mercoledì 11 maggio 2011

Leopardi m'ha incastrato a Marsiglia

allora: per il laboratorio viaggio vivo in canto, o viaggio vivo senza biglietto o con biglietto autogestito: ieri da Milano a Genova prendo l'Intercity. Domenica scorsa ho fatto un viaggio stupendo in treno da Milano a Bologna sulla Freccia Bianca. Ho fatto due scoperte interessanti: una è che gli iNtercity sono pagati dallo Stato, mentre io pensavo che i treni ad Alta Velocità sono "a mercato", come si dice tecnicamente. Ed è così, ma gli intercity non rientrano nei treni "a mercato", bensì in quelli "universali" (cioè quelli che non riescono a sostenersi con i biglietti e quindi chiedono aiuto alle regioni e allo Stato). Il miracolo è stato nel fatto che io ho scoperto questo cavillo tramite il responsabile delle FS per le relazioni con i media. E che ho trovato la sua testimonianza sul Sole 24 ore! Quando i dice il destino! O le vie del Signore (o della Signora) sono infinite. Allora per tornare a ieri, da Milano a Genova (due ore di viaggio in Intercity, lo stesso tempo che ci mette il regionale!), dopo Pavia passa il capotreno per controllare i biglietti (credo sia il capo treno ma non ne sono sicuro, anche se dopo l'introduzione dell'Agente Unico è sempre più facile che il capotreno faccia anche da controllore visto che non deve più stare in cabina col macchinista!), mi chiede il biglietto e io gli dico che non ce l'ho. Va bene lo facciamo, dice lui, e comincia a smanettare nella macchinetta elettronica. E dice 50 euro. io gli dico "No, guarda, 50 euro non ce li ho e non te li darei neanche se ce li avessi". "Ti posso dare 5 euro più il prezzo del biglietto". Lui dice che questa è la prassi. Io dico che la prassi è anche che ci sono i bagnis porchi e mal funzionanti e i ritardi e lui dice "Non cominciamo con le polemiche, potevi dirmelo quando sei salito che non avevi il biglietto", "ma avevo il computer e non mi potevo allontanare", lui si rimette a smanettare e mi dice "66 euro!". Io gli dico: "Senti, parliamoci chiaro: gli Intercity sono treni che paga lo Stato, quindi a che pro queste variazioni e alterazioni di biglietto così esagerate?". lui mi guarda e capisce che è nel sacco. Mutu mutu mi fa un biglietto da 15 euro. In ogni caso mi faccio un biglietto fino a Genova e da Genova a Ventimiglia si fa come si può. Vedo la ragazza che era salita con me a Milano e cominciamo a chiacchierare. E' francese ma parla l'italiano meglio di me! (Andrea direbbbe che non è difficile! soprattutto per chi mi conosceva quindici anni fa al tempo dell'esame di Storia e grammatica della lingua italiana con la professoressa Landoni che mi diede 28 perché "non padroneggia la lingua italiana"). Allora sta mattina esco nel sole di Marsiglia e vado al Cafè debut, dovei ieri pomeriggio ero stato non appena arrivato perché Claudia non era in casa e la dovevo aspettare. Poi lei era arrivata e passando dal bar si era fermata a mangiare cioccolato con me perché in questo cafè debut che prima era una torrefazione fanno adesso e vendono (o vendono e fanno fare) cioccolatini particolari. Stamattina vosto che a casa di Claudia non trovavo un accendino sono sceso a fare colazione cioè a bere un tòè al Cafè debut. Ordino un the vert orange ed entra quasi contemporaneamente a me un tipo sessantenne col pizzetto modello marinaio barbone come ce ne sono tanti a Marsiglia. Ricorda un pò trinchetto di Popeye, infatti ha in mano una bottiglia di vino. Chiede se c'è il the russo, il tipo del bar gli dice di no e lui sta per uscire. Prima di uscire sento che il tipod el bar gli dice "Ehi ehi posa quel cioccolato", perché Popeye (si chiama Andrè mi dirà dopo) aveva preso in mano un cioccolato a forma di coniglietto di quelli che volevo rubare io ieri ma non c'ero riuscito. Poi esco per bere il thè nel dehor e Popeye attacca bottone. Mi racconta che qui una volta c'era una torrefazione e ora è una merda di bar fighetto. Io mi ricordo che ieri avevo pagato 6 euro per quattro pezzi di cioccolao e un'acqua minerale, oggi pago 3 euro per un the vertorange e sono d'accordo con Popeye. Ma mi abbandono alle follie di ieri e di oggi. Devo festeggiare che da Ventimiglia a Marsiglia ho viaggiato gratis come negli ultimi mesi e negli ultimi anni e adesso devo montare lo spettacolo Amour de train sans ticket speriamo bene. Ieri appena arrivato alla Gare de Marseille Saint Charles sono passato dall'edicola della gare e c'era in bella vista Le Magazine Litteraire con in copertina Cioran. Entro dentro e lo trovo vicono la cassa. Mi dico che questa volta lo devo pagare. Lo prendo fra le mani. Accanto c'è un'altra rivista: Histoire, con uno speciale Storia della follia dal medioevo a Focault. Penso che la Francia è troppo aperta a certi livelli vedendo queste riviste e questi argomenti. poi penso alla schiera di poliziotti che c'erano al binario del treno dal quale sonos ceso, anche militari con i mitra, e penso che la Francia è troppo chiusa. A Ventimiglia non c'era granché di blocchi e di tunisini e poliziotti come un mese fa. Anche se non ho potuto vedere bene perché con Alice, la ragazza del treno che era salita a Milano con me, abbiamo preso subito il treno per Nizza, anche se volevamo fare una tappa a Ventimiglia per bere un chinotto, che io ormai a Milano negli ultimi giorni mi sono preso bene col chinotto che soprattutto al bar di Via Odazio quando vado con Nora tipo l'altro ieri mi bevo sempre un chinotto. E alla libreria Calusca ho trovato un volantino di Casaloca dove c'è scritto che a Casloca c'è una riserva per bevitori di chinotto e gazosa. E l'acqua minerale al Cafè debut mi sembrava una gazzosa perché c'era scritto gazeuse ma niente era solo acqua minerale, cioè gassat, tipo Perrier. E allora, alla fine, con Alice, niente chinotto, a Nizza le ho offerto una birra e io ho preso uno sciroppo di limone che in Francia non c'è il chinotto ma neanche lo sciroppo di limone è male, quasi come una cedrata. Adesso vado però che Ljuba mi aspetta. Ieri sera abbiamo fatto una ripassata del racconto Cousins d'Algerie con Claudia. E poi dimenticavo di dire che la rivista con Cioran in copertina l'ho presa. L'ho messa in mano e attaccata alla valigetta del computere che chi mi guardava di fronte poteva vederla. Ma io sono passato schiscio davanti la cassa e me ne sono andato. poi però sono passato da una libreria che c'è vicino casa di Claudia, molto bella quella libreria. In vetrina c'erano I Canti di Leopardi in francese, che li cercavo da quattro anni. 8 euro e 80, due euro e ottanta in più della rivista che costava sei euro. Ho dato 10 euro alla libraia giovane, l'ho invitata alla Mer Veilleuse per domani sera, mi ha dato il resto e sono andato via. Una buona giornata. Angelo

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