mercoledì 27 febbraio 2013

diariodinaveeditreno infinitamente..

Dopo una settimana estenuante, a tutti i ilivelli, per me con sei spettacoli in sei giorni, tra Firenze e Lucca passando da Carrara e Pistoia, e mettici tutto il carico della settimana elettorale che si è scaricata sul lunedì, che per me è stato l’ultimo giorno di soggiorno in Toscana (scusate i giochi di parole apparenti ma sono tutti…insorgenti!)…ecco che mi accingo a fare una scorsa, un bilancio, un racconto. Il timore che avevo, dopo aver comprato la Repubblica stamattina a Termini Imerese, e dopo aver letto qualche articolaccio sulle elezioni, è che Beppe Grillo possa dividere i movimenti e le individualità in lotta più di come non lo avesse fatto l’Ulivo con Bertinotti nel 2006. Poi ho letto anche che Beppe Grillo ha riportato al voto 3 milioni di persone che non avrebbero votato, che è come dire “Quest’uomo è una bestia, è un pericolo pubblico”, ma al contrario, nel senso che lui stesso ha dichiarato di aver fatto da cuscinetto altrimenti in Italia ci sarebbe stata una svolta a destra e magari estrema, ma in codice sta dicende, e ci pensavo giorni fa, che lui rappresenta una destra mascherata, e neanche tanto mascherata, se è vero come è vero che scaccia l’occhio a Casa Pound ecc. ecc. Ma la cosa che più mi fa rabbia è che quest’uomo ha recuperato milioni di persone che avrebbero benissimo potuto autogestirsi la rabbia (molti voti per Beppe Grillo sono stati voti di rabbia e di protesta) e incanalarla in modo più efficiente e individuale ma anche organizzato, mentre adesso sono tutti incanalati e inscatolati nel corgiuolo del Movimento 5 S, comunque voglio evitare di accanirmi e di abbandonarmi al pessimismo, ma non volevo nascondere impressioni e spunti di riflessione. Voglio che la mia vita non sia solo una vita da vivere ma una vita da raccontare perché da un racconto si impara sempre qualcosa, mentre in una vita intera si può non imparare niente, firmato Ch. L’ho trovato in una specie di post it attaccato in una bacheca di un bar (Il botteghino) di Sorbano del Giudice, appena fuori Lucca. Qui ho soggiornato due giorni d Massimo e Donatella, che oltre a organizzare un mio spettacolo all’interno di una festa di quartiere, mi hanno ospitato due giorni. E’ stata l’ultima tappa di una settimana di racconti teatrali che da Firenze Carrara e a Pistoia mi ha dato grande gioia e soddisfazione. Vorrei dire molte cose ma sarebbe troppo lungo, provo a partire dalla fine. Oggi sono arrivato al Porto di Termini Imerese da Civitavecchia, era la prima volta che sbarcavo a Termini, fino a oggi a Palermo e Catania. Da Livorno non ci sono più navi almeno in questo periodo, quindi da Lucca Donatella mi ha accompagnato a Pisa e da lì ho preso il treno per Civitavecchia. Ho regalato a Donatella una copia del libro Amico treno non ti pago, quindi prima di accompagnarmi lei mi ha detto “Possiamo partire anche poco prima perché tanto tu il biglietto non lo fai”, io ho detto che potrei anche farlo, ma poi siamo arrivati con più di mezz’ora di anticipo alla stazione di Pisa e io ho detto a Donatella che con tutto il tempo che c’era da aspettare potevo anche fare il biglietto. E lei mi ha detto “Ma perché? Se non lo vuoi fare non lo fare”, e quasi quasi mi sussurrava che c’erano tante cose belle da fare e da vedere alla stazione. Come per magìa mentre eravamo fermi al primo binario, lei con la mia chitarra sulle spalle e io con il mio zainone e la sacchina di stoffa sulle spalle, sentiamo un gridolino di donna. Viene dall’atrio della stazione. E viene verso di noi. La voce delle fanciulla è sempre stridula, lamentosa più che altro, urlo strozzato. Strozzata è un po’ anche lei da un uomo che la tiene stretta con il braccio attorno al suo collo. Dopo qualche secondo di interdizione deduciamo che quello è un poliziotto in borghese e lei, a detta di un capo stazione che li segue, “è una borseggiatrice”. Tutti e due scompaiono dentro l’ufficio della Polfer. Mentre cerchiamo di capire cosa succede e di stare attenti che non la maltrattino, ci arriva un suoni di chitarra. Io che mi ero avvicinato all’Ufficio della Polfer mi giro verso Donatella che era rimasta ferma e le chiedo da dove viene la musica. Lei mi indica uno dietro di lei, seduto per terra e con una bella chitarra di quelle tutte chiuse che non so come si chiama, e io mi ci avvicino. Gli vorrei dare soldi perché suona molto bene e perché ho un debole per gli artisti di strada (sarà perché per un po’ di anni l’ho fatto anch’io, con ritratti e chitarra?), ma non vedo né un cappello né un qualcosa che alluda a una richiesta di soldi. Alla fine si alza e prende il treno. Scambiamo due chiacchiere prima che lui prenda il treno per Firenze. Poi salgo sul treno per Salerno che mi porterà fino a Civitavecchia. Prima di salire chiacchieriamo con Donatella e le dico che mi colpisce il fatto che lei non mi incoraggi o non mi invogli a fare il biglietto, di solito chi accompagna qalcuno che non ha il biglietto deliberatamente mette ansia, in modo esplicito o subdolo, della serie “Fatti il biglietto così stai tranquillo”, Donatella no, “Io lo farei, perché mi metterebbe ansia non averlo, ma se tu non vuoi farlo ti gestirai la tua ansia come sai e come puoi”. Salgo sul treno e l’ansia è lì, ma non è forte né pressante, Donatella mi indica un capo treno che sta andando verso la testa del treno e quindi faccio bene a salire a metà treno. Mi siedo in uno scompartimento con una donna che sembra interessante, legge un libro, capelli lunghi. Mi piace che c’è il sole dopo giorni di pioggia e di neve. Anche a Lucca, anzi a Sorbanello, domenica pomeriggio, a partire dall’una era spuntato il sole e avevamo fatto un po’ di passeggiate dalla Sala Parrocchiale al “barino” per bere una volta una biadina (con i pinoli, che ho scoperto essere tipica di Lucca e non l’avevo mai bevuta pur essendo venuto a Lucca almeno una volta ogni due anni negli ultimi sei anni) e in seconda battuta (o passeggiata) una China Massagli (anche la biadina è prodotta dalla Massagli, questo l’ho scoperto ieri prima di ripartire dal barino dove ho bevuto l’ultima biadina, e mi hanno detto che non si dice mai l’ultima, al limite si dice “la toppa”, che c’era un tipo al bancone che mi disse che una volta aveva bevuto 18 toppe!) Dopo un po’ di piccole telefonate, appunti di viaggio e fermate di treno socializzo con la signora che alla fine compra una copia del mio libro Amico treno non ti pago ma me lo fa dedicare al figlio, lei è di Amalfi ed è stata a Genova per motivi clinici andata e ritorno in 24 ore. Dopo faccio un giro perché vedo che sta arrivando il controlman. E dopo un po’ torno. E alla fine arriviamo a Civitavecchia felici e contenti e debigliettati. Da Civitavecchia via in nave per Termini. Arrivo stamattina dopo un viaggio bello in nave, ho anche potuto dormire meglio che l’ultima volta, che avevo preso la nave da Napoli per Palermo, due mesi e mezzo fa, ma i braccioli delle poltrone erano fissi e per stendersi nella fila di poltrone era impossibile o quasi. Stanotte invece si alzavano i braccioli e mi sono disteso e dormito a scaglioni, anche per via di una bimba neonata che ciangottava a sprazzi. Da Termini devo prendere il treno per Caltanissetta, devo aspettare circa due ore, c’è una bigliettaia bella bruna sangusa, chiacchieriamo un po’ e le faccio un ritratto, mi dice che c’è un piccolo teatro e una libreria a Termini Imerese, ma biglietto non me ne faccio. Mi viene la depressione al pensiero di fare il biglietto. Al pensiero di “rasserenarmi” e non vivere l’ansia politica. Al pensiero che potrebbe succedere quello che successe l’anno scorso, e cioè che a Roccapalumba (coincidenza per Caltanissetta) ci potrebbero fare aspettare due ore, invece no, stavolta lei (Marianna) mi dice che non aspetteremo. Ma anche l’anno scorso a Palermo ci dicevano che non avremmo aspettato più di dieci minuti. Intanto telefono a Donatella, dico che è andato tutto bene e che continuo a gestire l’ansia. Salgo sul treno dopo quasi due ore. Mi siedo di fronte una ragazza con capelli lunghi e occhi azzurri, le faccio un ritratto e glielo regalo. Le dico che non ho il biglietto e lei dice che se passa mi fa il culo, ma poi mi dice che è già passato prima di Termini e che sono stato fortunato. A Roccapalumba scendo e e la coincidenza è lì. Sale un signore anziamo con due ruote in mano, due ruote di moto zappa, nuove, copertoni e camera d’aria. Mi dice che è di Vallelunga. E che è venuto a comprare i copertoni a Termini. Gli chiedo se c’è la stazione a Termini. Lui mi dice di sì. Una signora di fronte a lui dice “Fino a quando?”, lasciando intendere che manca poco che la chiudano. “E’ già chiusa veramente”, dice il tipo, “solo che ancora ci passano i treni, non c’è biglietteria attiva né niente”, solo 5 treni al giorno, aggiunge la signora. Io dico che ho saputo che stanno rimodernando la linea ferroviaria tra Palermo e Catania. “Ma saranno treni diretti”, dice la signora, “la cosiddetta Alta Velocità”, dico io, “Sì e le stazioni piccole le chiuderanno e non si fermeranno più i treni”, il tipo dice “ma ormai tutti con le macchine vanno in giro”, ed è bellissimo vederlo con le due ruote in mano mentre dice queste parole, “anch’io oggi potevo venire in macchina”, aggiunge. “Ma per chi non può o non ha la macchina..” dice la signora. E io penso al discorso che facevamo con Franco un mese fa, lui abita a Troia, e diceva molto realisticamente “Che cazzo fanno ferrovie tra l’altro veloci e più costose ecc., comunque i treni non li prende più nessuno, che ci aggiustino le strade almeno avremmo strade praticabili che in tante strade in Sicilia rischi di danneggiare la macchina o di sbandare ecc.” Arrivo a Caltanissetta Centrale senza colpo ferire. Prendo l’autobus degli studenti e arrivo a Pietraperzia alle due e mezzo o forse le tre. Perché ho raccontato tutto ciò? Perché Donatella mi ha invogliato a scrivere di ieri e di oggi, perché è il primo viaggio in treno del 2013 (a gennaio non ero partito e ai primi di febbraio avevo sempre preso autobus da Caltanissetta a Palermo o da Pietraperzia a Catania o da Catania a Siracusa. Non per accanirmi con Beppe Grillo ma ci sono tre elementi che mi provocano a tornare a lui. La ragazza “strangolata” dal poliziotto in borghese forse era una romena, e Grillo qualche anno fa aveva detto che era stato un danno aprire le frontiere ai romeni e che era meglio rimandarli in Romania o una cosa del genere, ovviamente dopo che c’era stato la famigerata aggressione della donna nella metropolitana di Roma e che il primo sospettato era un romeno! Gli artisti di strada sono sempre più tassati, multati e cacciati dai centri storici delle città, non so Grillo cosa ne pensa ma non mi aspetto grandi aperture a giudicare dalla chiusura nei confronti dei romeni, ma forse esagero, forse sono troppo prevenuto. Per il biglietto del treno e per l’ammutinamento individuale e collettivo penso che Grillo, a occhio e croce, non so se sarebbe d’accordo, ma non posso dire niente. L’unica cosa che ho visto coi miei occhi è un video di Grillo in Val di Susa, il 3 luglio, c’ero anch’io ma queste immagini le ho viste nel video perché io ero nel corteo che attraversava il bosco e Grillo in quello “istituzionale” che partiva da Exilles e quindi non potevamo incontrarci. C’è un gruppo di persone che parlano sotto un albero per decidere cosa fare, se andare a sostenere altri compagni che stanno subendo cariche della polizia alle reti o no. Una ragazza che conosco, molto moderata, dice che è urgente andare, e anche altri, Grillo tratta da morto di fame uno che conosco e che dice che è urgente andare, e Grillo lo prende per il culo perché il tipo ha una bottiglia di birra in mano e quindi cerca di farlo passare per ubriacone mezza calzetta. Il tipo gli dice “buffone” e se ne va. Grillo tenta di proporre la sua “formuletta”, “fate come noi, stiamo mandando lettere e petizioni al Parlamento Europeo per fermare la TAV, andare alle reti è secondario..:”, mentre parla però altri cominciano a dire che in quel momento andare alle reti è prioritario, Grillo capisce che sta perdendo “potere”, ascolto, consenso, si ritira dietro un albero a parlare con altri del suo entourage, c’è anche il Sindaco di Venaus e presidente della Comunità Montana della Val di Susa con lui, dopo un po’ Grillo esce dicendo “Va bene, andiamo a vedere cosa succede alle reti”, si era arreso. Io mi auguro che sia sempre così, ma purtroppo la vedo dura questa possibilità, e cioè che invece di ascoltarlo e riporre fiducia anche per protesta e votarloe cc. Ecc., ognuno di noi si prenda in mano la propria vita e costringa Grillo e chi per lui ad andare a vedere cosa succede “alle reti”, 27 febbraio 2013, pietraperzia, Angelo Maddalena

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