giovedì 28 febbraio 2013

scuse e chiarimenti su Beppe Grillo e Padre Pio

Scuse e precisazioni a proposito di Don Gelmini Beppe Grillo e padre Pio Mi volevo scusare e intanto ringraziare Valerio per avermi pubblicato tempestivamente lo sfogo dal titolo Don Gelmini Beppe Grillo e Padre Pio. Intanto quando dico che sono stato tentato di preferire Bersani a Beppe Grillo, volevo chiarire che io non voto da undici anni e in questi undici anni ho imparato a riprendermi la mia vita fino in fondo pagandone le conseguenze e assumendomi le mie responsabilità politiche e individuali. Quindi lungi da me “tifare” per Bersani, questo lo dico perché magari poteva non essere molto chiaro. Dal 2006, quando arrivai in Val di Susa, ho imparato che Bersani e tutto il PD fanno parte delle cordate cementizie della TAV e non solo. Sei davvero indipendente quando ti assumi le tue responsabilità fino in fondo e strappi la tua tessera elettorale o non vai a votare o pur andando a votare sei cosciente dei limiti del sistema elettorale e parlamentare in generale. Non sono neanche con chi e per chi fa le campagne antielettoralistiche, nel senso che anche lì ci posso essere limiti e irrigidimenti, una per tutte: accanirsi contro chi va a votare o contro il sistema elettorale deve avere anche un “freno” nella consapevolezza che ci sono molti agenti e fattori di condizionamento, pensando al futuro penso ai condizionamenti elettronici che potrebbero entrare nei nostri corpi nei prossimi decenni, quindi se vogliamo fare una critica del sistema la facciamo ad ampio raggio, ma comunque, mi sto dilungando. Però teniamo sempre fermo il punto che Beppe Grillo ha fatto il gioco di destra e sinistra perché gli consente di continuare a farsi mantenere da noi, perché se Beppe Grillo non avesse coinvolto tutta questa gente mandandola alle urne (perché poi quello ha fatto) milioni di persone si sarebbero rivoltate, e lo ha detto lui stesso dandogli ovviamente un accezione positiva: e cioè che ha visto tanta gente che gli diceva “io mi metterei a sparare” o farei cose folli. Attenzione: ce ne sono molti che non si metterebbero a sparare ma svilupperebbero comunque la loro istanza di rivolta. E questo lo dice anche Cristopher Lasch nel libro (la versione francese) La cultura del narcisismo: la gente dice che non ne può più dei politici però continua a votare, sa che sono ladri e criminali ma continua a votarli. Basterebbe essere coerenti fino in fondo, e questo porterebbe alla rivolta! Questo era il concetto che volevo esprimere quando parlavo dei voti di protesta che diventano di “finta” protesta se dati a Beppe Grillo. Poi l’ultima precisazione: quando dico che il 70% degli italiani invoca/vota Padre Pio parlo di un sottobosco: molti comunisti sono devoti di Padre Pio, quindi dico questo per invalidare ancora di più il sistema elettorale: il nostro credo profondo è a monte, noi votiamo ma il voto è sempre qualcosa di superficiale, la punta di un iceberg, l’altro giorno sul treno una signora mi ha detto che ha votato per Giorgia Meloni “perché mi è sembrata bella e brava”, perché diceva che avrebbe aiutato i giovani e cose così. Ma la signora stessa, come milioni di persone, e questo è venuto fuori con Beppe Grillo soprattutto, hanno votato per “rompere le uova nel paniere a Bersani e Berlusconi” (me l’ha detto uno a Carrara giorni fa), per “protesta” (molto vago questo voto di protesta, è una rabbia o una tendenza a scombinare le cose ma dando e delegando sempre ad altri, e quegli altri hanno comunque interessi, parteggiano, costruiscono qualcosa con “quella cosa che tu gli dai e che chiamiamo voto”, chiamiamola fiducia, devozione o come la vogliamo chiamare). Poi possiamo anche ricordare che padre Pio parteggiò per De Gasperi e lo sostenne con “le preghiere presso il Signore e con le parole presso i fedeli” per far trionfare il “partito dell’ordine”, in cambio di pressioni per farsi dare 250 milioni di lire di allora (fine anni ’40) per costruire la Casa sollievo della sofferenza (si veda Padre Pio, miracoli e politica nell’Italia del ‘900), di Sergio Luzzatto (Einaudi). Questo per chiarire, chiedo ancora scusa per essermi fatto prendere l’altro ieri dalla foga

mercoledì 27 febbraio 2013

diariodinaveeditreno infinitamente..

Dopo una settimana estenuante, a tutti i ilivelli, per me con sei spettacoli in sei giorni, tra Firenze e Lucca passando da Carrara e Pistoia, e mettici tutto il carico della settimana elettorale che si è scaricata sul lunedì, che per me è stato l’ultimo giorno di soggiorno in Toscana (scusate i giochi di parole apparenti ma sono tutti…insorgenti!)…ecco che mi accingo a fare una scorsa, un bilancio, un racconto. Il timore che avevo, dopo aver comprato la Repubblica stamattina a Termini Imerese, e dopo aver letto qualche articolaccio sulle elezioni, è che Beppe Grillo possa dividere i movimenti e le individualità in lotta più di come non lo avesse fatto l’Ulivo con Bertinotti nel 2006. Poi ho letto anche che Beppe Grillo ha riportato al voto 3 milioni di persone che non avrebbero votato, che è come dire “Quest’uomo è una bestia, è un pericolo pubblico”, ma al contrario, nel senso che lui stesso ha dichiarato di aver fatto da cuscinetto altrimenti in Italia ci sarebbe stata una svolta a destra e magari estrema, ma in codice sta dicende, e ci pensavo giorni fa, che lui rappresenta una destra mascherata, e neanche tanto mascherata, se è vero come è vero che scaccia l’occhio a Casa Pound ecc. ecc. Ma la cosa che più mi fa rabbia è che quest’uomo ha recuperato milioni di persone che avrebbero benissimo potuto autogestirsi la rabbia (molti voti per Beppe Grillo sono stati voti di rabbia e di protesta) e incanalarla in modo più efficiente e individuale ma anche organizzato, mentre adesso sono tutti incanalati e inscatolati nel corgiuolo del Movimento 5 S, comunque voglio evitare di accanirmi e di abbandonarmi al pessimismo, ma non volevo nascondere impressioni e spunti di riflessione. Voglio che la mia vita non sia solo una vita da vivere ma una vita da raccontare perché da un racconto si impara sempre qualcosa, mentre in una vita intera si può non imparare niente, firmato Ch. L’ho trovato in una specie di post it attaccato in una bacheca di un bar (Il botteghino) di Sorbano del Giudice, appena fuori Lucca. Qui ho soggiornato due giorni d Massimo e Donatella, che oltre a organizzare un mio spettacolo all’interno di una festa di quartiere, mi hanno ospitato due giorni. E’ stata l’ultima tappa di una settimana di racconti teatrali che da Firenze Carrara e a Pistoia mi ha dato grande gioia e soddisfazione. Vorrei dire molte cose ma sarebbe troppo lungo, provo a partire dalla fine. Oggi sono arrivato al Porto di Termini Imerese da Civitavecchia, era la prima volta che sbarcavo a Termini, fino a oggi a Palermo e Catania. Da Livorno non ci sono più navi almeno in questo periodo, quindi da Lucca Donatella mi ha accompagnato a Pisa e da lì ho preso il treno per Civitavecchia. Ho regalato a Donatella una copia del libro Amico treno non ti pago, quindi prima di accompagnarmi lei mi ha detto “Possiamo partire anche poco prima perché tanto tu il biglietto non lo fai”, io ho detto che potrei anche farlo, ma poi siamo arrivati con più di mezz’ora di anticipo alla stazione di Pisa e io ho detto a Donatella che con tutto il tempo che c’era da aspettare potevo anche fare il biglietto. E lei mi ha detto “Ma perché? Se non lo vuoi fare non lo fare”, e quasi quasi mi sussurrava che c’erano tante cose belle da fare e da vedere alla stazione. Come per magìa mentre eravamo fermi al primo binario, lei con la mia chitarra sulle spalle e io con il mio zainone e la sacchina di stoffa sulle spalle, sentiamo un gridolino di donna. Viene dall’atrio della stazione. E viene verso di noi. La voce delle fanciulla è sempre stridula, lamentosa più che altro, urlo strozzato. Strozzata è un po’ anche lei da un uomo che la tiene stretta con il braccio attorno al suo collo. Dopo qualche secondo di interdizione deduciamo che quello è un poliziotto in borghese e lei, a detta di un capo stazione che li segue, “è una borseggiatrice”. Tutti e due scompaiono dentro l’ufficio della Polfer. Mentre cerchiamo di capire cosa succede e di stare attenti che non la maltrattino, ci arriva un suoni di chitarra. Io che mi ero avvicinato all’Ufficio della Polfer mi giro verso Donatella che era rimasta ferma e le chiedo da dove viene la musica. Lei mi indica uno dietro di lei, seduto per terra e con una bella chitarra di quelle tutte chiuse che non so come si chiama, e io mi ci avvicino. Gli vorrei dare soldi perché suona molto bene e perché ho un debole per gli artisti di strada (sarà perché per un po’ di anni l’ho fatto anch’io, con ritratti e chitarra?), ma non vedo né un cappello né un qualcosa che alluda a una richiesta di soldi. Alla fine si alza e prende il treno. Scambiamo due chiacchiere prima che lui prenda il treno per Firenze. Poi salgo sul treno per Salerno che mi porterà fino a Civitavecchia. Prima di salire chiacchieriamo con Donatella e le dico che mi colpisce il fatto che lei non mi incoraggi o non mi invogli a fare il biglietto, di solito chi accompagna qalcuno che non ha il biglietto deliberatamente mette ansia, in modo esplicito o subdolo, della serie “Fatti il biglietto così stai tranquillo”, Donatella no, “Io lo farei, perché mi metterebbe ansia non averlo, ma se tu non vuoi farlo ti gestirai la tua ansia come sai e come puoi”. Salgo sul treno e l’ansia è lì, ma non è forte né pressante, Donatella mi indica un capo treno che sta andando verso la testa del treno e quindi faccio bene a salire a metà treno. Mi siedo in uno scompartimento con una donna che sembra interessante, legge un libro, capelli lunghi. Mi piace che c’è il sole dopo giorni di pioggia e di neve. Anche a Lucca, anzi a Sorbanello, domenica pomeriggio, a partire dall’una era spuntato il sole e avevamo fatto un po’ di passeggiate dalla Sala Parrocchiale al “barino” per bere una volta una biadina (con i pinoli, che ho scoperto essere tipica di Lucca e non l’avevo mai bevuta pur essendo venuto a Lucca almeno una volta ogni due anni negli ultimi sei anni) e in seconda battuta (o passeggiata) una China Massagli (anche la biadina è prodotta dalla Massagli, questo l’ho scoperto ieri prima di ripartire dal barino dove ho bevuto l’ultima biadina, e mi hanno detto che non si dice mai l’ultima, al limite si dice “la toppa”, che c’era un tipo al bancone che mi disse che una volta aveva bevuto 18 toppe!) Dopo un po’ di piccole telefonate, appunti di viaggio e fermate di treno socializzo con la signora che alla fine compra una copia del mio libro Amico treno non ti pago ma me lo fa dedicare al figlio, lei è di Amalfi ed è stata a Genova per motivi clinici andata e ritorno in 24 ore. Dopo faccio un giro perché vedo che sta arrivando il controlman. E dopo un po’ torno. E alla fine arriviamo a Civitavecchia felici e contenti e debigliettati. Da Civitavecchia via in nave per Termini. Arrivo stamattina dopo un viaggio bello in nave, ho anche potuto dormire meglio che l’ultima volta, che avevo preso la nave da Napoli per Palermo, due mesi e mezzo fa, ma i braccioli delle poltrone erano fissi e per stendersi nella fila di poltrone era impossibile o quasi. Stanotte invece si alzavano i braccioli e mi sono disteso e dormito a scaglioni, anche per via di una bimba neonata che ciangottava a sprazzi. Da Termini devo prendere il treno per Caltanissetta, devo aspettare circa due ore, c’è una bigliettaia bella bruna sangusa, chiacchieriamo un po’ e le faccio un ritratto, mi dice che c’è un piccolo teatro e una libreria a Termini Imerese, ma biglietto non me ne faccio. Mi viene la depressione al pensiero di fare il biglietto. Al pensiero di “rasserenarmi” e non vivere l’ansia politica. Al pensiero che potrebbe succedere quello che successe l’anno scorso, e cioè che a Roccapalumba (coincidenza per Caltanissetta) ci potrebbero fare aspettare due ore, invece no, stavolta lei (Marianna) mi dice che non aspetteremo. Ma anche l’anno scorso a Palermo ci dicevano che non avremmo aspettato più di dieci minuti. Intanto telefono a Donatella, dico che è andato tutto bene e che continuo a gestire l’ansia. Salgo sul treno dopo quasi due ore. Mi siedo di fronte una ragazza con capelli lunghi e occhi azzurri, le faccio un ritratto e glielo regalo. Le dico che non ho il biglietto e lei dice che se passa mi fa il culo, ma poi mi dice che è già passato prima di Termini e che sono stato fortunato. A Roccapalumba scendo e e la coincidenza è lì. Sale un signore anziamo con due ruote in mano, due ruote di moto zappa, nuove, copertoni e camera d’aria. Mi dice che è di Vallelunga. E che è venuto a comprare i copertoni a Termini. Gli chiedo se c’è la stazione a Termini. Lui mi dice di sì. Una signora di fronte a lui dice “Fino a quando?”, lasciando intendere che manca poco che la chiudano. “E’ già chiusa veramente”, dice il tipo, “solo che ancora ci passano i treni, non c’è biglietteria attiva né niente”, solo 5 treni al giorno, aggiunge la signora. Io dico che ho saputo che stanno rimodernando la linea ferroviaria tra Palermo e Catania. “Ma saranno treni diretti”, dice la signora, “la cosiddetta Alta Velocità”, dico io, “Sì e le stazioni piccole le chiuderanno e non si fermeranno più i treni”, il tipo dice “ma ormai tutti con le macchine vanno in giro”, ed è bellissimo vederlo con le due ruote in mano mentre dice queste parole, “anch’io oggi potevo venire in macchina”, aggiunge. “Ma per chi non può o non ha la macchina..” dice la signora. E io penso al discorso che facevamo con Franco un mese fa, lui abita a Troia, e diceva molto realisticamente “Che cazzo fanno ferrovie tra l’altro veloci e più costose ecc., comunque i treni non li prende più nessuno, che ci aggiustino le strade almeno avremmo strade praticabili che in tante strade in Sicilia rischi di danneggiare la macchina o di sbandare ecc.” Arrivo a Caltanissetta Centrale senza colpo ferire. Prendo l’autobus degli studenti e arrivo a Pietraperzia alle due e mezzo o forse le tre. Perché ho raccontato tutto ciò? Perché Donatella mi ha invogliato a scrivere di ieri e di oggi, perché è il primo viaggio in treno del 2013 (a gennaio non ero partito e ai primi di febbraio avevo sempre preso autobus da Caltanissetta a Palermo o da Pietraperzia a Catania o da Catania a Siracusa. Non per accanirmi con Beppe Grillo ma ci sono tre elementi che mi provocano a tornare a lui. La ragazza “strangolata” dal poliziotto in borghese forse era una romena, e Grillo qualche anno fa aveva detto che era stato un danno aprire le frontiere ai romeni e che era meglio rimandarli in Romania o una cosa del genere, ovviamente dopo che c’era stato la famigerata aggressione della donna nella metropolitana di Roma e che il primo sospettato era un romeno! Gli artisti di strada sono sempre più tassati, multati e cacciati dai centri storici delle città, non so Grillo cosa ne pensa ma non mi aspetto grandi aperture a giudicare dalla chiusura nei confronti dei romeni, ma forse esagero, forse sono troppo prevenuto. Per il biglietto del treno e per l’ammutinamento individuale e collettivo penso che Grillo, a occhio e croce, non so se sarebbe d’accordo, ma non posso dire niente. L’unica cosa che ho visto coi miei occhi è un video di Grillo in Val di Susa, il 3 luglio, c’ero anch’io ma queste immagini le ho viste nel video perché io ero nel corteo che attraversava il bosco e Grillo in quello “istituzionale” che partiva da Exilles e quindi non potevamo incontrarci. C’è un gruppo di persone che parlano sotto un albero per decidere cosa fare, se andare a sostenere altri compagni che stanno subendo cariche della polizia alle reti o no. Una ragazza che conosco, molto moderata, dice che è urgente andare, e anche altri, Grillo tratta da morto di fame uno che conosco e che dice che è urgente andare, e Grillo lo prende per il culo perché il tipo ha una bottiglia di birra in mano e quindi cerca di farlo passare per ubriacone mezza calzetta. Il tipo gli dice “buffone” e se ne va. Grillo tenta di proporre la sua “formuletta”, “fate come noi, stiamo mandando lettere e petizioni al Parlamento Europeo per fermare la TAV, andare alle reti è secondario..:”, mentre parla però altri cominciano a dire che in quel momento andare alle reti è prioritario, Grillo capisce che sta perdendo “potere”, ascolto, consenso, si ritira dietro un albero a parlare con altri del suo entourage, c’è anche il Sindaco di Venaus e presidente della Comunità Montana della Val di Susa con lui, dopo un po’ Grillo esce dicendo “Va bene, andiamo a vedere cosa succede alle reti”, si era arreso. Io mi auguro che sia sempre così, ma purtroppo la vedo dura questa possibilità, e cioè che invece di ascoltarlo e riporre fiducia anche per protesta e votarloe cc. Ecc., ognuno di noi si prenda in mano la propria vita e costringa Grillo e chi per lui ad andare a vedere cosa succede “alle reti”, 27 febbraio 2013, pietraperzia, Angelo Maddalena

lunedì 25 febbraio 2013

Don Gelmini, Beppe Grillo e Padre Pio

c'è stato un momento in cui mi sono fatto coinvolgere dai possibili esiti delle elezioni, poco fa; c'è stato un momento che ho sperato che Bersani "vincesse" su Grillo e Berlusconi, un momento che volevo telefonare a una amica che mi ha detto di aver votato % stelle, per dirle che Grillo non ha rifiutato una possibile alleanza con Casa Pound, e altre cose ancora. Poi l'ho superato, hio superato tutto: già cinque anni fa avevo scritto che gli italiani non votano Berlusconi o Bersani, e non solo gli italiani, parlo degli italiani nella fattispecie ma potrei dire anche i francesei, i belgi, insomma gli europei, gli occidentali. Avevo scritto, non ricordo bene, credo di averlo scritto in un post del mio blog qualche anno fa: il 70% degli italiani invoca Padre Pio (dati statistici del 2006 pubblicati da giornali quotidiani e non solo, credo che io lo avevo letto su Il Messaggero), il resto vota Don Gelmini (i voti di Berlusconi, Fini, Casini, Giovanardi ecc. sono collegati a don Gelmini) e il resto vota Beppe Grillo, avevo scritto allora, in tempi non sospetti. Paragonando Beppe Grillo a Padre Pio e don Gelmini...Molta gente che vota Beppe Grillo lo fa per "protesta", che è cpme dire: io non voglio più prendere botte nè bastonate, allora me ne vado da un luogo dove danno bastonate e ti rubano soldi, invece uno che vota per protesta è come uno che dice "rimango a prendere bastonate e a farmi rubare i soldi, la dignità, l'autonomia, la creatività, l'immaginazione, la sensibilità". Grillo non ruba soldi, ma ruba tutto il resto: l'immaginazione sicuramente perchè è un mago della comunicazione, quindi quello che tu potresti immaginare e sopratutto dire e pensare lo fa lui per te. Faccio un esempio: io dieci anni fa mi ero invaghito di un missionario "politico" e antimilitarista, nel senso buono del termine dico politico, si chiama Alex Zanotelli quel missionario. Forse gli avrei dato il voto ma non credo, e comunque lui non si è messo mai in lista e credo che mai lo farà. Però era comunque molto più coerente e insospettabile di Grillo, Zanotelli, a differenza di Grillo, non vende nulla di quello che produce (a parte qualche libro pubblicato dalla EMI e uno o due da Feltrinelli, abita in una casa piccolissima in un quartiere popolare di Napoli, alla Sanità, circa dieci anni fa andai a trovarlo. Eppure...non mi fiderei neanche di lui se si candidasse....sarà allergia? teoria e pratica della responsabilità riconquistata fino in fondo? responsabilità individuale ovviamente e collettiva nella memoria e nel racconto. Grillo si avvicinò a Zanotelli e migliaia di persone che seguivano Zanotelli cominciarono a dire "Grillo mi piace voterei per luI", compreso io anche se non lo dicevo così ma tendevo a pensare queste cose, poi una volta vidi Grillo in un comizio alla Marcia per la giustizia a Quarrara e c'era anche Zanotelli. Dopo pochi minuti me ne andai indignato per lo stile di Grillo: sembrava un prete ma forse peggio: arringava e prendeva per stupidi quelli che lo ascoltavano, dicendo più o meno indirettamente: Fate come me, internte, la rete ecc. Me ne andai indignato un pò come anni fa un sacerdote del mio paese se n'era andato indignato da un "comizio" di don Gelmini: "ha uno stile Mussoliniano da arringatore di folle", disse quel sacerdote. Padre Pio non l'ho mai visto parlare, chissà, forse...Io sono Padre Pio! Io Sono Padre pio l'ho raccontato tre giorni fa a Pistoia e i volti, i sorrisi e le esplosioni di ilarità e comicità straripantemi hanno rimepito ilcuiore: beviamoci su, ridiamoci su, la depressione è alle porte, ma noi lottiamo, riprendiamoci in mano la vita fino in fondo, andiamo a Niscemi il 30 marzo per la manifestazione NoMUOS e il 23 marzo in Val di Susa e a marzo sempre a Messina a fianco degli ex occupanti del Teatro Pinelli Occupato! La cosa che mi ha preoccupato di più è che quando ho sentito le previsioni questo pomeriggio ho avuto un sussulto filobersaniano...in chiave antigrillina, e che poi stavo deprimendomi quando ho saputo che forse vince Berlusconi e Grillo potrebbe superare Bersani...siamo alla frutta e andiamno giù

venerdì 22 febbraio 2013

da Firenze a Pistoia passando per Carrara

Oggi non nevica a Pistoia! E neanche piove! e c'è anche il sole! in culo alle previsioni che lunedì dicevano che da mercoledì "neve anche in pianura" in tutta la Toscana e quel minchia di simboletto nuvoloso e piovoso piantato sulla Toscana e anche altrove rrompeva (no) i colgioni...i simboletti e chi ce li mette! Maledetti basTARDI, SONO ANCORA VIVO! Io e i miei sandaletti da sparviero! Ieri giusto due goccioline appena arrivato a Pistoia col treno da Carrara, che sta volta il biglietto l'ho fatto e ho fatto bene: bisogna rompere sempre gli schemi, provare il "brivido" del "proibito", cioè del biglietto! Mondo capovolto...è stato bello rivedere Ilaria e Antonella ieri in quella minchia di libreria Lo Spazio di Via dell'Ospizio qui a Pistoia...E' una Pistoia continua...Non è venuto ilminchione di Ugo che anche lui non lo vedo da quasi otto anni...però ha chiamato, se l'era dimenticato? forse stasera recuperiamo... Dopo il miracolo di Firenze, alla Citè, il "miracolo" di Maria Pia che ha comprato 4 libri solo lei e poi Tiziano, Ivan venuto da Bologna, Adele da Pietraperzia/Milano Pontassieve, Gianfranco e Marcello ds Barrafranca/Valguarnera Pontassieve (Pontassieve sarà un covo di sbandati o desaparecidos o vagabondi o precariati?)e poi Flavio e Mamita da Milano...in questi giorni Toscana, Firenze e Pistoia caput mundi, tutti passano da qui, amici di infanzia e amici recenti, paranti e serpenti...anche Gianfi che dopo anni di firriare per i cantieri di mezza Italia l'altro giorno è passato da Viareggio e mi ha raccattato alla stazione per portarmi a Carrara dove anche lui andava per...cantieri e ha dormito all'Hotel Michelangelo 5 stelle (non quelle di Beppe Grillo!) e io dormivo nella porta accanto, in un studio studietto con videocamere e chitarre e computer e il soppalchino con il letto a quattro stelle...le stelle erano vicine perchè il soppalchino guardava il cielo, oltre le travi e il solaio ovviamente...grazie a Gerri del Circolo dei Baccanali che mi ha ospitato e rinvigorito...che magìa quella gente assiepata attorno al camino (c'era davvero un camino anche se spento) in quella stanzetta dell'osteria con un tavolo lungo dove qualcuno mangiava e tutti ascoltavano e sostenevano e partecipavano al rito del racconto vivo..Alla Maddalena, la favola del 3 luglio in Val di Susa! Lì, che adesso vogliono sfondare il Tambura, una montagna piena d'acqua e di grotte e fare un tunnel di almeno dieci chilometri per fare cosa? per andare dalla Garfagnana al mare! per portare dieci pensionati dalla Garfagnana al mare! tutto ciò per scavare ancora e trovare altro marmo e distruggere quel che resta della montagna e del giorno Ora pronobis

lunedì 18 febbraio 2013

Firenze, 18 febbraio 2013...riflessioni di Amico treno in preparazione della presentazione del 19 febbraio alla Citè

Aneddoti: io e Pierlugi senza biglietto in bus a Firenze marzo 2010. Nel 2010 avevo presentato Amico treno non ti pago al CPA di Firenze. C’era anche Pierluigi Virelli che mi aveva accompagnato con la chitarra. Nell’autobus c’erano i controllori, abbiamo comprato il biglietto da una signora. Io ho detto al controllore che a Verbania ci sono i trasporti pubblici gratuiti, il controllore ha detto “Che cosa? Il verbale?”, e Pierluigi “Sì vabè, quello ha sempre il verbale in testa”, poi io stavo per timbrare e Pierluigi mi ha detto “Non timbrare”, “Ma è qui davanti, ci scopre” (il controllore era a pochi passi da noi), e lui mi ha detto “Non timbrare”, io non ho timbrato e non ci ha scoperto, ci siamo fatti una bella risata appena scesi dall’autobus. Firenze è una delle città dove i controlli sono più frequenti e rigorosi! Firenze lo sai, non è servito a cambiarla…canta Ivan Graziani Trenitalia gestisce l’ex ATF, me lo ha detto una libraia di Lucca due mesi e mezzo fa, era entusiasta di Amico treno non ti pago, all’ultimo momento mi ha chiesto il 40% dei libri che avrei venduto durante la presentazione! E’ peggio lei o Trenitalia? Altra libreria di Lucca fa una cosa simile, meno percentuale ma con l’aggravante che ci conosciamo da anni coi librai. A parte la “lucchesità” degli aneddoti…mi era capitato il contrario: a Siena, Bergamo, Milano, mi hanno pagato e dovrebbe essere sempre così, soprattutto se c’è uno spettacolo dietro e dietro ancora un artista indipendente che vive e “dipende” dalla sua arte e solo da quella, senza doppi lavori e tripli salti mortali… Dove sta l’inghippo? La libraia di Lucca e anche l’altro libraio “amico” (era capitato per la prima edizione di Amico treno a Milano, che librai Amici di Pisapia avevano rifiutato di far presentare Amico treno, anche se amici dell’autore di Amico treno, da premettere che Pisapia aveva aumentato il prezzo dell’ATM appena salito in carica come Sindaco di Milano)… Allora è una scelta politica? Forse, non si sa, ci sono sospetti… e cioè, vabè, la clientela non è abituata, non è politically correct ecc. che uno scriva in un libro quello che fa tutti giorni: e cioè non solo denunciare ma anche praticare una protesta attiva, diretta, ma nel caso della libraia di Lucca che si era palesata interessata alla lotta contro Trentialia come la mettiamo? Forse gli sembrava un giochetto, una cosa così per dire, non una pratica…ecco…il problema è la pratica e soprattutto, credo, la tensione interiore, perché uno che non paga il biglietto figuriamoci se può davvero portare danno a un’azienda o creare davvero insurrezione popolare, soprattutto se lo fa individualmente ecc. ecc, ma vediamo due paralleli: l’altro giorno mi è arrivata una lettera di Marco Camenisch che è in carcere in Svizzera e tra Italia e Svizzera è da vent’anni che non esce dal carcere…Mi dice, dato che gli avevo chiesto di scrivere un contributo per Amico treno non ti pago (una postfazione) che non ce l’ha fatta per molti motivi, tante cose da scrivere (“NON DI RADO RICEVO 10 LETTERE AL GIORNO”, mi scrive) “E poi di lingue diverse, e appunto le bisogne, partecipazioni e lotte nel momento prioritarie ed imminenti. Anche conseguenza della repressione sempre più massiccia, , dove il confronto e le relazioni con i compoagni arrestati aumenta anche massicciamente, con scambi di corrispondenza anche chilometrica che facilmente si “mangiano” anche più di una lunga nottata di “secondo” lavoro…E ora mi tocca, per esempio, scrivere un altro aggiornamento e, prima (ma in ogni caso dopo…), di nuovo tradurre alcuni pezzi della seconda negazione (aspettata..) di una liberazione condizionale che ho ricevuto appena ieri. Fotocopia della prima, come atteso. Che escludono tassativamente ogni liberazione nei prossimi mesi , ed anni!...” Mentre trascrivo queste parole dalla lettera di Marco ne ho sentito il peso, a differenza di quando le ho lette senza molta attenzione perché stavo per partire dalla Sicilia per Firenze. Voglio partire dal peso emotivo e politico delle sue parole (io sento un peso emotivo, come un fratello o un amico che non può uscire dalle mura di una prigione e mi arrivano dritte al cuore, pur non avendo mai incontrato personalmente e fisicamente Marco). Quello che avviene dentro di me è quello che avviene ogni volta che raccontiamo una storia viva, vera, che ci entra dentro, ma che non si ferma e non si deve fermare alla sfera emotiva, che fa scattare qualcosa, anche una lacrima può essere qualcosa, purché vada oltre. E’ quello che accadeva quando Cicciu Busacca, un cantastorie siciliano, raccontava la storia di Turiddu Giulianu a migliaia di persone sedute in una piazza…E’ la tensione che fa paura: Marco Camenisch non ha mai ucciso nessuno, non ha portato danni fisici a nessuno, eppure sconta una pena di più di vent’anni…perché “scrive troppo”, come gli disse una volta un giudice, e ultimamente gli hanno detto che non può uscire dal carcere perché si ostina a pensare che viviamo in una società in Stato di guerra…viene da ridere o da piangere ma bisognerebbe conoscere l’ordinamento svizzero in cui non esiste un reato di associazione sovversiva, ma direttamente “criminale”, cioè l’ordine costituzionale non si può sovvertire perché, in Svizzera, è considerato perfetto, sano, impeccabile, qualunque denuncia o attacco non è considerato sovversivo ma criminale, non so se si è capito questo concetto ma poi si può approfondire. Qual è l’inghippo? Perché i cantastorie non esistono più? Non solo perché direttamente e in modo non autoritario (senza un palco, a volte senza un microfono) comunicano e fanno muovere l’animo umano, ma perché ti fanno sentire vivo e degno di essere vivo! Marco Camenisch con le lettere che scrive, con gli scioperi della fame, con i documenti che traduce da più lingue (ne parla e scrive quattro di lingue), semplicemente ti fa sentire vivo,e squarcia il velo…

martedì 12 febbraio 2013

Siracusa è una bambola!

Una bambola...delusione cocente mi sparo alla patente delusione penosa mi mangio la mimosa Siracusa...si scusa A Siracusa, a Ortigia, quartiere storico, quartiere popolare, are are...ari ari ari oh ma cosa è successo a Siracusa? Amico treno sbarca a Siracusa con negli occhi e nel cuore Catania e Caltanissetta, vento freddo e poche persone ma tutto sommato bell'atmosfera e vendite a Catania, esplosione di colori e sapori a Caltanissetta, vendite alle stelle, dare valore, riconoscere, a Caltanissetta e Catania bene o male ci siamo, a Siracusa.. un miracolo di Dio dentro una stanza di pochi metri quadrati tutti attorno al cantastorie anche seduti per terra anche bambini di cui uno mi dice a un certo punto "Io lo so perchè tu rutti, perchè hai bevuto il vino", ebbene sì, magìa del raccontoi, bambini fermi e attenti, patenti! Latenti! Però qualcosa non quadra, delusione cocente, alla fine mi consigliano di fare il cappello, io propongo una sorta di cappello più "commerciale", e cioè ognuno compra un libro e se non riesca a spendere 12 euro può scegliere, anche libricini da 3 euro, o due libricini 5 euro (racconti miei autoprodotti e autopubblicati) ecc. ecc., come a Caltanissetta, ma lì non avevo neanche spiegato tutte queste cose, ma non si sa come nè perché, delle 15 persone che c'erano a Caltanissetta, o anche meno, quasi tutti comprano il libro, anche ragazze di venti o venticinque anni e persino un ragazza di tredici anni compra un libricino da tre euro! e lo paga lei anche se c'era il papà di una sua amica che voleva regalarglielo! Dio è vivo nella miseria materiale, è la miseria culturale quella più grave, lo avevo capito due anni fa in Algeria, e lo ricapisco adesso! Dio è vivo nei territori deturistizzati o deturisticizzati, l'interno della Sicilia e i piccoli paesei sperduti, certo, non è tutto rose e fiori, ma è un fatto che a Siracusa, grande città, dove arrivano più di venti persone a vedere una narrazione teatrale e gli viene detto che chi racconta non percepisce nessun compenso e si sostiene solo con le vendite dei suoi libri...è un fatto che solo due comprano un libro da 12 euro! Uno è un amico del narratore e scrittore, è abbruzzese, si è incontrato dieci anni prima col narratore e adesso si rivedono dopo dieci annI! L'altra è di Siracusa ma è stata tanti annio in Francia! Poi c'è la vendita di altri tre o quattro libricini piccoli, niente in confronto alla potenzialità, niente in confronto a Caltanissetta, fa parte del gioco, lo mettiamo in conto, e registriamo la botta di Siracusa,.senza una scusa. Grazie ai ragazzi dello Spazio La Fucina che hanno organizzato tutto anche le tore buonissime e tutto il resto, adesso andiamo a nanna e ci prepariamo per Firenze! Cartaaanissetta faaaa quattru quarteeeeeeri, a la meeegliu giuvintù li surfataaari...

inizio tournée Amico treno non ti pago a Caltanissetta, 6 febbraio 2013

inizia a Caltanissetta il viaggio di Amico treno non ti pago 2013, cioè la nuova edizione, dopo la prima edizione di fine 2011 che aveva toccato Genova, Bergamo, Pavia e non solo. Riparte da Sud, dal Quanto Basta Music Café di Caltanissetta, immerso nel cuore del centro storico, attaccato al Cinema Teatro Bauffremont, ex Cinema Trieste, all'interno del seicentesco Palazzo Moncada. Il Quanto Basta Music Café ha aperto a dicembre del 2012 e già ha proposto circa trenta tra presentazioni, concerti, reaidng. Angelo Maddalena ha raccontato con voce antica e pochi gesti da cantastorie e poche note di chitarra, i viaggi tra Nord e sud, alla ricerca di un riscatto possibile, del viaggio e della memoria, un'esigenza di rompere il velo deglia ffari sporchi che si nascondono dietro i disastri ferroviari in nome dell'Alta Velocità. Forte, in questo, della prefazione di Ivan Cicconi che spiega come quest diari siano apragonabili metaforicamente ai "pacchi" di Unabomber, ma i diari di Amico treno non ti pago non fanno danni fisici, ma squarciano il velo del pensiero unico e della nostra coscienza assopita. Nel piccolo spazio dai tacoli di legno rosso, quasi tutti occupati, c'erano anche ragazze di giovane età, e un'atmosfera da racconto attorno al fuoco, come è nello stile dei racconti di Angelo Maddalena e di altri narratori del mediterraneo come Antonio Carletti di Genova, autore, scrittore e attore di monologhi teatrali, oltre che regista e assistente alla regia di molti monologhi teatrali di Angelo. Per Angelo Maddalena è la seconda volta che racconta in forma teatrale a Caltanissetta, la prima era stata al circolo Arci Mamamia, nel 2007. Le presentazioni di Amico treno in Sicilia proseguono domani a Catania e dopo domani a Siracusa. Amico treno non ti pago è pubblicato da Eris edizioni.

Gioia grande a Caltanissetta per Amico treno non ti pago: inizio in grande stile della tourné 2013

Io ho la nausea. Per motivi che credo di conoscere ma che non è il caso menzionare adesso. Forese perchè della fatal quiete sei l'immago a me si cara vieni o sera coi tuoi zefiri serenni ecc. ecc. Forse perchè...troppa contentezza genera nausea? intanto ascolto i Perturbazione live che cantano Agosto. Agosto, è il mese più freddo dell'anno...L'inverno si sposta sei mesi in avanti e non è Polo Sud. Ieri sera ho scoperto un posto, nel cuore di Caltanissetta. Caltanissetta è un cuore d'oro e di cemento, un lamento, Cartanissetta fa quattru quartei la megliu giuventù li surfatari. A me viene da piangere per un pò di motivi ma anche per il cuore di Caltanissetta, un centro storico tra i più belli del Centro Sicilia, il Palazzo Moncada, la Piazzetta con la Fontana, la Cattedrale, i Bastioni...Arrivo ieri pomeriggio a Caltanissetta che piove e non piove, ho "dribblato" la pioggia dalla mia casa di campagna fino a Pietraperzia, in bicicletta, con chitarra e zainetto, che ho preferito farla così anche se poteva venirmi a prendere Lillo in macchina, ma la mattina era piovosetto, tarda mattinata soleggiato variabile, allora avevo detto a Lillo di non venire, il tempo di farmi una psata con cipolle patate e carote e uno shampo e poi accendere la stufa che per ora fai capricci, e poi ero andato in bici temendo l'acqua, che è arrivata dal cielo dopo pochi minuti che sono arrivato in paese, dove ho lasciato la bici a casa di mia madre dove non abita nessuno da decenni e anche mia madre adesso è a Milano, e poi via in autostop a Caltanissetta. Arrivo vicino al bivio con un mio vicino di casa (di casa di mia madre) e mentre esco dalla macchina comincia a piovigginare. Mi infilo nel negozio di Sebi e Michele e mi riparo un pò. Dopo meno di un quarto d'ora non piove più, esco e comincio a camminare verso lo svincolo che è a meno di un chilometro, passa Paolo S. che sta andando a Caltanissetta e mi fa salire e viaggiamo insieme fino al Centro Storico di CL. Per adesso mi fermo perchè ho la nausea, e mentre lo scrivo mi viene da ridere, in realtà sta per arrivare Filippo u francisi col quale dobbiamo montare la tenda/separé e poi se dio vuole pulire il tubo della stufa dove fa una curva che magari c'è un pò di cenere o cinnirò che ostruisce un pò le passage de la fumée, a bientot

Amico treno non ti pago a Catania, 8 febbraio 2013

ieri sera a Catania freddo e ventoo vento freddo ma non piove, bello bello senza ombrello, quasi rimpiango di non aver portato i guanti nè il cappello, comunque fa meno freddo che a Pietraperzia. Nella piccola strada vicino alla Villa Bellini, via Santa Filomena, coi ristorantini a rischio radical chic...alle sette e mezza ancora non arrivva nessuno, pensavo che l'orario fosse le sette quello ufficilae della locandina invece che scopro che era sette e mezza. Ovviamente viene al cuore il pienone del 15 settembre quando con Karim, meno di sei mesi fa quindi, che KArim era venuto da Torino, libreria piena a scoppiare e tanti libri venduti e tutto il resto. La Libreria Vicolo stretto è gestita da Maria Carmela e da sua sorella Angelica, MC è tutta cuore e vita dell'anima, di madre barrese con un'adolescenza part time a Gela ed esperienze di studio e lavoro all'estero, e il coraggio di aprire una libreria indipendente in centro Catania: binidtta tutta, eroica fino in fondo. Alle otto arrivano in pochi, e il vino ci salva! MC ha messo bottiglied i vino per dopo, io propendo per aprirle prima ed è miracolo: entra gente e offriamo vino e arriviamo quasi a dieci persone che oggi come oggi è un miracolo, tra l'altro alla stessa ora c'è Ingroia a Catania, e quindi...abbiamo un concorrente "leale"! (non so se si è capita la battuta) La presentazione è ovviamente fluida e coinvolgente, cioè la narrazione, anche perchè fresca di pochi giorni fa a Caltanissetta, dove c'era stato il miracolo delle vendite, ma qui non si ripete, poche (ma buone!, si fa per dire, per consolarsi) vendite, e adesso siamo a Siracusa, nell'autobus ho incontrato Dario Felice (si chiama così), un architetto nomade che abita e lavora a Caltagirone è di Acireale e fidanzata a Siracusa, nomade perchè si muove con altri colleghi per documentare realtà di spazi artistici autogestiti, è stato al Valle di Roma, al Macao di Milano e mi dà un indirizzo di Daniela che è dentro l'Occupazione del Cinema Palazzo di Roma e chissà che a fine febbraio non ci faccia una capatina, a presto e grazie, Angelo P.S.: a Catania sono giorni di post Sant'Agata e ho ascoltato testimonianze interessanti sul folklore e sulla "violenza" popolare e sulla meraviglia di cotanta Santità di strad di piazza di ceri entormi e pesanti e di burdellU!

domenica 10 febbraio 2013

Zibaldoni e altre meraviglie: ebook e nuove rubriche

COMUNICATO STAMPA “Zibaldoni e altre meraviglie”: ebook e nuove rubriche per la rinascita di una “rivista letteraria per l’avvenire” A dieci esatti dalla pubblicazione del suo primo editoriale (dicembre 2002), “Zibaldoni e altre meraviglie” (www.zibaldoni.it), una delle riviste storiche del web letterario italiano, che ha annoverato e annovera, tra i suoi collaboratori, Gianni Celati, Barbara Fiore, Antonio Prete, Massimo Rizzante e molti altri, riprende le pubblicazioni con un sito rinnovato nella forma e nei contenuti, e con il nuovo progetto di editoria digitale “ZiBook”. Gli “ZiBook” sono ebook in fomrato EPUB, MOBI e PDF, scaricabili dal sito della rivista e reperibili sui migliori store online. Gli “ZiBook” della collana “Ricordanze”, che contengono racconti, poesie, saggi, corrispondono ai primi numeri della rivista, e sono assolutamente gratuiti, mentre gli altri hanno un costo contenuto, pur essendo produzioni inedite e originali. Il primo “ZiBook” della collana “Lontananze” (5,99 euro) è un romanzo per frammenti di Pietro Altieri (“Una disperazione confusa”), acquistabile in tutti e tre i formati sul sito www.zibaldoni.it e sugli store online. Ma non ci sono solo gli “ZiBook” nel nuovo “Zibaldoni”. Continua, infatti, le sue pubblicazioni la collana cartacea “Questo è quel mondo”, giunta al settimo volume con “Il ricatto del godimento” di Alessandro Carrera, e si inaugura una bella serie di rubriche, che spaziano dalla (ormai rara) critica letteraria di qualità alla narrativa, dalle riscritture ironiche e comiche alle notazioni di costume, dal cinema alla fotografia alla poesia e al disegno. Da segnalare, tra i primi testi pubblicati, un saggio inedito di Lakis Proguidis, direttore dell’“Atelier du roman”, tradotto da Simona Carretta all’interno della rubrica “L’arte del saggio”, un reportage africano di Barbara Fiore, un’analisi di Walter Nardon di uno dei libri più importanti degli ultimi anni, “Miss Herbert” di Adam Thirlwell, i colloqui apocrifi di Marco Ercolani ispirati a Robert Walser, i “paralipomeni” di Michele Ruele, il “giornale da un solo giorno” di Brunella Antomarini, lo “ZibalDino” di Dino Baldi, le prose di Claudio Morandini, Paolo Morelli, Gianvittorio Randaccio e Giacomo Verri, le prime parti delle rubriche di Ivan Catalano, Stefania Conte, Francesca Andreini, Davide Racca e Stefano Zangrando, e infine l’editoriale di Enrico De Vivo, dal titolo “Sopravvivenza degli Omini con la Scala”, che ripercorre velatamente le vicende dei primi dieci anni di vita di “Zibaldoni e altre meraviglie”, annunciando altresì intenti e progetti di una funambolica “rivista letteraria per l’avvenire”.