martedì 7 luglio 2009

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Caropepe

Non riesco a scrivere, mi sento lontano dalla realtà, senza sangue quasi…
con michael Jackson che mi arriva alle orecchie e al cuore dalla finestra dirimpettaia, ecco, così vorrei iniziare questo diarionondiario, io, artistanonartista, come mi definiva E., il grande amore (non sol di letto?) grecoromano, Pantelleria da Bergamo, c'è scritto alla mia destra, nella schermata gmail, mi sembrava che avevano aperto una panelleria a Bergamo, o un panificio panineria, invece è...indovinate cos'è? cOMINCIAMO COSì, CON UN indovinello....Vorrei mandare il testo giugnodiarrestiecontestitramessinaegenova, lo manderò in allegato, per fare da sostrato, anche solo in parte, a quello che mi accingo a scrivere adesso, in possesso, come un ossesso! Mi pare che un pò di adrenalina e di sangue, forse di sperma (certi indiani dicono, lo leggevo nel libro Antropologia culturale, di Harris, che in ogni goccia di sperma ci siano 40 gocce di sangue! Minchiate col botto, ma è un modo per far "risparmiare" sperma, reprimendoci, sì perchè certi esperti pietrini degli anni '80, play boys o solo play, dicevano che "sborrare è anticancerogeno", quindi più lo fai meglio è?) stia ricircolando nelle venucce candide da falso timido coglionatico che io dir mi voglio! Sarà l'aria di Santarcangelo dei teatri, il sonno recuperato, la Genova, o meglio, il vico dietro il coro di San Cosimo ritrovato (n°19, 4° piano, int. 5 e mi bussate!), fatto sta che mi sta venendo anche da cagare,

(dopo la cacata liberatoria)

Ecco, mentre cacavo, leggiucchiavo il libro Segreti di stato, che ho comprato a metà prezzo a Santarcangelo dei teatri (mi piace scrivere così, ma correttamente sarebbe "di Romagna" dopo Santarcangelo, ma l'associazione che organizza Festival si chiama in quel modo e mi piace, per me da oggi in poi Santarcangelo...sarà dei teatri, e non di Romagna, se lo sapesse un vecchio santarcangiolese che gestiva una grottamuseo vicino a dove io facevo il monologo le prime due sere, mi mangerebbe vivo!). Segreti di stato è il film di Paolo Benvenuti uscito nel 2003 credo, che "cerco" di vedere da allora, e dopo sei anni non ci sono riuscito, ora ho trovato il libro a metà prezzo, della fandango, dai documenti al film, e ho scoperto, tra le altre cose, che uno di quelli che ha ispirato questo film è stato Danilo Dolci, che ha incontrato Paolo Benvenuti nel 1996 e gli ha raccontato di quando lui, Danilo Dolci, era stato arrestato per un o "sciopero alla rovescia" e in carcere a Palermo aveva incontrato, nel 1956 credo, alcuni compagni del bandito Giuliano e da lì aveva iniziato una ricerca su Portella della Ginestra. Per concludere questa parentesi senza parentesi: "Gli italiani devono sapere che Portella della Ginestra è la chiave per comprendere la vera storia della nostra Repubblica. Le regole della politica italiana di questo mezzo secolo sono state scritte con il sangue delle vittime di quella strage" (Danilo Dolci)

Vorrei concludere questa prima parte di diarionondiario con una scena di Santarcangelo. E' la seconda sera per me, quella del 4 luglio. La sera prima ho fatto il monologo in Contrada dei Nobili, via della costa, sopra il Ristorante Calicanto, quello in cui ci lavora una donna inglese come cuoca, piena di affetto e di luce negli occhi e con un corpo che dire giunonico è dir poco, ho ancora negli occhi e nel cuore il suo affetto e il suo cuore grande espresso anche dal suo petto...altrettanto mediterraneo!

Non ricordo il suo nome e me ne vergogno, ricordo il nome di Paola, la proprietaria del ristorante, fra le più belle donne incontrate negli ultimi anni, un misto di corpo e spirito giocosi e perfetti, che fa trasparire limpidità e sensualità senza strafare nè da un lato nè da un altro, un equilibrio raro a trovarsi. Le sue forme e il suo volto potrebbero dare adito a "strafacimenti" verso derive tipo "ammiccamenti" o cose del genere, basterebbe poco, ma lei è così limpida e così coi coglioni da tenere il ritmo, il respiro, l'equilibrio, ecco perchè mi piace sta gente qui! E io in questo periodo ho bisogno di gente così, che ti da tutto: l'attacco della luce se ti serve, lo sgabbuzzino per lasciare i bagagli perchè io, come Gesù, o Figlio dell'uomo, non ho dove poggiare il capo, la cena gratis e altro ancora, e rimane onesta, non si fa impigliare dalla tenerezza eventuale di certo terronismo intellettualoide, e non da neanche adito a certe cos, tipo uno sguardo pietoso, una parola tenera, perchè sarebbe facile: un giovane artista, solo, che non ha dove dormire perchè ha chiamato all'ultimo momento e tutti (o quasi) gli alberghi e BeB sono occupati (gioia! Picciliddru!)

Ma torniamo alla prima sera del 4 luglio. Dopo poco dall'inizio del monologo, in questo spazio "bello", come dicono alcuni, perchè c'è un pezzo di muro antico sullo sfondo, verso l'alto, e oltre le mura gli alberi e il castello, ecco, questo spazio, fino a dieci anni fa, o meno, era occupato da una casa, una casa che è crollata, tutto di un pezzo, all'improvviso, eh sì, perchè Santarcangelo è pieno di "grotte" sotterranee, cioè di edifici del periodo romano o etrusco comunque usati anche come catacombe dai primi cristiani, e sopra queste grotte ci sono tante case, "una volta ha ceduto", delle casegrotte, ed ha ceduto anche la casa che ci stava sopra, queste cose me le racconterà un santarcangiolese l'ultima sera, cioè il 5, poco prima di iniziare la mia terza e ultima "replica".
rossa, mentre racconto alla mia maniera, in quello spazio dove prima c'era una casa e poi è crollata, chiacchierava a voce sostenuta, e quasi mi disturbava, ma non più di tanto. Io penso sia un tipo che abita qui vicino. Prima di iniziare lo avevo invitato ad avvicinarsi, ma lui aveva scosso la testa per dire "No, sto qui e da qui non mi sposta nessuno". Qui vuol dire a pochi metri da me. Davanti a una saracinesca che apriva verso le nove, quindi in concomitanza del mio monologo previsto appunto alle 21,00, anche se poi c'è il quarto d'ora accademico! Dopo che inizio lo sento chiacchierare insomma.

L'indomani, prima della seconda replica, questa volta alle 22,30, vedo che parla con Francesca, la mia "curatrice" logistica, non mia perchè l'ho portata io, ma fa parte dello staff di Santarcangelodeiteatri, della sezione Immensa, alla quale io partecipo, sarebbe la sezione off, cioè delle "nuove proposte".

Mi avvicino e sento che lui borbotta, dice che non è d'accordo con Santarcangelo dei teatri, perchè su centinaia di gruppi, non c'è nè uno di Santarcangelo, o che reciti in o canti in romagnolo. Questo vecchio, testa grossa e quasi pelata, occhiali scuri anche di sera (fotocromatici?), canottieri, pantaloncini e panza grossa, si rivelerà un soggetto quasi da tesi di laurea.

Francesca dice che qualcuno ci sarà anche. Io ascolto, ho la chitarra in mano, sono in preparazione, dico qualcosa forse. In verità gli vorrei dire che la sera prima avrebbe potuto parlare anche a voce più bassa. Realizzo solo adesso che lui è il "gestore" della grottamuseo dove tiene centinaiai di foto dei suoi viaggi in Africa e in altri paesi del Sud del monso e non solo, esposte come cimeli, in seguito mi interrogherò sul fatto che nonostante le centinaia di viaggi in giro per il mondo, si aggrappa ancora alla lingua e al territorio nativo fino alla deriva che presto vedrete . "Vedi, lui", fa il vecchio indicandomi. "Sarà un bravo cantautore, non metto in dubbio, ma che cosa c'entra, che cosa mi viene a parlare dicamorra, di tribunale e per giunta in napoletano!"

Io reagisco d'istinto: "Ma perchè non si mette i tappi nelle orecchie se non vuole ascoltare!". La situazione si fa tesa, Francesca mi fa segno di calmarmi, lui si irrigidisce ma poi capiamo che non è il caso di litigare, lui dice "Non ce l'ho con te" ma con chi organizza il Festival, io vorrei dirgli che la sera prima poteva parlare a voce più bassa ma capisco che lui mi sta mandandoun messaggio sotterraneo. In realtà poi ci riderò e ancora ci rido adesso pensando alla sua battuta! Intanto è interessantissimo ancora una volta il fatto che uno che gira il mondo per lungo e largo non distingue il siciliano dal napoletano, ma andiamo oltre. La cosa bella è che poi ci mettiamo a scherzare, io dico che vorrei imparare a cantare in romagnolo ma lui ridendo mi dice che dovrei fare un corso di pronuncia romagnola, al momento mi sarebbe impossibile dato il mio livello di napoletanità. Questo passaggi, a parte l'aspetto tragicomico, aprirebbe un sacco di riflessioni sull'oggi. Per esempio io credo a quel che dice M.L. King, e cioè io non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti. E tutta la bagarre di questi mesi e questi giorni sul razzismo di Stato, che c'è ed è grave, io la vorrei "spostare" su razzismi "dimenticati", come per esempio il pacchetto sicurezza anti-rumeni dell'ottobre del 2007, del Governo Prodi, o su questioni culturali più sottili, di quella sinistra che fa parte del potere anche se si presenta come alternativa, questo non per attaccare la sinistra, ma per imparare a mantenere uno sguardo obliquo, di cui parla un articolo di Diario dell'aprile di quest'anno, a tal proposito allegherei a questo scritto un altro, scritto per ...."ripartire con la narrazione urlata, e con Milano chim era, angelo maddalena di gregorio magno!

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