giovedì 12 aprile 2012

dovrebbe essere sottotorchio o solo scorie ma è cuntacunti

non reggo più! Non vorrei scrivere, ho le calze pesanti, sento caldo ai piedi, ci ho il peso dei giorni francesi da smaltire, il racconto da "liberare", sicuramente una cosa inaspettata anche se "programmata" è stato la totale "gratuità" dei viaggi in treno, che veramente se me lo avessero detto, anche se era già capitato, ma è sempre un'incognita e un'avventura, se mi avessero detto che avrei viaggiato semrpe gratis a parte i 14 euro della navetta Lyon Sant Ezpery Lyon Pardieu, ma già all'inizio, il 27 marzo, con uno spettacolo da afre alla sera, parto alle 12 e 30 o forse più tardi da Torino Porta Susa, e lì i controllori francesi prima di Bardonecchia si avvicinano, e io gli vado incontro e penso che sta volta me la fanno, e invece penso che potrebbe andare come altre volte che io passo e loro non mi chuiedono nulla ma incvece sì, "votre tiket s'il vous plait", je l'ai a ma place, rispondo, "va a ta place", dice lui, io torno verso il mio posto cioè dietro di me a pochi metri ma supero il posto e vado in bagno, esco dal bagno dopo dieci mimuti o quindici ma non di più e loro non ci sono più, spariti, dissolti, volatilizzati!

Poi arrivato a Valence Mathieu mi rivela il suo "metodo", e cioè un biglietto Interail irlandese che fotocopia e stampa da anni e anni, puro artigianato frodistico! Viva Gesù e viva Maria! Gesù e Maria si avvicinano, mia madre direbbe che loro mia assistono, e se assistessero sempre banditi e senza permesso di soggiorno sarebbe bello, ma dove non arriva la mano divina arriva quella umana, quindi continuiamo a combattere e lottare! anche se avolte sembra di essere in alto mare.

A Saillons arriviamo alle otto e qualcosa, che in teoria il mio spettacolo inizia alle otto e mezza, tempo di mangiare una insalata che Laurie e sua figlia Carmille ci offrono, e poi inziamo. Laurie è molto bella, ha uno charme particolare, chiara, occhi azzurri penetranti, magnetici, parla poco, sorride appena, la figlia è pure bella, intanto Mathieu si prepara per filmare il arcconto Alla Maddalena, récit du 3 juillet en Val di Susa. Filma, e adesso siamo in cassetta. Solo che le cassette me le ha date a me e ora ci vuole uno con una videocamera (non digitale) per vederci e vedermi. Mi ripropongo di chiedere a Julie, ma intanto dopo lo spettacolo arriva anche Greg, il compagno di Laurie. Laurie prima mi da 40 euro anzichè 50 (come contratto) più 30 euro di cappello, poi a fine serata mi dà altrre 20 euro, un pò strana come tipa, poetica e misteriosa, dico a Mathieu nel viaggio di ritorno verso casa sua a Valence. E lui concorda. Greg mi racconta del viaggio che hanno fatto a febbraio a Linosa con la fisarmonica, cose da raccontare in un film tipo Au cul du loup. La notte dormiamo da Laurie, io e mathieu nella stanza di Carmille, la bimba, che dorme nella stanza di sua madre. L'indomani mattina andiamo in un internet point prima di ripartire. C'è un'esercitazione di militari con divise e mitragliette e mitraglioni, Mathieu gli chiede se è un esercitazione e loro rispondono di sì. Nel viaggio verso Valence incorceremo anche due o tre piccoli carri armati di "allenamento". La Francia è foplle, decaduta e violenta, militarizzata e paranoica, mi viene da pensare. Alla prossima puntata, adesso sono a Milano cvhe dopo 15 giorni di vita "collettiva" tra Parigi e Grenoble (dopo Valence sono andato a Chambery per lo spettacolo Déraciné comme Cioran e poi da lì sono partito per Parigi dove mi aspettava Julie, da Parigi ho fatto tappa a Grenoble prima di tornmare a Torino e ieri a Milano)

venerdì 23 marzo 2012

io e mia madre in val di susa seconda parte

eccoci qui, io a Zara e mia madre pure, ma fino a un pò di ore fa. Adesso andiamo versoil tramonto. Gibo mi ha chiesto di scrivere la seconda parte del viaggio. Eravamo arrivati a Villarfocchiardo, è sabato pomeriggio,, 17 marzo, cioè meno diuna settimana fa. Arriviamo al Salone Polivalente di Villarfocchiardo. pioviggina ma non troppo, anzi quasi niente, le previsionierano più "minacciose", c'era chi diceva che dopo Condove ci sarebbe stato diluvio o quasi, niente di fatto, niente diluvio sulla Val susa, che non si riposa e via cantando. Appena entrati, sulla sinistra c'è un banchetto con i prodotti di Luca, cioè verdure e qualche cosa fatta a mano, tipo borse con disegno awaiano e scritta Notav, di cotone non trattato, una rossa e una azzurra, ne comprerò due, una per mia sorella Chiara che ha fatto il compleanno il 16 marzo, l'anniversario della morte di Moro, e una per me. Mia madre si fionda sui banchetti di marmellate, alla nostra destra. Alla nostra sinistra, subito dopo il banchetto coi prodotti di Luca e e per Luca, c'è il palco. in mezzo alla sala la platea con le sedie disposte a mò dicinema o teatro, ovvio. vedo quasi subito Marco e gli presento mia madre. Marco sarebbe dovuto venire a prendercia Sant'Antonino ma dopo il ritardo e il fuori programma di Donatella ad Alpignano Marco ciaspetta A Villarfocchiardo. Subito cerco Elisabetta che è la donna che ciha organizzato il pernottamento alla CAsa Evangelica di Meana, non la conosco, ma la provvidenza e i tre o quattro mesi e più trascorsi sei anni fa da pellegrino Notav mi vengono incontro, e hanno il volto di Cesira, una donna che ha due occhi vispi e belli verdi e marroni, in pratica due castagne. Mi sorride e mi dice che Elisabetta mi sta aspettando. me la presenta e ci baciamo e salutiamo, Elisabetta ha una maglietta con scritto Digiuno Notav, e anche Cesira, infatti la mattina del 17, cioè quel giorno stesso, è iniziatoil digiuno a staffetta Notav, infatti dopo un pò spunta Turi, il sempiterno, con la maglietta Notav e il suo digiuno o sciopero della parola, infatti mi si avvicina e comincia a scrivere due parole o tre che potrebbe dirmi a voce ma siccome digiuna di parole me le scrive. Intanto mi avvicino a un banchetto dove c'è Elena che è la moglie di Maurizio. A casa di Elena seianni avevo lasciatoun maglione ancora sarà lì, me lo aveva datoun tipo che mi aveva ospitato una notte a Laietto, lo chiamavano Renga e mi aveva regalato anche dei pantaloni neri di pannetto tipo tuta o pantacalza che per la bicicletta erano favolosi, prima o poi ricomincerò a girare il mondo o il mediterraneo in bicicletta? intanto andiamo avanti, senza bicicletta. Compro una maglietta al banchettodi Elena, quella bordò con Obelix e il fumetto con la scritta Notav e il treno che sta per essere fermato da Obelix. Volevo fare uno scambio col mio libroche faccio vedere ad Elena e Maurizio, ma loro ce l'hannoancora con me, forse, per chissà quale motivo di beghe e beghette Notav di sei anni fa, o forse no, fatto sta che Elena quando midice 8 euro per la maglietta, iole dico "è lo stesso prezzo del libro", leimi dice "ma dai questo è per la causa", alla fine

giovedì 22 marzo 2012

io e miamadre senza biglietto in Val di Susa

Sabato mattina partiamo da Milano per Torino e da Torino poi prenderemo il treno per Susa. Io e mia madre.

Mia madre da quando è caduto Luca è sempre più interessata e motivata a stare vicino a Luca con la preghiera. Siccome le ho detto che ci sono i Cattolici della Valle che pregano per Luca e che se vuole può conoscerli direttamente, le propongo di andare insieme in Val di Susa. Decidiamo di partire la domenica, ma poi anticipiamo la partenza al sabato. Perchè pensavo che gli Hobophobic suonassero a Milano il sabato invece il giovedì ho saputo che suonavano il venerdì. Io non conosco e non so che musica fanno ma sono tutte persone che conosco e soprattutto Mauro, vengono da Taranto e sono stato a trovarli due volte negli ultimi due anni e ho fatto due dei miesi spettacoli nella masseria dove Mauro e altri di loro abitano.

Partiamo il sabato mattina dunque. In treno saliamo senza biglietto. Prima di partire avevamo detto che avremmo fatto il biglietto in base a un pò di varianti: fila alle biglietterie, macchinette funzionanti...ma poi l'arrivo quasi all'ultimo minuto ci ha tolto il pensiero! Avremmo fatto il biglietto sul treno. Se il controllore fosse passato. Mia madre controllava il controllore tra una preghiera e l'altra, cioè tra una cruna e l'altra del rosario. Magari tutti i rosari e le pregehiere servissero per liberarsi dal controllore e dai ricatti del biglietto! Mia madre è cattolica, aperta, ma comunque cattolica. Non si libera sempre attraverso la preghiera. E neanche stavolta. Solo che mi viene da osservare: l'ansia da bigleitto che attanaglia molti di noi trentenni e quarantenni, che spesso diventa legalitarismo per molti equiesolidali e non solo, da dove viene? Mia madre non è una ribelle, anzi, eppure gestisce serenamente l'ansia del biglietto. Chissà perchè. Comunque, arriviamo a Torino senza biglietto, il controllore non passa. A Torino dobbiamo prendere il treno per Susa. Matilde viene alla stazione di Porta Nuova per portarmi dieci copie del mio libro Amico treno non ti pago (Matilde è la mia editrice). QUindi anche per aspettare Matilde, ma anche per bere un caffè (mia madre) che poi offriamo anche a Matilde, evitiamo di prendere il treno per Bardonecchia delle 14,32, e optiamo per quello che va a Susa delle 14,45. Pensiamo di fare il biglietto chilometrico perchè dobbiamo scendere a Sant'Antonino Vaie, ma l'edicola dove dovremmo comprarlo (quella della stazione) è chiusa, un'altra non ne ha, decidiamo di non farlo o farlo sul treno. Intanto cerchiamo di capire da quale binario parte il nostro treno per Susa. Ma non c'è scritto nel tabellone elettronico. Mia madre dice che vuole andare in abgno nella toilette della stazione. Le dico che è meglio di no perchè rischiamo di perdere il treno. Però dopo un pò ancora il nuemro del binario non appare. Ci sono due ferrovieri al binario 18 o 19 o 17, vicini a una Freccia Rossa (o Freccia Rotta?). Chiedo ai due se sannoa che ora partirà il treno per Susa. Uno dei due mi dice che arriverà con 25 minuti di ritardo! Altro che andare in bagno, mi amadre poteva andare anche a farsi una passeggiata in Via Roma, penso! Però non glielo dico. E invece chiedo come cazzo funziona sta cosa, meglio che non abbiamo fatto il biglietto, dico. I due fanno finta di non capire. Gli chiedo se vengono anche loro in Val di Susa domani, e loro tentennano, dicono no ma che sono vicini alla causa, ma non più di tanto a giudicare di come parlano. Poi ripeto che è meglio non fare il biglietto con questi treni e queste condizioni, tipo 4 miliardi di euro dei treni universali spostati all'Alta Velocità. Poi si avvicina mia madre. Uno di loro anzi tutti e due mi dicono che se non facciamo il biglietto ci fanno la multa. Penso che loro non ce la possono fare perchè noi prenderemo un treno e loro un altro. Però quando arriva il treno uno di loro due sale sul nostro stesso treno e io penso ( e mai amdre dice) che potrei parlare meno a volte. Però lui non ci chiede nè ci fa il biglietto. Noi scendiamo ad Alpignano, perchè io mando un sms a quattro persone in cui dico di questo treno che sta partendo con 30 minuti di ritardo. E Donatelle che riceve l'sms ci dice di scendere ad Alpigano che così andiamo con lei e la sua maica in macchina fino a Villarfocchiardo dove c'è la presentazione di Etinomia, la rete di imprenditori etici della Valsusa.

fine prima parte, se qualcuno di voi vuole sapere la seconda..aspetto un invito, se non non so se continuo a scrivere.

sabato 18 febbraio 2012

Tangentopoli continua in TAV veritas...

Una Tangentopoli continua...

C'é spesso, dietro una "catastrofe" o un evento epocale ipermediatizzato o spettacolarizzato, un altro che si nasconde e sviluppa segretamente. Gunter Anders dice che il nazismo, l'Olocausto, sono stati una "prova teatrale" di quello che sarebbe arrivato dopo, non ufficialmente, beninteso...Cosi si possono fare altri esempi: prendiamo Tangentopoli o Mani pulite di cui quest'anno ricorre il ventesimo anniversario e quindi in Italia si pubblicano libri e dvd ecc. ecc.. (Mentre scrivo mi trovo sul treno che da Bruxelles mi porta a La Louvière). L'anno scorso (o due anni fa?) é uscito il libro di Ivan Cicconi, già autore del libro Le Grandi Opere del Cavaliere (lo avevo comprato in Val di Susa a gennaio del 2006 e lasciato a casa di amici nelle campagne siciliane vicino Noto nello stesso periodo). L'ultimo libro di Cicconi si chiama Il libro nero dell'Alta Velocità: il futuro di Tangentopoli. In questi giorni sto leggendo un libricino pubblicato nel 2006, dal titolo: La Tav in Val di Susa. Le ragioni di una lotta. Leggendo questo libro ho potuto realizzare quello che Cicconi probabilmente spiega bene nel suo libro: la Tangentopoli mediatica é stata una prova generale di quella che sarebbe diventata in futuro...il Modello TAV. Ci ho messo anni per capire certi meccanismi, tipo la logica del Genaral Contractor, credo unico in Europa, cioé tipico italiano. E' la traduzione pratica di questa "magica" truffa ai danni dello Stato e dei cittadini italiani. Il Modello TAV prevede il 40 % di finanziamento pubblico e il 60% privato. Nel 1996, appena insediato, l'allora Ministro ai Trasporti Claudio Burlando, dice: "Si é detto che c'erano privati disponibili a fare investimenti, ma quando siamo andati a vedere abbiamo constatato che era una cosa falsa...E' bene che si sappia che la quota pubblica é finita, e il 60% dei privati non si é mai vista". In pratica funziona cosi: il General Contractor appalta i lavori a terzi, dopo aver ricevuto l'incarico di costruire le linee dalla TAV SPA, che fa parte delle Ferrovie, ma il General Contractor non assume nessuna responsabilità nella gestione finanziaria: non mette soldi, non gestirà l'opera, non rischia sul rapporto costi-guadagni, quindi ha tutto l'interesse a far lievitare tempi e prezzi, cosa che aviene puntualmente: dal 1991 al 2005 le tratte TAV vedono lievitare i tempi di anni e i costi - in media - del 316% (fonte: Ivan Cicconi, società di ricerca e consulenza Quasco). Tutti questi soldi vengono messi dalla TAV Spa che fa parte delle Ferrovie dello Stato che prende i soldi dal Tesoro e cioé da ognuno di noi, contribuenti consapevoli e inconsapevoli. Cicconi dice, per essere concreti, che 4 miliardi di euro destinati ai treni universali (regionali e Intercity) sono stati spostati sulla TAV: come volevasi dimostrare! In più, questo processo di truffa e rapina ai danni dello Stato (Claudio Cangelli, Ivan Cicconi e altri lo scrivono e urlano da anni: la più grande truffa della nostra epoca ai danni dello Stato) si realizza con il beneplacito di tutti i partiti di maggioranza e opposizione. E dulcis in fundo, quel Di Pietro tanto "eroico" contro i "ladri di Tangentopoli", paladino dell'operazione Mani pulite, in piena incoerenza a dir poco sospetta, in qualità di Ministro delle Infrastrutture del governo Prodi, se ne lava le mani...e lascia passare quel capolavoro di rapina e corruzione che é la TAV (tutti i progetti TAV soprattutto quella "faraonica" della Val di Susa) che sarà la Tangentopoli del futuro, anzi, Di Pietro sostiene posizioni irrazionali, infondate, ridicole e vergognose (per un cittadino, per un ex Ministro, e un ex PM antimafia e anticorruzione!) per giustificare la TAV in Val di Susa e non solo.

giovedì 19 gennaio 2012

torino liège in treno veritas

l'architetto con l'infradito lo incontrai al bar del trenobus, cioe' un treno come un bus! lo incontrai perché mi allontanavo da un possibile e non dediserato incontro... fin li era andato tutto bene, "é un coccolone", mi disse l'architetto riferendosi all'uomo che io volevo evitare di incontrare o che avevo voluto incontrare senza farmi fermare o chiedere la carta cantante e frustrante e castrante
Cinotriu mi aveva detto che stava arrivando e io dovevo allontanarmi. Mi ero allontanato da un lato, di na manu, ma poi quel lato finiva, quindi se volevo "superarlo", "saltarlo", "dribblarlo", eluderlo, dovevo andargli incontro, Cinotriu era tuttu cacatu, "no cosi te ne pentirai, ti prenderà, ti nchiuccherà", e mmeci no, lo saltai alla grande, stava seduto a controllare pezzi di carta ad altri o a chiedergli soldi per dargli in cambio pezzi di carta, Cinotriu non ci avrebbe creduto, sarebbe rimasto spantu, cioé tra spaventato e stupito, più o meno, già appena salito sul treno glielo avevo detto e non ci credeva che fosse possibile, mi aveva detto sei troppo fiducioso persino ingenuo, io potrei denunciarti alla polizia mi aveva detto, non mi conosci, e che gli dici alla polizia? che te ne viene a te? gli avevo detto. Poi mi aveva detto che condivideva certe mie ragioni ma il sistema ti schiaccerà e io gli avevo detto allora ammazzati! che vuoi che ti dica! se parti ccu ssa spinta, non dovresti fare niente, tanto tutto prima o poi finisce, niente esiste, allora evita anche di lavorare, di scricchiulare, all'inizio non mi aveva voluto dire neanche dove abitava né dove andava, un mezzo paranoico, poi mi disse che stava andando a Parigi a cercare (o cambiare) lavoro, aveva una faccia un po' schiacciata, somigliava a un mio vicino di casa conosciuto per essere romantico spocchioso poetico e pazzoide, insomma un tipo giusto, a posto, questo in più aveva la spinta buddhista e un po' proselitista ma non troppo, poi mi aveva offerto i grissini, e si era aperto a poco a poco, si definiva analista, o analitico, studiava carte con scritto cose che riguardavano analisi economiche e c'era di mezzo anche la svizzera. Poi mi aveva detto "se tu abbordi una donna francese ti fai cacciare, provaci", io non sapevo che pensare, ma effettivamente li vicino a lui c'era una donna vestita di nero un po' Claudia Koll un po' Dostojeskj e le cominciai a dire qualcosa, lei mi guardava occhi curiosi grandi e mezzo sorriso, poi gliela feci conoscere e ando' a finire che lui le fece vedere il libro de I Ching e lei ci casco' e si fece leggere le carte o il libro o qualcosa del genere. Poi io mi allontanai per chiedere un computer con connessione per vedere se Marta mi aveva risposto alla mail che le avevo mandato all'ultimo momento prima di partire da Torino Porta Susa, che qualche giorno prima eravamo rimasti che sarei arrivato il 18 ma non avevo confermato anche perché nei giorni precedenti mi ero concentrato sul viaggio e sullo spettacolo di Trento cioé dell'altro ieri che non mi par vero che ho attraversato due frontiere in cosi poco tempo e percorso millanta e millanta chilometri in 48 ore, insomma il computer lo trovavo ma senza connessione cioé senza chiavetta, a parte uno che era seduto nella "scatola" compresa tra due vagoni e mi aveva detto "ora proviamo" ma avevamo provato ma niente, ugna a famo, non si connetteva o solo per poco. Questo é un genio del viaggio pesante e ridondante irraionale, tre valigie una enorme e le altre due a scalare meno enormi, einvece di prendere laereo da Milano a Londra, per non voler aspettare (l'aereo partiva alle nove di sera ed ero a Milano da troppi giorni, mi disse) si stava sparando almeno dieci ore di treno iperveloce con relativa spesa e pesi e una notte da trascorrere alla Gare du Nord di Parigi all'adiaccio! Abita a Fenix, Arizona, infatti da Londra prendeva l'aereo, un tipo milanese che sembrava bergamasco o friulano dalla faccia e dalla parlata, mezzo biondastro vichingastro ma poteva essere benissimo anche siciliano! alla fine niente internet, Marta mi manda un sms per darmi il suo indirizzo e riesco anche a chiamarla che la carica wind tiene e tutto bene. Alla fine sul treno da parigi a Lille, nel cesso, c'era scritto con un pennarello: Tous gratuit, nike la SNCF (bande d'escroques)

e da Lille a Bruxelles salgono con me tre donne una marocchina due algerine, tutte e tre giovani, una delle tre, la marocchina, capisce che non ho il biglietto dalla faccia, ça se voit, mi dice. Anche loro non ne hanno. Ci sediamo in un vagone vuoto, c'é anche una giovane donna e mamma dell'Africa nera con due bambini neri di cui uno bellissimo. Arriva la donna del controllo, le tre donne africane del Nord fanno finta di non parlare francese e gli scappa quasi da ridere, la tipa del controllo chiama l'uomo del controllo che quasi minaccia le tre donne perché loro dicono che non hanno soldi (paracule col senno di poi), lui butta per terra un sacco delle donne, io dico che non mi pare giusto trattarle cosi, lui dice incazzato "vi chiudo le porte, non vi faccio uscire, vi riporto a Lille", alle donne, a me non chiede il biglietto, intanto l'africana coi due bimbi ha il biglietto ma di un treno che partiva fra due ore! é un po' anticipata. Nel frattempo i due controllormenand woman bloccano il vagone, ci blindano, l'africana nera dice che non lo possono fare, andiamo nel corridoio, l'africana nera passa, a me l'uomo mi dice che non posso passare, devo restare con le giovanei donne maghrebine ad aspettare la polizia, "ti faccio rimanere due ore in questo treno", mi intima, ci stanno sequestrando? Arrivano i poliziotti, a Bruxelles, intanto scopriamo che il biglietto costa solo 30 euro, paghiamo e ce ne andiamo. Ci sono due poliziotti con la felpa rossa (sportivi) e due in nero coi cani, non sportivi, i cani hanno la nuseruola! siamo soli, siamo vivi, invisibili, come canta Vasco Rossi. Ce semo e ce restamo. Da Parigi sta volta il Thalis per Bruxelles non me lo hanno fatto prendere che a ogni porta c'erano uomini grigi, costava 100 euro, preferisco vivere, gli ho detto, e ho fatto il giro da Lille. Poi da Bruxelles a Liège tutto a posto, ho anche incontrato Tiziana Matanza, originaria di Pietraperzia ma non c'é mai venuta, suo padre é nato a Bruxelles e suo nonno lavorava in miniera! che colpaccio!

martedì 10 gennaio 2012

al binario 21

Al Binario 21

Al Binario 21 alla Stazione Centrale di Milano c’è un mondo insolito. C’è un banchetto davanti una porta. Una porta aperta di un ufficio aperto. Dove si riuniscono uomini e donne con giacche blu che da un mese a questa parte non possono usare più quelle giacche blu per fare il lavoro che facevano…di notte! Nei treni notte. Un mese fa c’ero andato, avevo provato ad andare alla torre, perché sulla porta dell’ufficio con il banchetto davanti c’era e c’è uno striscione con scritto Siamo tutti sulla torre. In realtà sono tre sulla torre, altri sotto, nelle tende, attorno al fuoco, erano pochi, un mese fa. Io avevo dato una copia del mio libro Amico treno non ti pago, parlato con uno o due di loro nell’Ufficio occupato, poi provato ad andare alla torre e un poliziotto e una ploiziotta ferroviari mi avevano sbarrato la strada, la prima volta ero con una donna con la giacca blu (che prima lavorava e ora non più) e lei era passata e io no, la seconda volta con una donna “esterna” come me e ci avevano mandati a tutti e due anche se eravamo riusciti ad arrivare vicino il fustone con il fuoco e le tende. Ci avevano anche chiesto i documenti quella volta e noi non ce l’avevamo e avevano fatto accertamenti. Sta volta siamo passati, cioè ieri sera, eravamo io e Flavio. Flavio ha voluto firmare al banchetto al Binario 21, prima di proseguire per andare fino alla “torre”. Io avevo già firmato prima. Invece ho dato i soldi che mia zia e mia sorella mi avevano dato per la raccolta fondi per i licenziati. Mia zia non è venuta perché alle 18,30 fa freddo, dice, e ha ragione, poi Flavio è arrivato alle18,45 e faceva più freddo, anche se in questi giorni a Milano c’è sole e si sta bene…fino alle 18,30, infatti mi sono un po’ raffreddato perché avevo i pantaloni mezzo tempo che ero uscito di casa alle 14,00!

Con Flavio andiamo alla torre. Parliamo con due di quelli che dormono sulla torre, poi ci danno un telefonino e con uno di loro parliamo col telefonino che viene meglio, anziché gridare dato che loro sono a sette o dieci metri più in alto di noi. Poi uno di loro che avevo già visto e ci avevo parlato nei giorni passati e che è spuntato alla televisione l’altro giorno a Rai 3, mi ha salutato e abbiamo cominciato a parlare. Ha gli occhiali il faccione è di un paese a sud di Napoli, da come parla, e si chiama Gregorio. Ci ha detto un po’ di cose che sapevamo e altre no. Intanto è arrivato con un ragazzo e una ragazza che gli abbiamo chiesto se erano del Popolo Viola perché i primi tre uomini e donne seduti su una panca sotto la tettoia di nylon e che li avevo visti appena arrivato, parlando con loro, dato che uno di loro diceva “siamo indignati”, gli ho detto ma “indignati o incazzati?”, per sapere se erano del movimento degli indignati o “cani sciolti”, e lui mi ha detto “siamo del popolo Viola” e avevano una spilletta con Falcone e Borsellino sul petto e qualcosa di viola addosso. Allora sti due ragazzi che erano con Gregorio erano due “sciolti” che chiedevano informazione a una ragazza che fa informazione per le Frecce Rosse e la ragazza gli aveva detto che sulla torre non c’era più nessuno. E poi Gregorio ci ha detto che negli schermi televisivi dei treni Freccia Rossa dicono che sulla torre non c’è nessuno, e così fanno anche alcuni telegiornali o sindacalisti della CISL che hanno firmato l’accordo truffa per ricollocare i lavoratori della Notte e la CGIL non ha firmato perché era un contratto truffa e Gregorio ci ha spiegato per filo e per segno in che senso. In pratica le società che assumerebbero i licenziati lo farebbero per due anni al massimo, e poi sono società riciclate, cioè quella che era la Wastel, mi sembra di aver capito, ha chiuso o sospeso le attività, e il nipote del direttore o titolare (Gregorio mi ha fatto anche il nome su mia richiesta ma non me lo ricordo) ha fatto un’altra società, che si chiama Angel Sevice, perché lui si chiama De Angeli di cognome, e riassumerebbe con tutto un giochino sta gente per poi sottopagarli e mandarli al macero. Lui me l’ha spiegato per filo e per segno, tipo che sarebbe riassunti pochi e di area CISL! Insomma un magna magna bello e buono! E comunque alcuni di loro sono andati a chiedere a quelli che lavorano per queste società (società di pulizia, mentre loro sono cuccettisti) e quelli gli hanno detto che non li pagano da mesi! Praticamente passerebbero dalla padella alla brace, come diceva Gregorio indicando il fusto con il fuoco dentro!. Intanto ogni volta che passava un treno e il macchinista fischiava con il clacson del treno Gregorio fischiava col suo fischietto da ferroviere. Sta cosa era commovente perché nella freddezza delle vie ferrate e della sera milanese sentivi questi brividi di umanità che scorrevano lungo i fischietti e si spandevano nell’aria. Poi una volta è stato più commovente perché un macchinista si è sporto dal finestrino e ha sbracciato e salutato come fossero amici e fratelli. Purtroppo però non tutti i ferrovieri aderiscono a questo sciopero. Infatti sul banchetto ho trovato una Lettera ai cugini ferrovieri” dove i lavoratori della Notte chiedono solidarietà ai “cugini” ferrovieri e denunciano che fino ad ora non è arrivata questa solidarietà “storica”. Poi Gregorio ci ha detto che insieme a un suo collega l’altro giorno su una Freccia Rossa avevano detto ad alta voce, prima di arrivare a Milano, venendo da Bologna, “Alla vostra sinistra potete ammirare la torre coi ferrovieri licenziati “appesi” da un mese sulla torre”, e infatti un altro volantino del banchetto si rivolge ai viaggiatori delle Frecce Rosse. Poi a uno di quelli “appesi” da lontano gridando abbiamo detto “Ma non possiamo fare un blocco, bloccare una Freccia Rossa?”, lui ha risposto “Possiamo fare un block notes!”. E ci siamo messi a ridere.