu come non fu, mi colpì alla fine, prima di uscire dalla libreria, E. piglià cumu la menta, e quindi era finita così, a tarallucci e vino, comunque, grazie a tutti e baci e abbracci in ogni caso.

Fine prima puntata, dovrei riprendere dal racconto di Perugia, mi piacerebbe continuare a più non posso, ma sono stanco di stare davanti il computere di questa bella biblioteca di Alpignano, che ogni tanto si imballa (il computer, non la biblioteca!), e c'è anche una impiegata giovane e carina, una via di mezzo tra Julia Roberts e C., una tipa di cui mi ero invaghito vent'anni al mio paese, e tra le altre cose ha il suo stesso nome, chi lo sa, cioè di quelli della parti dintra, potrebero indovinare il nome, ma poco importa...

ecco, a perugia, prima di iniziare, che era tutto all'arrembaggio, neinte locandine all'esterno, ma solo sul web, mi stavo scoraggiando, invece poi è andaqta bene, Ilario, che organizzava la serata, mi disse che gli avevano telefonato per fare un banchetto di libri, ed erano quelli dell'Associazione papa Giovanni XXIII, che io e Ilario ci eravamo messi a ridere e io a gridare di scandalo scherzoso, perchè l'associazione è quella di don Benzi famoso prete integralista recuperatore di prostitute, e il pregiudizio avrebbe potuto avere la meglio, invece sapete che libri hanno portato i due ragazzi dell'Associazione pregiudiziata? Quando si dice..il pregiudizio ci accieca, nientpopodimeno che i libri di Carmelo Musumeci, l'ergastolano che tre anni fa insieme ada altri ergastolani e anarchici di mia conoscenza e tanti altri lanciò la campagna Mai dire mai, per l'abolizione dell'ergastolo ostativo, il libro si chiama L'assassino dei sogni, uno dei tre, che è quello che ho comprato, anche perchè la serata era andata bene,tra cachet e cappello integrativo, a parte i vecchi amici dell'ex Onagro che sono venuti quasi tutti e che sono stato felice di vedere, a parte Chiara B. e il suo compagno francese che sono venuti dopo tre anni che non ci vedevamo anche se con lei quasi due anni fa di striscio ci eravamo visti alla stazione di Bologna prima che io partissi per la Francia, eh sì perchè adesso, dopo il Nicaragua, la Francia, Roma e il Veneto, Chiara B. abita in una comune tra Gubbio e le Marche, e quindi, avendolo saputo via mail, era venuta insieme sl suo compagno e a una sua amica. Ecco, il libro l'ho comprato, mi aspettavo un libro retorico (anche lì pregiudizi), invece ho trovato una scrittura molto fluente, certo, contenuti duri e crudi a volte, ma non sempre, a volte anche ironici, nella tragicità, soprattutto il colloquio tra un ergastolano e la psicologa, che è catalogato, nell'indice del libro, sotto la dicitura teatro, infatti è da leggere ad alta voce a due voci, ovviamente, e io l'ho fatto con C., una mia amcia di Sestri L., che abita a Sestri L., e d è stato bello, anche se lei midice sempre che quando leggo o interpreto oralmente i racconti epici sono sereno, ma quando gli parlo delle cose vere di cui racconto nei raconti epici mi manda a fare in culo o quasi, anche lei è un pò una paracula, e poi ci ha anche un c.....mediterraneo! Ho scritto a Carmelo Musumeci in carcere, mi ha scritto con una velocità lampo, mi ha mandato notizie interessanti che se volete vi giro, intanto vi giro qualcosa via mail, tra le altre cose ho scoperto che Carmelo ci ha anche una mail, comunque un abbarccio riposante, ancilo