martedì 31 maggio 2011

un mancamento

un mancamento
una mancanza
una cuntardanza
sentire il senso
il senso del vuoto
del limite
dell'illusione di esistere

la dolcezza del dolore

la dolcezza del dolore che si addormenta

bisogno e desiderio di morte, di sonno, di pianto e cose cosi

questo senso e desiderio di morte
di tutto finito
sqrà il pane ingurgitqto con la birra picon?
sarà Marsiglia? la prospettiva alegerina?
sarà quel ches arà?
questo vuoto dell'anima
un anima espropriata
un cuoire sconsacrato
disseccato
son contento di aver visto Maya
oggi a Montpellier
per caso o necessità
dopo quasi due anni
dopo Avignon 2009
questo bisogno di dolore
sete di dolore
di morte e torpore
da dove vengono, chiese Agnese
e poi
si addormento'

fame di indignazione e non di solo pane

tante cose belle oggi e ieri
oggi e ieri
gli incontri
e tanta incertezza
tanta fame
l'epopea della fame
forse

forse

non ho forza di uscire da questo internet point
mi sento incollato
non so dove mettere i bagagli
nella place de la comedie a Montpellier
si fa finta di fare rivoluzione
si fa finta di indignarsi?
o forse é vero
ne ho visti un po' e semravano stravaccati e ubbriachi
piuttosto che indignati

sul treno da Marsiglia ho incontrato Monique
una donna molto bella

lunedì 30 maggio 2011

dedicato a lei, o a te, o alla donna demone che è in te

oggi ho sanguinato! Non tanto, ma in più parti del corpo: la coscia, l'indice destro, e poi Ljuba ha visto anche che sanguivano dal gomito!da tempo volevo provocarmi ferite, e oggi in particolar modo! Si sanguina perché? per amore? per odio e maore? buh? io ho sanguinato per....ma andiamo per ordine

Ogi ho sanguinato, e aviva un pò di timpu ca vuliva sanguniari! e oggi ce l'ho fatta! come ho fatto? vengo e mi spiego!

Ho sanguinato come Colapesce! ebbene sì! avevamo cantato proprio Colapesce con Ljuba poco prima. Poi, come Colapesce, mi sono tuffato, ed è stato bello sentire l'acqua sora e sotto dentro e fuori, tanti colori e anche le onde e poi per riprendere la terra, le rocce e le onde mi hanno regalato ferite, piccole, sangue, rosso vivo, poco, ma buono! perdono!

giovedì 26 maggio 2011

corsia preferenziale

sugnu chinu cumu n'uvu
di cchi? di minchi e mazzi!


non mi dispiace affatto zigzagare come un cane
se cio' che ci distingue dalle bestie é solo una corsia preferenziale

vi pinsu a tutti, belli e brutti!

Lillu, patri Rrabbita, Donatella, Gabrieli Nicoletti, Vincenzuzzu, Pippiniddu Maddalena, inchia pari ca staiu innu a moriri, accussi pateticu un ci aviva arrivatu mai forsi...acchi opri!

mercoledì 25 maggio 2011

Appena arrivato a Lille

devo partire! Per Roubaix. Ma qualcosa mi tiene incollata a sta minchia di poltroncina! Cosa? Non lo so. Forse il dovere di appuntare due parole di ieri. Appena arrivato a Lille pieno di pena psicologica ma necessaria e liberante e di malinconia e incertezze logistiche varie (tra le altre quella riguardante il pernottamento non assciurato da Giulia perché son partito all'ultimo momento), appena arrivato, dicevo, mi avvio verso il Centro e davanti all'Opera, nella Place du Théatre, manco a farlo apposta, sento musica e parole amplificate e vedo un trio con micrfoni e chitarra che cantano. Uno nero e rapper, gli altri due: uno biondo con la chitarra in mano e un altro bianco con le stampelle! (le vedro' dopo, li per li mi sembra uno del gruppo) In realtà non é un gruppo, l'artista é uno solo che accompagna e improvvisa ogni tanto insieme ad altri, e infatti mi vede e mi invita a cantare qualcosa, forse ha capito dalla chitarra che mi porto appresso...Io imbraccio la sua chitarra amplificata e intono d'emblé Le lit le sac de couchage et le sauvage che risuona nella grande piazza perché é tutto amplificato e le casse e il mixer pure....E' na favola! Poi col tipo scambiamo due chiacchiere, ci scambiamo contatti, c'é nche un giovane fotografo e ci scambiamo i contatti anche con lui, a proposito adesso gli devo mandare una mail a tutti e due. Poi prima di salutarci col musicista ci scambiamo un po' di domande "professionali". E lui mi dice che fa il postino. Allora io per fare parodia di me stesso dico che "tu non sei incosciente come me, che vive solo ed esclusivamente degli spettacoli e narrazioni", "No, tu non sei incosciente, hai capito che la vita é breve e qu'il faut profiter!". La prendo come una benedizione e ci salutiamo, a domani, cioé a oggi!

martedì 24 maggio 2011

la Francia é veramente fritta e l'Alta Velocità pure

C'era un mito, un racconto mitico, che parlava di treni efficaci e sempre puntuali e soprattutto veloci, in Francia. Quest'anno ricorre il 30° compleanno dei TGV francesi! Sarà uno scherzo del destino, ma proprio da quest'anno, da febbraio ma soprattutto da marzo e aprile con punte a maggio...i TGV perdono colpi...oggi da Marsiglia a Lille quasi tutti i bagni "ascs" (HS, Hors Service), e più di un'ora di ritardo! Ieri su un TER da Nizza a Marsiglia altra ora di ritardo...Cosa c'é dietro questi intoppi? Non crederemo mica alle versioni ufficiali che parlano di disguidi tecnici casuali, anche perché oggi il treno per Lille aveva una ruota che vibrava o poco in linea, un po' "spostata" (???) E chiedendo al capotreno e controllore mi ha detto chiaramente che era un problema di manutenzione. Sempre in questi giorni e mesi vado riflettendo sul fatto che i TGV spesso, soprattutto per le medie e brevi distanze (Nice Marseille per esempio) non fanno risparmiare tempo, perché ci mettono lo stesso tempo dei TER (treni regionali). Due anni fa usci una intervista a un ferroviere del FRET, il settore merci dei treni francesei. Bernard Taponot é il nome dl ferrovier. La rivista si chiama Refractions. Il ferroviere dice chiaramente che la smania per la velocità é una cosa abberrante, perché aumenta les contraintes, la manutenzione, l'usura, l'impatto sulla natura e sopratutto il consumo di energia. Se si fossero costruite linee ferroviarie li e soltanto li dove la linea era più saturé (satura?) puo' esere che sarebbe stato più pratico e democratico a scapito della sacro santa velocità (p.88, Refracions 22, printemps 2009). Parlando dei sebaotaggi dei treni francesi più o meno francesi e più o meno criminalizzati, il ferroviere dici poi che basta avere un filo di ferro di un metro e una tenaglia per bloccare un TGV. Questa alta vulnerabilità porta a una facile criminalizzazione di atti che poi non provocano altro che il blocco per poche ore, forse neanche un'ora a volte, di un treno. E aggiunge: "Si, é molto più grave avere un folo di contatto che si rompe perché é stato sabotato anziché sapere che ce ne sono 3000 Km che avrebbero dovuto essere cambiati già da due anni. Abbiamo un ritardo di venti anni nella manutenzione". Queste e altre cose che si trovano in quell'intervista la dice lunga sul mito della Francia, della Velocità e della Civiltà industriale e post industriale! E Ivan Illich aveva già detto qualcosa in anni non sospetti cioé negli anni '60, ma i luddhisti ancora prima, e Ted Kaczinskj anche adesso! E forse anche Giacomo Lepoardi ai suoi tempi!

sabato 14 maggio 2011

A Marsiglia coi tunisini e i Perturbazione nel cuore

In cammino a Marsiglia coi tunisini e in testa Agosto dei Perturbazione

Con questa canzone dei Perturbazione che sto ascoltando adesso, Agosto, è con questa canzone che sono andato a avanti oggi pomeriggio, Se non è vero che hai paura non è vero che ti senti solo/ non è vero che fa freddo allora perché tremi, il violino di Elena e gli uccellini che sento adesso (e potrei vedere anche il video ma non potrei scrivere) non li sentivo oggi pomeriggio, cioè poco fa, perché siamo rientrati con Miriam da poco dalla camminata partita dalla Porte d’Aix e ancora forse non conclusa. D’altronde senza “autorizzazione” né percorso definito si può andare ovunque e fin quando non ci si stanca, fin quando se ne ha voglia. In testa al corteo c’erano i tunisini che rischiano di essere rispediti in Italia perché il governo italiano gli ha rilasciato un permesso di circolazione in Europa nei paesi Shengen, ma il governo francese se ne fotte del governo italiano e di Shengen e due settimane fa o venti giorni fa ha preso trenta tunisini e li ha mandati in Italia e alcuni in un centro di retention, cioè un carcere incostituzionale cioè un CIE ex CPT!

Ljuba dice che 250 mila profughi dalla Libia sono andati in Tunisia e lì sono accolti e ospitati nelle tendopoli e nelle case della gente. Come mai i 25 mila che sono arrivati in Europa danno così fastidio? La Tunisia ha dieci milioni di abitanti, come mai riescono ad accogliere e gestire 250 mila persone mentre la Francia che ha 60 milioni di abitanti ha tutta questa difficoltà e ha bisogno di blindare le stazioni di confine fino a Marsiglia (fino a pochi giorni fa c’erano almeno dieci poliziotti al binario dei treni che arrivano da Nizza!)?

Oggi camminavamo con in testa i tunisini che “non hanno niente da perdere”, come diceva un ragazzo francese che conoscevo perché avevo abitato in uno squat a Marsiglia qualche mese fa e lui abita pure lì. Infatti è stato lo squat La Crysalide soprattutto ad avere organizzato il corteo di oggi. Ed è sempre questo squat che ospita circa 80 tunisini arrivati circa un mese fa da Lampedusa via Ventimiglia. Ora dicono che molti passano da Modane, dal confine piemontese, e a Ventimiglia c’è meno controllo e meno traffico. Non come un mese e mezzo fa che ci eravamo passati con Rita e c’erano decine di poliziotti e centinaia di maghrebini seduti e buttati qua e là davanti la stazione impossibilitati di movimento. Il corteo è stato pacifico. Nessun danno o gesto inconsulto fino a La Plaine. Da lì siamo andati via. Pochi poliziotti in giro. Strano. Il tipo di prima mi diceva, e anch’io ci pensavo, che hanno fatto a meno di farsi vedere perché sapevano che rischiavano lo scontro, e quelli che non hanno niente da perdere sono poco controllabili. Praticamente la polizia avrebbe rischiato di perdere la faccia, o meglio ancora la facciata. Perché va bene arrestare e perquisire quasi sempre arabi e africani, ma nella quotidianità “invisibile”. Durante un corteo meglio tenersi alla larga, anche se sono 100 o 200 persone, né tanti né pochi se vogliamo, considerato che non è autorizzato. Ci sono francesi di media età, tunisini giovani e altri ancora che ho visto negli ultimi mesi a Marsiglia. E’ una bella situazione, festosa, “certo se qualcuno rompe una vetrina o incendia qualcosa gli sbirri arrivano e colpiscono pesantemente”. Solo a Noaille, al mercato, deviando in una stradina, qualcuno mette all’inizio della strada nel mezzo della carreggiata bancali, ma non per incendiarli. Dopo un po’ c’è una macchina della polizia davanti il corteo ma deve indietreggiare. C’è un po’ di tensione perché i tunisini che stanno in testa quasi inseguono la macchina che a un certo punto accosta. Ma i tunisini la circondano e la macchina si rimette in moto e un poliziotto che era fuori sale sulla macchina dal lato del passeggero, qualcuno da un paio di calci alla macchina che se ne va quasi scappando a marcia indietro. Una bella (e magra?) soddisfazione. Poi davanti al Commissariato della Polizia un po’ di urla e uno striscione appiccicato per pochi minuti alle vetrate del Commissariato. Poi si riparte verso Saint Charles. Prima di arrivarci ci si ferma davanti il Consolato Tunisino che ha rifiutato di dare i documenti di soggiorno ai richiedenti (circa una cinquantina appunto). Un fumogeno rosso si propaga partendo dai piedi del portone del consolato. Colora l’aria di rosso e poi qualcuno lo toglie. Poi si va alla Gare de Saint Charles. Poca polizia anche lì. A parte un cordone a guardia dell’ingresso della metropolitana. Facciamo un giro passando per il binario dove di solito arriva il treno da Nizza, uno dei primi binari se non il primo. Poi via verso La Plaine. E’ andata così, adesso mentre io scrivo la camminata continua. Qualcuno è arrivato in ritardo a dare il cambio a quelli che a un certo punto sono andati via, come me e Miriam che siamo arrivati più che puntuali rispetto all’inizio della camminata (14,45 circa), ma con un po’ di ritardo rispetto all’orario fissato alla Porte d’Aix e scritto nei volantini (14,00). E’ bello pensare che stiano camminando ancora, che stiamo camminando ancora, che siamo in pausa, e poi riprende il cammino

mercoledì 11 maggio 2011

Leopardi m'ha incastrato a Marsiglia

allora: per il laboratorio viaggio vivo in canto, o viaggio vivo senza biglietto o con biglietto autogestito: ieri da Milano a Genova prendo l'Intercity. Domenica scorsa ho fatto un viaggio stupendo in treno da Milano a Bologna sulla Freccia Bianca. Ho fatto due scoperte interessanti: una è che gli iNtercity sono pagati dallo Stato, mentre io pensavo che i treni ad Alta Velocità sono "a mercato", come si dice tecnicamente. Ed è così, ma gli intercity non rientrano nei treni "a mercato", bensì in quelli "universali" (cioè quelli che non riescono a sostenersi con i biglietti e quindi chiedono aiuto alle regioni e allo Stato). Il miracolo è stato nel fatto che io ho scoperto questo cavillo tramite il responsabile delle FS per le relazioni con i media. E che ho trovato la sua testimonianza sul Sole 24 ore! Quando i dice il destino! O le vie del Signore (o della Signora) sono infinite. Allora per tornare a ieri, da Milano a Genova (due ore di viaggio in Intercity, lo stesso tempo che ci mette il regionale!), dopo Pavia passa il capotreno per controllare i biglietti (credo sia il capo treno ma non ne sono sicuro, anche se dopo l'introduzione dell'Agente Unico è sempre più facile che il capotreno faccia anche da controllore visto che non deve più stare in cabina col macchinista!), mi chiede il biglietto e io gli dico che non ce l'ho. Va bene lo facciamo, dice lui, e comincia a smanettare nella macchinetta elettronica. E dice 50 euro. io gli dico "No, guarda, 50 euro non ce li ho e non te li darei neanche se ce li avessi". "Ti posso dare 5 euro più il prezzo del biglietto". Lui dice che questa è la prassi. Io dico che la prassi è anche che ci sono i bagnis porchi e mal funzionanti e i ritardi e lui dice "Non cominciamo con le polemiche, potevi dirmelo quando sei salito che non avevi il biglietto", "ma avevo il computer e non mi potevo allontanare", lui si rimette a smanettare e mi dice "66 euro!". Io gli dico: "Senti, parliamoci chiaro: gli Intercity sono treni che paga lo Stato, quindi a che pro queste variazioni e alterazioni di biglietto così esagerate?". lui mi guarda e capisce che è nel sacco. Mutu mutu mi fa un biglietto da 15 euro. In ogni caso mi faccio un biglietto fino a Genova e da Genova a Ventimiglia si fa come si può. Vedo la ragazza che era salita con me a Milano e cominciamo a chiacchierare. E' francese ma parla l'italiano meglio di me! (Andrea direbbbe che non è difficile! soprattutto per chi mi conosceva quindici anni fa al tempo dell'esame di Storia e grammatica della lingua italiana con la professoressa Landoni che mi diede 28 perché "non padroneggia la lingua italiana"). Allora sta mattina esco nel sole di Marsiglia e vado al Cafè debut, dovei ieri pomeriggio ero stato non appena arrivato perché Claudia non era in casa e la dovevo aspettare. Poi lei era arrivata e passando dal bar si era fermata a mangiare cioccolato con me perché in questo cafè debut che prima era una torrefazione fanno adesso e vendono (o vendono e fanno fare) cioccolatini particolari. Stamattina vosto che a casa di Claudia non trovavo un accendino sono sceso a fare colazione cioè a bere un tòè al Cafè debut. Ordino un the vert orange ed entra quasi contemporaneamente a me un tipo sessantenne col pizzetto modello marinaio barbone come ce ne sono tanti a Marsiglia. Ricorda un pò trinchetto di Popeye, infatti ha in mano una bottiglia di vino. Chiede se c'è il the russo, il tipo del bar gli dice di no e lui sta per uscire. Prima di uscire sento che il tipod el bar gli dice "Ehi ehi posa quel cioccolato", perché Popeye (si chiama Andrè mi dirà dopo) aveva preso in mano un cioccolato a forma di coniglietto di quelli che volevo rubare io ieri ma non c'ero riuscito. Poi esco per bere il thè nel dehor e Popeye attacca bottone. Mi racconta che qui una volta c'era una torrefazione e ora è una merda di bar fighetto. Io mi ricordo che ieri avevo pagato 6 euro per quattro pezzi di cioccolao e un'acqua minerale, oggi pago 3 euro per un the vertorange e sono d'accordo con Popeye. Ma mi abbandono alle follie di ieri e di oggi. Devo festeggiare che da Ventimiglia a Marsiglia ho viaggiato gratis come negli ultimi mesi e negli ultimi anni e adesso devo montare lo spettacolo Amour de train sans ticket speriamo bene. Ieri appena arrivato alla Gare de Marseille Saint Charles sono passato dall'edicola della gare e c'era in bella vista Le Magazine Litteraire con in copertina Cioran. Entro dentro e lo trovo vicono la cassa. Mi dico che questa volta lo devo pagare. Lo prendo fra le mani. Accanto c'è un'altra rivista: Histoire, con uno speciale Storia della follia dal medioevo a Focault. Penso che la Francia è troppo aperta a certi livelli vedendo queste riviste e questi argomenti. poi penso alla schiera di poliziotti che c'erano al binario del treno dal quale sonos ceso, anche militari con i mitra, e penso che la Francia è troppo chiusa. A Ventimiglia non c'era granché di blocchi e di tunisini e poliziotti come un mese fa. Anche se non ho potuto vedere bene perché con Alice, la ragazza del treno che era salita a Milano con me, abbiamo preso subito il treno per Nizza, anche se volevamo fare una tappa a Ventimiglia per bere un chinotto, che io ormai a Milano negli ultimi giorni mi sono preso bene col chinotto che soprattutto al bar di Via Odazio quando vado con Nora tipo l'altro ieri mi bevo sempre un chinotto. E alla libreria Calusca ho trovato un volantino di Casaloca dove c'è scritto che a Casloca c'è una riserva per bevitori di chinotto e gazosa. E l'acqua minerale al Cafè debut mi sembrava una gazzosa perché c'era scritto gazeuse ma niente era solo acqua minerale, cioè gassat, tipo Perrier. E allora, alla fine, con Alice, niente chinotto, a Nizza le ho offerto una birra e io ho preso uno sciroppo di limone che in Francia non c'è il chinotto ma neanche lo sciroppo di limone è male, quasi come una cedrata. Adesso vado però che Ljuba mi aspetta. Ieri sera abbiamo fatto una ripassata del racconto Cousins d'Algerie con Claudia. E poi dimenticavo di dire che la rivista con Cioran in copertina l'ho presa. L'ho messa in mano e attaccata alla valigetta del computere che chi mi guardava di fronte poteva vederla. Ma io sono passato schiscio davanti la cassa e me ne sono andato. poi però sono passato da una libreria che c'è vicino casa di Claudia, molto bella quella libreria. In vetrina c'erano I Canti di Leopardi in francese, che li cercavo da quattro anni. 8 euro e 80, due euro e ottanta in più della rivista che costava sei euro. Ho dato 10 euro alla libraia giovane, l'ho invitata alla Mer Veilleuse per domani sera, mi ha dato il resto e sono andato via. Una buona giornata. Angelo

mercoledì 4 maggio 2011

oggi vento e suspendu

oj vintu e suspintu
nni stu mari di lamintu
abbuccamintu
straviamintu lintu
bofs
lovimmi
lovitti lovissi

dda povira robba ca mi scurdavu intra di ma zì
mi sta mancannu
e pari nenti
ma c'è!

nenti di nenti
sulu vaneggiamenti

ieri sera mi è piaciuto che alla fine del racconto
ho raccolto altri racconti
soprattutto quello di Enzo
il film di Carlo Lizzani San Babila ore venti
e lo spettacolo dei Pappazum sugli anni '70
ora li vado a vedere