martedì 28 settembre 2010

teatrodelle beffe in trenitalia in bicicletta terza puntata

a Milano alla stazione Centrale ci hanno rotto i coglioni! Hai voglia di Grandi Stazioni! Ca già nun ci abbastava che è famosa per essere l'unica Grande Stazione senza una sala d'aspetto (ancora non ci posso credere), ma forse è molto lontana dai binari o in costruzione, ma non ci redo che non c'è! Nun ci abbastava queste e altre minchiate delle Grandi Stazioni che per farti il biglietto prima devi salire e poi scendere, però una cosa bella c'è, che c'è il tapis roulant, cioè la scala mobile piatta, cioè non so come si chiama, e a mmia mi viene comodo oggi, proprio oggi, con la bicicletta e tout le reste...però gli schermi giganti dove fino a pochi mesi fa riportavano gli orari di partenza e di arrivo, è possibile ca ora sono invasi dalle pubblicità e niente più orari di arrivo e partenza in grande? E' possibile è possibile, che con Donatella eravamo venuti giovedì scorso e lei diceva che le bruciavano gli occhi a guardare ssi minchia dis chermi giganti coi video delle pubblcità, perchè fannoi video, non solo le scritte e le immagini, un vero megaschermo, che quasi quasi viene da pensare, e certo, era spreacto un megaschermo per gli orari di partenza e di arrivo, almeno ci facciamo i video!

E siamo lì, col treno che parte fra venti minuti, e siccome non ho mangiato niente nè fatto colazione, o meglio, ho bevuto un pò d'acqua a casa di mio fratello, che la bevanda calda che bevo ogni mattina (acqua bollita con un pò di the o altri infusi)non l'ho potuta fare stamattina, un pò per la prescia un pò perchè non sapevo far funzionare i fornelli a induzione, cioè quelli che si azionano per imposizione delle mani, come diceva quello...


E allora ho il tempo di comprarmi un cornetto e partire. E il viaggio durerà quasi tre ore, da Milano a Bologna. Salgo senza biglietto. Sistemo la bici nel corridoio, nello spazio vicino al finestrino che c'è anche una ringhierina e sta bene. Sto solo attento che non ostacoli l'apertura della porta comunicante tra i due vagoni. Sistemo la ruota anteriore della bici in modo da non ostacolare il passaggio. E via. Si va. Mi siedo in un posto vicino alla porta d'ingresso al vagone anche per controllare ogni tanto la bici. Dietro di me c'è un tipo che legge Libero. Entra uno che chiede se questo treno va a Cremona. Io dico di no, ma il giovanotto pseudoquarantenne, occhiali e Libero sulle gambe, dice che per andare a Cremona di deve cambiare a Codogno, che è vicino Lodi. Risolta questa questione ci sediamo. Di fronte al tipi che legge Libero c'è un altro tipo. Il tipo che legge Libero comincia a parlare di Fini. Ovviamente, in linea col giornale che legge, attacca e smerda Fini. Il tipo di fronte a lui gli da corda. Dopo un pò mi tappo le orecchie per non sentire la voce e le minchiate che dice il tipo Libero. Anche perchè sto leggendo Storia d'Italia di Mack Smith e mi voglio concentrare. Guardo un mio pseudocoetaneo di fronte a me e ci scambiamo una smorfia del tipo "Che rottura di palle, otrebbe anche abbassare la voce". Dopo un pò, dopo Lodi, anzi, dopo Piacenza, passa il controllore. Io vado verso di lui per andare in bagno (ho davvero esigenza).Lo supero, penso non mi consideri, invece dopo un pò mi chiama. Mi chiede il biglietto. Io dico che ce l'ho al posto, "Vado in bagno e torno", lui mi dice "Va bene". Intanto più di una persona, per scendere alle varie stazioni, ha dovuto quasi forzare la porta di uscitas del treno dal lato vicino a dove sono seduto io, cioè la porta d'ingresso al tren vicina alla mia bicicletta. Ma lo dico per far capire il punto, perchè la bicicletta non c'entra, è lontana dalla porta d'ingresso del treno, o meglio, è vicina a una e lontana da un'altra, quella difettosa. Qualcuno infatti, un arabo in particolare, si fa prendere dal panico e comincia a tirare ripetutamente la leva per far aprire la porta. In realtà si apre ma molto lentamente.

Io intanto vado in bagno. Non al primo perchè la porta è difettosa, neanche al secondo perchè è tutto spruzzato di acqua, forse perchè con la pioggia e i binari bagnati entra acqua da sotto il treno, dal buco del cesso. Vado più avanti sperando di prendere tempo sul controllore. Ma deciso ad affrontarlo, il sonno e l'adrenalina e l'energia della bicicletta mi rendono sereno e inattaccabile. Torno al mio posto. Il controllore viene verso di me. Nel corridoio gli dico che non ho il biglietto e non gliel'ho detto perchè c'era altra gente e sapevo che dovevamo parlare (questo l'ho imparato da un capotrenoc he una volta mi disse che era d'accordo con il mio sciopero del biglietto NOTAV ma se glielo dicevo lontano dagli altri viaggiatori mi poteva anche fare passare, ma in presenza di altri no, infatti quella volta mi aveva lasciato passare, eravamo in Veneto, fine 2006 o inizio 2007)

Il capotreno mi dice che mi deve fare una multa da 50 euro, intanto siamo fermi a una stazione mezza abbandonata. Lui scende per comunicare con il macchinista per il segnale di partenza. "No, dico, mi faccia 5 euro di sovrapprezzo", a tipo mercato. Inizia qui il Teatro delle beffe. Lui mi dice che se lo andavo a dire subito prima di partire erano cinque euro, "Dove è salito?", "A Piacenza", rispondo. E intanto penso alla bicicletta. Se scopre che è mia mi potrebbe chiedere il biglietto anche per lei! Lui sembra poco indulgente, ma si vede che fa scena. Io gli dico che non potevo andare da lui perchè ci ho il computer e altre ose e non potevo allontanarmi dal mio posto. Lui dice che bastava che gli facessi un segno anche da lontano. E patapim e patapam mi fa un biglietto da 13 euro. Fine terza puntata, ci vediamo alla quarta. Ma no continuo a scrivere anche se sono strematiccio? Arriviamo a Bologna a orario prestabilito. Un ragazzo che avevo visto prima che era andato a fumare una sigaretta nel corridoio vicino alla mia bicicletta, e io, da siciliano diffidente quale sono, sospettavo, prima di vedere la sigaretta, che smanettasse o potesse smanettare verso la bici, ora che arriviamo a Bologna, prima di scendere mi chiede quanta multa mi ha fatto il capotreno, dico 13 euro e cinquanta, lui strabuzza gli occhi e dice "Pezzo di mmerda, a me 50 euro", e si guarda intorno per vedere se c'è ancora il capotreno e protestare, io maledico la mia sincerità da coglione metropolitano, poi lui mi dice che non la pagherà, ecco, a me mi ha fatto una piccola multa e l'ho pagata subito, a lui una grande multa ma non l'ha pagata, mi sento menoin colpa e meno a rischio. Scendiamo e camminiamo un pò lungo il binario della stazione di Bologna. L'aria è umida ma non piove, anzi c'è qualche sbrizza di sole. Dopo un pò ci separiamo. Dopo un pò io rivedo il capotreno. Benedico il momento in cui ci siamo separati con il tipo incazzatizzo. Ho un treno alle 11, 09 per Prato, secondo la tebella di marcia del giorno prima avrei avuto un treno alle 13,09 per Prato. Adesso ho una buona mezz'ora a disposizione. Vorrei comprare un panino o una piadina per il pranzo. Ma mi arriva una telefonata. E' Sonia Salsi. Mi aveva contattato poche settimane fa perchè ha fatto una tesi di laurea sulle miniere e sull'emigrazione italiana in Belgio, nel Limburgo. Io le avevo risposto e le avevo detto che passavo da Bologna. Lei mi aveva risposto che oggi per lei non sarebbe stato possibile. Ma adesso cambai programma, mi dice che può arrivare, le dico che io sono arrivato prima rispetto alla tabella di marcia, lei mi chiede se posso aspettare un altro treno e io le dico di csì, anche perchè voglio spezzare il viaggio, incontrare lei che mi ha incuriosito per la tesi e altre cose che mi ha detto via mail. Riparto dopo due ore durante le quali Sonia mi parla di lei, aspetta un bambino da un padre che non lo vuole, probabilmente torna in Belgio dopo anni di "ritorno" a Bologna, suo padre è della Garfagnana, lei si sente montagnina, come suo padre, di testa dura come i montagnards, mi vuole offrire una piadina in un chioschetto vicino la stazione, io osservo che 4,50 o 5 euro per una piadina mi sembrano troppi, lei dice che Bologna è cara. Chiudo anche perchè Luca mi offre un piatto di taglionini coi legumi, Siena, 28 settembre 2010

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