giovedì 27 ottobre 2011

Black block per un giorno



Cosa c'é dietro i servizi di la Repubblica sui Block block? Già la foto di I pagina de la Repubblica del 21 ottobre 2011: e anche il titolo: "Pianeta Black block: ecco chi sono i violenti delle piazze". La foto di uno con la maglietta che gli fascia e nasconde il volto, sembra una foto scattata in Palestina o addirittura una donna araba, afghana,colvelo nero, che gli copre la faccia tranne gli occhi. Magari é uun dettaglio, ma forse é calcolato: la prima cosa che pensiamo: talebani? Magari é un dettaglio anche quello, ma la scrittura "Pianeta" a indicare un mondo vasto, enorme...ma andiamo al sodo: i black block esistono, sono un pianeta, hai voglia di fare. Pero' fin dalle prime righe del servizio qualcosa non quadra: "Sono poco meno di 2000. Il fondo della bottiglia"(...)Possono esere insospettabili. Sotto la felpa si sono scoperti anche funzionari di prefettura o impiegati modello. Calano il casco sul volto come i passamontagna negli anni '70". Attenzione a certi riferimenti e a certe parole. "Nell'elenco puo' capitare qualche ex della lotta armata finito sulle barricate per nostalgia". A parte tutto, queste righe mi fanno venire una gran voglia di ridere. Ridere dei clichés, delle banalità superficiali, e piangere per i livelli bassi del giornalismo italiano. Come minimo, un buon giornale e un buon giornalista avrebbero fatto un reportage, parlato con qualcuno che ha partecipato alle più recenti manifestazioni. Questa mancanza basterebbe a invalidaremolte delle parole di un servizio del genere. Ma l'intento di questo servizio é quello di confondere le acque, stornare l'attenzione dai veri noccioli delle questioni. E, ovviamente, a vendere qualche copia in più. Ma andaimo avanti nell'analisi. Facciamo finta che Griseri (Paolo) e Viviano (Francesco), autori di questo servizio, siano giornalisti seri, del resto scrivono per la Repubblica. Quindi un po' di credito glielo diamo. Fino a quando...



Quando si parla di una mappa (e c'é anche disegnata) si raggiungono punte di retorica quasi "poetica", per non dire "luoghi comuni fatti a forma di bigné". Molti black block, secondo loro, provengono (come fanno a stabilire una residenza, secondo loro "vivono nei centri sociali e nelle curve degli stadi") dal Lazio, Campania e Abbruzzo. "Non é strano osservare che le regioni dell'estremismo nero sono quelle dovel'eredità del fascismo é ancora forte". E vai con la confusione a go go. "E poi la Calabria dei "boia chi molla" e l'Alto Adige degli attentati irredentisti degli anni Sessanta". E poi "la Toscana con la tradizione centenaria del movimento anarchico di Livorno" E' come dire tutto e niente, rievocazioni storiche! riferimenti a tordimé, o a la sampaso', come direbbe mio nonno. poi si va all'indagine: "Nel fondo della bottiglia - racconta chi indaga - ci si puo' entrare anche occasionalmente. Black block per un giorno, gente che, arrestata, dice "passavo, ho visto che c'era casino e mi sono aggregato". Questo é un capolavoro! Vi immaginate uno che esce di casa per fare la spesa, a un certo punto vede un po' di "casino", si avvicina, e visto che c'é, dice: to', quasi quasi mi aggrego, e comincia a spaccare vetrine di una banca e a tirare pietre ai poliziotti! "Spesso sono ultras che hanno fatto allenamento nelle curve degli stadi". A sto putno, prima di andare avanti, viene da fare una domanda e un esercizio di pulizia mentale. E' chiaro che queste parole sono fango e mortadelle negli occhi tirate sulle facce di chiunque le legga. Quindi viene da chiedersi cosa vogliano nascondere col fango e le mortadelle (i giornalisti, il giornale, gli editori, i partiti che li finanziano, gli industriali che pagano le pubblicità). per esempio, dovrebbero venire alla mente tutte le realtà che ci stiamo dimenticando leggendo questo articolo. Allora facciamo un gioco: quanti servizi di approfondimento dovremmo chiedere, per compensare il fango e le mortadelle? Cosi, a braccio, me ne vengono una manciata:

1) un servizio sui lacrimogeni usati in Val di Susa il 3 luglio ma anche a Genova nel 2001 e in molti stadi di molte domeniche, i lacrimogeni CS vietati dalla Covenzione di Ginevra del 1991.

2) un servizio sulla militarizzazione della Val di Susa a partire dal 3 luglio 2011

3) un servizio sulla videosorveglianza nelle città e promuovere un gesto di indignazione periodico: tutti con i passamontagna un giorno alla settimana, tutti o un gruppo di persone, anche una persona sola andrebbe bene, a turno, per denunciare l'eccesso di videosorveglianza degli ultimi anni). Ma andiamo avanti con il viaggio nel Pianeta black affidandoci ai nostri "condottieri" pennivendoli. "Ma state attenti", dicono gli investigatori, "a non cercarli lontano da casa. Molti black block sono l'altra faccia del movimento: dottor Jackille Mister Hide, persone che a metà di un corteo lasciano la bandiera per impugnare l'estintore" Io a questo punto farei un minuto di silenzio per la morte dell'onestà professionale, della professione del giornalista ovviamente. Che dovrebbe andare a verificare le fonti, a capire di cosa sta parlando ecc. "Non hanno una identità definita, nati dalla rabbia e dai tam tam del web. Movimenti contenitore nei quali si finisce per accettare chiunque perché nessuno é titolato a selezionare chi partecipa sulla base di un programma, di una ideologia" Ora ci mettiamo a fare anche le radiografie politiche? In Francia c'é un provvedimento per introdurre a scuola il Fichage o esame biometrico o qualcosa del genere, sarebb interessante un servizio su questo tema: come penitenza per Griseri e Viviano. "Chiunque -, dice l'investigatore, ha un buon motivo per indignarsi per qualcosa" (che é come dire: chiunque mangia perché ha fame!)



Non si finisce mai di stupirsi ridere e amareggiarsi per le "trovate"é di questi "giornalisti" (giocolieri?) "supportati dall'invetigatore". Cosa da fare un racconto teatralizzato. "Non di rado", dice l'investigatore, "tra coloro che il giorno dopo deploravano la violenza abbiamo individuato alcuni di quelli che il giorno prima ci assaltavano tirandoci le molotov". E continuano: "Perché tra i nuovi cattivi e i vecchi movimenti puo' scattare anche un patto di mutuo soccorso", si legge in una recente relazione dell'intelligence. "Tra i manifestanti della Val di Susa, pur contrari alla violenza, é sempre più diffusa la consapevolezza che la disponibilità all'azione mostrata dalle componenti dell'antagonismo estremo possa rivelarsi funzionale agli scopi della protesta contribuendo a dare spessore e visibilità alle istanze del movimento". la lotta Notav sarebbe "un'occasione ghiotta per gli uomini della black list" e cio' "e' dimostrato da un grave episodio avvenuto nel 2007 quando la magistratura arresto' alla periferia di Torino Vincenzo Sisi, un sindacalista vicino ai CARC, Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo. Nel giardino di Sisi venne trovato un kalashnikov e in casa sua alcuni volantini e documenti sulla battaglia Notav. Un tentativo abbastanza maldestro per provare a mettere il cappello su una lotta che all'epoca non praticava la violenza" Il Kalashnikov nel giardino mi fa troppo ridere perché vi immaginate uno che arriv a una colgionaggine tale da tenere un kalashnikov nel giardino? magari ce l'ha messo qualcuno per montare il caso? Invece mi perplette molto la frase "che all'epoca non praticava violenza?" Ma se nel dicembre del 2005 in Val di Susa migliaia di persone rioccuparono l'area del cantiere di Venaus! E anche allora si parlo' di anarcoinsurrezionalisti infiltrati nel movimento; e la più bella risposta dei valsusini fu una foto di una signora anziana su una sedia a rotelle che partecipava a un corteo Notav e sulle gambe teneva un cartello con su scritto "SONO UNA ANARCOINSURREZIONALISTA" (quella foto ha fatto il giro del mondo sul WEB).



A proposito della manifestazione di domenica 23 ottobre 2011 in VAl di Susa per tagliare le reti del cantiere inesistente, scrivono i Nostri: "Finoa che punto l'ala dura dei balck bloc deciderà di alzare il livello dello scontro? "Vogliono sfidarci, dice l'osservatore dell'intelligence. Ed é possibile che domenica provino a dimostrare la loro capacità militare" Ma come? Dice che sono "spontanei", che chiunque puo' diventare black block per un giorno, dott. jackill eMister Hide? E poi, di un tratto, diventano una "struttura militare?". Poi una bugia bella e buona. Dove si dice che la componente maggioritaria del movimento Notav, coordinamento dei Comitati e Askatasuna, avrebbero espresso dure critiche nei confronti delle avanguardie anarchiche protagoniste delle azioni più radicali e violente durante l'estate". Se guardate i video del dopo 3 luglio, tutti i Comitati, Askatasuna e altri ancora, non esprimono una critica del genere, semmai ringraziano (soprattutto le persone anziane!) tutti quelli che sono arrivati in Val di Susa a dare manforte alla reistenza. Considerazioni a caldo: abbiamo perso la memoria storica. Non so quanti di noi ricordano "la presa di Venaus nel 2005". Figuriamoci quanti si ricordano di trent'anni fa (o quaranta o cinquanta più indietro vai meglio é). Quando i balck block non esistevano. eppura c'era molta più gente che spaccava ventrine, maneggiava armi, esplosivi, si riappropriava della propria vita. Si chiamavano proletari, sfruttati, rivendicavano l'autoriduzione, cioé pagare meno o non pagare le bollette, i biglietti dei mezzi pubblici ecc. Cosa é successo? Molti proletari e sfruttati non si chiamano più cosi, bensi "disagiati", "drogati", "utenti" di strutture di accoglienza e assistenza e reinserimento. Molti sono stati neutralizati o anestetizzati dal processo di "riforma delle carceri degli anni'80", molti sono diventati educatori che sfruttano gli utenti, tanti sono morti di overdose o sono "morti dentro" a colpi di new age, biolocal vegetarian equo solidal, i più cazzuti sono morti ammazzati o sono ancora in carcere (Marco Camenisch), tanti si sono integrati 5Gad Lerner, Liguori, Ferrara...) e noi, siamo figli di quei tempi e di quelle storie, che se non ce le raccontiamo diventiamo orfani due volte, e a furia di dimenticare potremmo correre il rischio di credere alla favola del lupo cattivo e nero con la maglietta nera in testa: black block? talebano? non importa. Il messaggio é: "questo é il lupo cattivo, gli altri (quelli con la faccia scoperta che condannano il lupo cattivo) sono buoni, anche tu sei buono se credi alle nostre favole, ora dormi e vai a fare in culo!". Per "approfondimenti": Fuoco greco, bob kolb, Bepress edizioni; video su youtube "intervista a un black block"; Io sono vivo voi siete morti, canzone dei Perturbazione, all'interno dell'album Del nostro tempo rubato.

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