sabato 20 aprile 2013

1° tappa da Pietraperzia a San Cataldo

Mentre nelle orecchie mi arrivano le osservazioni sul terrorismo a Boston, con le parole "A Mogadiscio qualche giorno prima 54 morti dopo un attentato in Tribunale, e nessuno ne parla", è un uomo al bancone che lo dice. Mentre ho nelle orecchi e mi interesso, ho tante cose negative uscite dal mio corpo durante la strada vissuta e incorporata tra Pietraperzia e San Cataldo. Sono al Bar Dam in questo momento, in via Babbaurra, a finaco del bar c'è il portone dove è posteggiata la bici, nel piccolo sotto scala. Sono arrivato alle 12 circa San Cataldo. PArtito da casa stamattina alle 8,00, ma poi tornato a casa perchè avevo dimenticato la catena e il catenaccio. Filippu Spilacciu mi diceva che poteva accompagnarmi alla catina, cioè all'ingresso di Barrafranca. Ero da Di Prima, ho comprato la Republica prima di partire. Avevo quasi un'ora di anticipo sulla tabella di marcia. Prima delle 8 e 30 ero da Luciano il gommista che mi ha gonfiato le ruote e mi ha dato la benedizione neocatecumenale, Shema Israel, Israerl ecc. ecc. Alle nove meno qualcosa ero a casa di Enzo e Concetta già pronti con le loro divise da ciclisti, e Concetta mi ha fatto un regalo bellissimo: un sacchettino con dentro il torrone fatto da lei o comunque fatto in casa. Mi ha salvato dalla "dibulizza", sonoa rrivato a San Cataldo senza fare nessuna pausa "pranzo". La strada del Besaro (ponte Besaro, antica strada da Pietraperzia e da Barrafranca per Caltanissetta)ci aspetta. Io pensavo e temevo di poter incontrare le pecore e i pastori e i loro cani al pOnte Besaro, dove c'è una masseria (na mannira) in corrispondenza col ponte. Ma il "battesimo" delle pecore ce lo danno i pastori e i loro cani che incontriamo già alla partenza, o quasi, in corrispondenza e anche un pò prima di arrivare da Giorgio, che abita dopo due chilomentri dall'uscita di Pietraperzia. A Giorgio consegno il libricino appena stampato Marco Camenisch non c'è, appunti e aggiornamenti di una non liberazione. Poi continuiamo a pedalare, incalzati dal pecoraio che ci dice che più in fretta andiamo meno possibilità ci sono di incontrare cani. La partenza è in linea con le dichuiarazioni in Tribunale di Marco Camenisch: "sono un pastore, contadino e cacciatore della Alpi Retiche". In questo caso i pastori ci sono, ma non sono ribelli nè fanno saltare tralici come MArco, forse fanno saltare i nervi quando invadono i terreni altrui..come spesso capita da queste parti. E invadono anche le strade. Infatti, dopo un pò di chilometri di poesia e colline verdi che ci circondano, arrivano incontro a noi le dolci e mansuete pecore foriere di cani e tutto il resto. Per evitare di farci "travolgere" dal gregge torniamo un pò indietro fino a una stradina chge scende verso il fiume. E' un'idea di Concetta sempre pronta a trovare una via di fuga. Di lei e di suo marito Enzo mi piace che sono atletici (vanno spesso a pedalare fino a Piazza Armerina o anche oltre) e anche conviviali, soprattutto Concetta, che durante il tragitto mi parla spesso e io le parlo pure di svariati argomenti. Da Marco Camenisch alle mie storie sentimentali recenti, da Medjugorie a Padre Pio, Concetta mi dice che non sopporta molto il fanatismo legato a Padre Pio. Non pensavo arrivassero finoa Caltanissetta con me, il programma era che dovessero arrivare a metà strada, cioè al Ponte Besaro. E invece..ci lasciamo alla zona industriale di CAltanisetta. Io proseguo fino al Bar bloy, entro e chiedo di farmi riempire la borracia dell'acqua. Poi proseguo per San Cataldo, e ora sono qui, pieno di vita e di sole e le gambe leggere, li gammi liggi, cioè rilassate e toniche e...ancora devo mangiare, ho fatto un aperitivo al bar Dam che ci sono i divanetti e una copia de La Sicilia di ieri dove c'è l'articolo con la mia foto e la notizia della mia tournée e di Marco Camenisch. a presto, Angelo

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