sabato 6 novembre 2010
un preambolo a Déraciné comme Cioran, una settimana prima della prima presentazione pubblica e ufficiale a Marsiglia del 13 novembre 2010
il fatto è che dopo aver parlato anche animatamente con Ljuba di Déraciné e anche dopo aver letto la tua impressione mi sono reso conto che lei non ha tutti i torti, e che devo esplicitare alcuni distinguo prima di presentare Déraciné, magari in poche parole, e cioé: "Questo racconto è molto meno "narrativo" degli altri che ho scritto prima di adesso. Anche perchè è in una lingua in cui io non riesco a scrivere bene come le altre lingue materne, ma non solo per questo. E' anche frammentario, sia perchè utilizza molti testi frammentari come gli aforismi, sia perchè mette insieme aforismi cercando di creare un percorso biografico. Questa è una cosa molto delicata perchè rischia di forzare e di storpiare, di questo sono consapevole. In più, dalle prima volte, soprattutto rispetto alla prima registrazione, ha subìto degli accrociamenti, voire dei tagli, abbreviazioni, e quindi è da considerare una "prova", uno "studio", anche questo può essere delicato perchè se ci si basa solo sul testo ascoltato e non sul suo significato profondo e ai rimandi, può risultare ancora più "mozzato"....e questo è un altro elemento critico...Gli altri racconti italiani, di cui uno è stato tradotto e raccontato in francese, hanno una carica narrativa più completa, questo può rischiare di risultare un racconto filosofico, un'accozzaglia di citazioni, un volersi raccontare i cazzi suoi, e in parte lo è.Ma non sol ovviamente...Questo racconto, come tutti quelli che ho scritto, parte da un tessuto fortemente autobiografico, cioè da qualcosa che mi ha toccato e mi tocca profondamente e fortemente, tragicamente...un fuoco che non si spegne...Nei testi di Cioran ho trovato tanto conforto attraversando l'idea e la vicinanza (perchè una persona a me molto vicina si è suicidata) del suicidio, e in altri slanci mistici che i suoi testi mi hanno suggerito ho trovato il senso e l'energia per continuare una ricerca disperata e al tempo stesso energetica, quindi terapeutica, catartica anche...Non è un racconto di azione, anzi, rompe con un percorso di racconti di azioni politiche che avevo fino anni fa prodotto, ma al tempo stesso è un racconto insurrezionale, perchè vuole portare fuori vissuti spesso nascostie soffocati per paura di affrontarli, esplicitarli nella loro dignità e poeticità...Il "non agire" (come slancio metafisico) con tutti i fraintendimenti che può comportare, il desiderio di trovar quiete nella morte, il rapporto disperato e tragico, che si espleta anche attraverso la bestemmia, tra la creatura e il suo creatore, tracciano un percorso interiore di tutti e di sempre, sempre più dimenticato e disprezzato, ecco, questo racconto vuole ridare senso, anche attraverso al canto, a tutto ciò e ad altre implicazioni annesse e connesse, un abbraccio e buonanotte, che questa mail la dovrei ricppiare per renderla pubblica! E metterla nel mio blog!
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