martedì 28 settembre 2010

teatrodelle beffe in trenitalia in bicicletta seconda puntata

intanto qualcosa l'ho omessa, per esempio che abbiamo preparato una melissa e l'abbiamo bevuta la sera prima di partire, con mio fratello e Michela, e se l'è bevuta anche lui anche se ha detto che non è stata così benefica anche se noi dicevamo che rilassa i muscoli ma il suo problema non era tanto di rilassare i muscoli quanto di altro tipo e poi prima di uscire si è preso un pò di alloro come usava fare mia madre che per lo stomaco l'alloro e il mal di stomaco dice che è miracoloso...Poi io in tutto questo ero triste e nè qui nè lì nè carne nè pesce che ero partito da Torino e mia sorella Chiara me lo diceva che i traslochi ammazzano e io avevo detto si soprattutto psicologicamente, cioè ammazzano soprattutto psicologicamente, e poi l'ultimo pomeriggio con mio fratello, Michela e Donatella in Val di Sua alla Sacra di San Michele era stato veramente il giusto suggello a un periodo di casa in affitto a Torino anzi a Collegno iniziato pochi mesi fa ma in realtà iniziato, anche se non con la casa in affitto, quattro anni e mezzo fa con i primi viaggi e i primi reportages e le marce NOTAV proprio lì vicino alla Sacra di San michele, e cioè a Venaus Bussoleno e Val Sangone...

Intanto si parte, con la busta della carta igienica in testa, una confezione di nylon strappaticcia ovviamente, che ricorda quei paesaggi di quegli uomini che colla mula o con un motorino ritornavano dalla campagna e si riparavano alla bell'e meglio in quel centro Sicilia antico e disperso e mitizzato e mercificato...

E allora il computer coperto dalla borsa di pelle si ripara un pò sotto la giacchetta di pile blu che mi metto addosso, e mi metto anche le scarpe chiuse, quindi di positivo c'è che mi alleggerisco il bagaglio perchè mi metto addosso un pò di cose che avrei dovuto portare fuori e dentro lo zaino in caso di maltempo...Milano è cupamente romantica a quest'ora ma non ho il tempo di pensarci perchè arrivo in meno di dieci minuti alla metropolitana di Famagosta...Avevo temuto affollamento per entrare dentro il treno della metro, mio fratello mi aveva detto di uscire di casa il prima possibile, io volevo uscire il prima possibile anche perchè sapevo che nella metropolitana non si può entrare con la bicicletta dopo le 8 o le 9, nel dubbio volevo arrivare prima delle 8, ma con la tensione e la paura della pioggia e di tuto il resto è andata a finire che...ma andiamo per ordine. Il treno che prevedo di prendere parte dalla stazione centrale di Milano per Bologna alle 9,20, però so che ce n'è uno alle 7,20 che non prevedo di prendere, ma sono le sei e trenta o poco più quando arrivo a Famagosta, e mi fiondo verso i treni, ma alle entrate girevoli il controllore della cabina mi fa segno di no, io mi avvicino, lui mi dice che si può entrare solo dopo le 8 di sera, io benedico la mia disorganizzazione o non preveggenza, cioè meno male che non mi sono informato prima altrimenti non sarei riuscito a partire, adesso il piccolo uoomo con giacca e pantaloni blu mi si para davanti, ma io faccio la scena del servo sofferente ma al tempo stesso deciso e quasi incazzato, "No, non può, mi rovina, devo partire a tutti i costi", lui dice che poi alla Centrale ci saranno i controlli, io dico "Allora scendo a Garibaldi", lui dice che va bene perchè a Garibaldi ci sono meno controlli ma comunque ci sono, troviamo un accordo: "Ti faccio passare ma non dire che sei entrato qui, una volta è capitato e mi hanno fatto il culo, non voglio sapere niente, non ti ho visto", timbro il biglietto ed entro, sono le 7 meno venti, non credevo che sarei riuscito a farcela, ma forse ce la faccio, a prendere quello delle 7,20. Alla Centrale ci sono i controlli concentrati vicino la cabina, io svicolo dall'altro lato, faccio difficolà a uscire con la bicicletta dalla porta girevole, sollevo la bicicletta e mi sento Hulk, c'è una donna del controllo sulla sinistra verso le entrate della linea gialla, non mi considera molto, vado via verso l'uscita, è fatta! Dio è con me e contro di me! La sera prima ho provato sensazioni di estraneità struggenti, di chi parte e cambia città e svuota una stanza e non è ne qui nè lì, avevo scritto in un foglio/diario: "In questa terra di nessuno non riesco a starci più!", che è come dire "I traslochi ammazzano?!"

(fine della seconda puntata, continua...)

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