lunedì 18 febbraio 2013

Firenze, 18 febbraio 2013...riflessioni di Amico treno in preparazione della presentazione del 19 febbraio alla Citè

Aneddoti: io e Pierlugi senza biglietto in bus a Firenze marzo 2010. Nel 2010 avevo presentato Amico treno non ti pago al CPA di Firenze. C’era anche Pierluigi Virelli che mi aveva accompagnato con la chitarra. Nell’autobus c’erano i controllori, abbiamo comprato il biglietto da una signora. Io ho detto al controllore che a Verbania ci sono i trasporti pubblici gratuiti, il controllore ha detto “Che cosa? Il verbale?”, e Pierluigi “Sì vabè, quello ha sempre il verbale in testa”, poi io stavo per timbrare e Pierluigi mi ha detto “Non timbrare”, “Ma è qui davanti, ci scopre” (il controllore era a pochi passi da noi), e lui mi ha detto “Non timbrare”, io non ho timbrato e non ci ha scoperto, ci siamo fatti una bella risata appena scesi dall’autobus. Firenze è una delle città dove i controlli sono più frequenti e rigorosi! Firenze lo sai, non è servito a cambiarla…canta Ivan Graziani Trenitalia gestisce l’ex ATF, me lo ha detto una libraia di Lucca due mesi e mezzo fa, era entusiasta di Amico treno non ti pago, all’ultimo momento mi ha chiesto il 40% dei libri che avrei venduto durante la presentazione! E’ peggio lei o Trenitalia? Altra libreria di Lucca fa una cosa simile, meno percentuale ma con l’aggravante che ci conosciamo da anni coi librai. A parte la “lucchesità” degli aneddoti…mi era capitato il contrario: a Siena, Bergamo, Milano, mi hanno pagato e dovrebbe essere sempre così, soprattutto se c’è uno spettacolo dietro e dietro ancora un artista indipendente che vive e “dipende” dalla sua arte e solo da quella, senza doppi lavori e tripli salti mortali… Dove sta l’inghippo? La libraia di Lucca e anche l’altro libraio “amico” (era capitato per la prima edizione di Amico treno a Milano, che librai Amici di Pisapia avevano rifiutato di far presentare Amico treno, anche se amici dell’autore di Amico treno, da premettere che Pisapia aveva aumentato il prezzo dell’ATM appena salito in carica come Sindaco di Milano)… Allora è una scelta politica? Forse, non si sa, ci sono sospetti… e cioè, vabè, la clientela non è abituata, non è politically correct ecc. che uno scriva in un libro quello che fa tutti giorni: e cioè non solo denunciare ma anche praticare una protesta attiva, diretta, ma nel caso della libraia di Lucca che si era palesata interessata alla lotta contro Trentialia come la mettiamo? Forse gli sembrava un giochetto, una cosa così per dire, non una pratica…ecco…il problema è la pratica e soprattutto, credo, la tensione interiore, perché uno che non paga il biglietto figuriamoci se può davvero portare danno a un’azienda o creare davvero insurrezione popolare, soprattutto se lo fa individualmente ecc. ecc, ma vediamo due paralleli: l’altro giorno mi è arrivata una lettera di Marco Camenisch che è in carcere in Svizzera e tra Italia e Svizzera è da vent’anni che non esce dal carcere…Mi dice, dato che gli avevo chiesto di scrivere un contributo per Amico treno non ti pago (una postfazione) che non ce l’ha fatta per molti motivi, tante cose da scrivere (“NON DI RADO RICEVO 10 LETTERE AL GIORNO”, mi scrive) “E poi di lingue diverse, e appunto le bisogne, partecipazioni e lotte nel momento prioritarie ed imminenti. Anche conseguenza della repressione sempre più massiccia, , dove il confronto e le relazioni con i compoagni arrestati aumenta anche massicciamente, con scambi di corrispondenza anche chilometrica che facilmente si “mangiano” anche più di una lunga nottata di “secondo” lavoro…E ora mi tocca, per esempio, scrivere un altro aggiornamento e, prima (ma in ogni caso dopo…), di nuovo tradurre alcuni pezzi della seconda negazione (aspettata..) di una liberazione condizionale che ho ricevuto appena ieri. Fotocopia della prima, come atteso. Che escludono tassativamente ogni liberazione nei prossimi mesi , ed anni!...” Mentre trascrivo queste parole dalla lettera di Marco ne ho sentito il peso, a differenza di quando le ho lette senza molta attenzione perché stavo per partire dalla Sicilia per Firenze. Voglio partire dal peso emotivo e politico delle sue parole (io sento un peso emotivo, come un fratello o un amico che non può uscire dalle mura di una prigione e mi arrivano dritte al cuore, pur non avendo mai incontrato personalmente e fisicamente Marco). Quello che avviene dentro di me è quello che avviene ogni volta che raccontiamo una storia viva, vera, che ci entra dentro, ma che non si ferma e non si deve fermare alla sfera emotiva, che fa scattare qualcosa, anche una lacrima può essere qualcosa, purché vada oltre. E’ quello che accadeva quando Cicciu Busacca, un cantastorie siciliano, raccontava la storia di Turiddu Giulianu a migliaia di persone sedute in una piazza…E’ la tensione che fa paura: Marco Camenisch non ha mai ucciso nessuno, non ha portato danni fisici a nessuno, eppure sconta una pena di più di vent’anni…perché “scrive troppo”, come gli disse una volta un giudice, e ultimamente gli hanno detto che non può uscire dal carcere perché si ostina a pensare che viviamo in una società in Stato di guerra…viene da ridere o da piangere ma bisognerebbe conoscere l’ordinamento svizzero in cui non esiste un reato di associazione sovversiva, ma direttamente “criminale”, cioè l’ordine costituzionale non si può sovvertire perché, in Svizzera, è considerato perfetto, sano, impeccabile, qualunque denuncia o attacco non è considerato sovversivo ma criminale, non so se si è capito questo concetto ma poi si può approfondire. Qual è l’inghippo? Perché i cantastorie non esistono più? Non solo perché direttamente e in modo non autoritario (senza un palco, a volte senza un microfono) comunicano e fanno muovere l’animo umano, ma perché ti fanno sentire vivo e degno di essere vivo! Marco Camenisch con le lettere che scrive, con gli scioperi della fame, con i documenti che traduce da più lingue (ne parla e scrive quattro di lingue), semplicemente ti fa sentire vivo,e squarcia il velo…

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