martedì 16 giugno 2009

autocritica di cuntacunti

sono contento che i pochi post pubblicati su cuntacunti sono state lette dalle giuste e commentate in modo calzante, a volte hanno toccato nervi scoperti e mi scuso se questo ha comportato la riapertura o la creazione di ferite, non ho mai fatto nomi, ma mi scuso in ogni caso per riferimenti a persone che si sono sentite coinvolte dalle mie parole per riferimenti che le riguardano. Sento il dolore e la delicatezza di tutto ciò, volevo dire solo che per me scrivere è anche tirare fuori delle situazioni profonde e brucianti, a volte, in base ai momenti che attraverso, questo può comportare la "violazione" di certe intimità, ma mai credo di essere andato al di là di certi limiti, e, in ogni caso, quando l'ho fatto, è stato per spingermi oltre, per "usare" uno scambio intimo come spunto, come grimaldello, ancora esprimo il mio più grande rammarico per il rischio di aver toccato e minacciato la limpidità, la fiducia e quel tenue e forte legame che chiamiamo amicizia, con lacrime sepolte e rigogliose, angelo

venerdì 12 giugno 2009

per farla finita con Ascanio Celestini

Mi pare inutile e comunque mi stno ancora un pò di cuore e sangue per dirlo, anche perchè sta mattina, passando davanti il Teatro Carlo Felice di Genova, verso le 11,30, cioè un quarto d'ora fa, ecco che vedo l'orchestra sinfonica (soprattutto violini!) del Teatro Carlo Felice che suona per strada, verso le 10,30 li avevo visti in Via Assarotti, con lo striscionecartellone con scritto FATTI NON FUMMO PER VIVER COME ...SILVIO, MA PER SEGUIR VIRTUTE E CONOSCENZA, questo scritto lo dedicherei a tutta quella gente pseudotrentenne con cui mi capita di parlare, che, non avendo mai dato un giusto valore alle cose, proprie e altrui, private e pubbliche, e, di conseguenza, non essendosi assunte le responsabilità che una tale consapevolezza comporterebbe, ancora farfuglia cose del tipo "Ma parchè non ti proponi qui o non ti proponi lì", oppure, ancor peggio "Tu sei un morto di fame", con tono paternalistico/ingenuo/sprezzante anche se a volte mascherato, comunque schifoso! Schifoso perchè è segno di cecità e di irresponsabilità, oltre che di frustrazioni malcelate e cose del genere. Mi riferirei più precisamente a una persona, ma forse sarebbe riduttivo. Mi riferisco a questa persona ma la prendo come simbolo, e il simbolo è il fatto che questa persona mi dice che io non le dò sicurezza, nè stabilità, e, pur essendomi vicina, questa persona, sapendo e assistendo, più o meno, alle mie attività di tipo artistico e narrativo, mi butta addosso tutta la sua frustrazione e mancanza di fiducia in sè stessa parlandomi con parole che sanno di disprezzo e di qualcosa del genere, questa persona ha poco meno di trent'anni, per dare un indizio che poi è simbolico, nel senso che spesso queste parole arrivano da trent'enni ogiù di lì, dico anche che è donna, e anche questo è significativo, anche perchè l'altra persona a cui mi riferisco è donna, ma in generale, dicevo, sono tante queste persone, donne o uomini, che si fanno ingannare. Anch'io, fino a cinque anni fa, non avevo fatto certi collegamenti, e, quando un "giovan" cantautore siciliano scrisse una mail in cui mi faceva riflettere sui tagli alla cultura dell'allora Ministro Moratti (ottobre 2005), prendendo spunto dalle proteste di piazza di alcuni registi e attori famosi, si chiedeva "Ma questi attori e registi che protestano in piazza chi rappresentano? Questa è gente che si fotte centinaia di migliaia di euro all'anno, sicuramente non rappresenta gente come noi che fa musica per strada e tira a campare perchè ha scelto, più o meno, di non leccare culi e palle, e non perchè è meno brava e meno talentuosa, anzi!" Quindi quattro anni fa io capivo che significava tutto ciò: il finale della lettera del mio amico era piuttosto eloquente: "Loro protestano perchè gli mancano 100 mila euro di finanziamenti per l'anno dopo, e noi che dovremmo fare allora? Dovremmo spararci?"

Questa è una, un passaggio, iniziatico direi. Ma il difficile è fare certi collegamenti. Voglio passare al sodo, al concreto, e parlare di Ascanio Celestini. Più volte ho raccontato la mia esperienza diretta con lui, illuminante, per niente personale, anche se potrebbe sembrarlo. Chi ha occhio e cuore e gambe lo sa, come Stefano di Rimini, e lo dice, che Celestini è un "giocoliere della parola", ma Stefano appartiene alla classe anni '60 o addirittura '50, in un mondo "sano", chi è nato dopo dovrebbe essere più lucido, più pronto a cogliere certi collegamenti, ma il nostro è un mondo alla rovescia, quindi bisogna ricapovolgerlo, e proviamoci! Ora mi rivolgo a quella mia amica pressocchè trentenne (ma anche ad altre amiche e conoscenti, pressocchè trentenni, donne e uomini, italioti mediobasici), e le dico, dato che lei, l'indomani che mi trattò da barbone, pur vedendomi lavorare per la strada e non solo, con la penna e il computer, il pennello e tutto il resto, l'indomani andò a vedere Celestini e mi disse che era stato "Fantastico". Ora io le vorrei far notare che dire "fantastico" di Celestini dopo aver trattato un amico da barbone, un amico che probabilmente è più bravo di Celestini, è probabilmente da vigliacchi e da disonesti, per non dir di peggio. Quando dico "più bravo di Celestini" non intendo solo artisticamente o tecnicament, che quello non importa, ma sicuramente a livello di coerenza ed onestà, ma andiamo avanti, anzi oltre. Ci pensavo sta mattina dopo aver visto l'orchesta del Carlo Felice protestare contro la legge che taglierà qualche milione di euro previsto per le orchestre, e che dovrebbe far riflettere a partire da chi paga il peso più elevato, sicuramente non quelli che lì davanti suonavano il violino, perchè almeno un violino ce l'hanno, per non dire altro! Ci pensavo mentre salivo le scale per andare nella piazzetta dietro il Carlo Felice, che non mi ricordo come si chiama, Picca Pietra, piazzetta Picca Pietra. Io chiederei alla mia amica, "ma come ti sembra che va avanti Celestini? Perchè è bravo? Perchè è fantastico?" Ci pensavo perchè mi ricordavo di una notizia di qualche mese fa, notizia che parlava di uno spettacolo che Celestini aveva fatto insieme ad altri artisti famosi (o mafiosi?, guarda caso è quasi anagrammatico!)a Roma, in cui diceva che la cultura è morta e cose così, i tagli alla cultura delle leggi del governo Berlusconi. Il fatto è, cari miei, che Celestini è bravo a leccare culo e coglioni ai partiti (Rifondazione e DS, ora PD), ed è per questo che noi lo applaudiamo o diciamo che è "fantastico", e queste non sono parole invidiose o inviperite, ma lucide e responsabili, è un esercizio di lucidità sociale e politica, ma anche psicoemotiva, perchè se uno poi deve far crollare il mito di Celestini, deve far crollare tanti altri miti, e deve rompersi il culo a costruire giorno per giorno la propria autostima, affrontare le proprie frustrazioni di vario tipo (dal lavoroschiavitù di otto ore dentro un ufficio, che di per sè non stigmatizza, ad altre catene invisibili), io ho già scritto in dettaglio di Celestini, di quando mi disse di spedirgli il materiale per un festival che organizzava a Roma ogni anno, poi mi disse che quell'anno il festival non si faceva e poi venni a sapere che il festival, non solo si fece, ma fu dedicato proprio ai cantastorie, cioè a quello che io proponevo, sarebbe stato più semplice e onesto dire "Abbiamo già i nostri artisti, ammanicati, intrallazzati e affermati, tipo Andrea Rivera, appunto presente a quell'edizione di quel festival". Tutto ciò che significa? Tutto e niente, ma la questione è più ampia. Perchè se uno ci fa caso, Celestini, paradossalmente, ma non solo lui ovviamente, per leccare il culo e le palle alle mafie partitiche, ha bisogmo di noi, di noi morti di fame che cantiamo per strada der scelta o per condanna, perchè i partiti, per dargli il finanziamento, oltre che il voto e il dire "Sono comunista" e partecipare ai vari eventi comunisti, gli chiedono di fare la parte del "morto di fame", con dichiarazioni, atteggiamenti, i quali devono dimostrare che i partiti che lo finanziano, non finanziano lui in quanto lui (anche se materialmente finanziano lui e solo lui!), devono poter dire "Noi finanziamo Celestini ma in generale tutti quelli come lui, se lo vogliono e ci leccano il culo e le palle", chiiaro che ufficialmente dicono altre cose, e cioè "Noi difendiamo gli indifesi, e Celestini rappresenta gli indifesi, perchè racconta dei lavoratori precari, una parte, fino a un certo punto, senza uno sguardo obliquo e veramente anticonformista, ma "rasserenante", PACIFICATORE, "State tranquilli, ci pensa Celestini", è questo il messaggio, i soldi vostri e la responsabilità vostra se le becca Celestini, ora, di queste cose potrei dirne anche di Pasquale Scimeca e di altri ancora, riguardano il rapporto tra cultura popolare e cultura ufficiale, ci ho fatto una tesi di laurea sulla letteratura degli emigrati italiani in Belgio, mi ricordo di quello che disse uno una volta durante una manifestazione artistica antifascista a Bologna, chiese dal palco "Che differenza c'è tra un cantautore e un cantastorie?", qualcuno rispose qualcosa tipo "Il cantautore è famoso, il cantastorie no", o "Il cantautore guadagna mille e il cantastorie 100", io risposi "Il cantautore vive sulle spalle del cantastorie", e quello mi disse "Bravo!", "bravu sta minchia!", gli direi, ora, il fatto è che, come dice Rosa Balistrei in una sua canzone scritta da Ignazio Buttitta, che "la sorti nugnè ostia, nugnè grazia di li santi, si cunquista ccu la forza, nni li chiazzi e si va avanti", ora mi pare che nè la forza nè le piazze siano più a nostra disposizione, con buona pace di Celestini e delle trentenni (e dei trentenni) che si accontentano di lui e di quelli come lui, cuntacunti.minkia!

giovedì 11 giugno 2009

stancu e abbintu

stancu e abbintu
sta sira sugnu
e nenti vugliu cantari nnè leggiri nnè scriviri nnè diri
anchi si quarchisosa di leggiri cci l'aiu
juri di maju

venerdì 5 giugno 2009

cuntacunti non è mio

la parola cuntacunti è partita da Giorgio Ruta, il quale alcuni anni fa mi propose e mi tracinò in un progetto tanto velleitario quanto avvincente tra le vallate sconfinate e scugliunate del fiume salso, proprio scugliunate, nel senso di senza coglioni, perchè qualcuno, dnei secoli passati, soprattutto a partire dal 1861, ha tolto i coglioni, cioè la vita, a quelle vallate, uccidendo e cacciando le anime, appunto, e i corpi, di conseguenza, paesaggi che solo la cartolina può mostrare belli, continuando a stuprare il senso di una stoira fatta di violenze su violenze, che basterebbe ascoltare Arrivaru i pirati a Palermu di Rosa BAlistreri per capire e sentire un pò dello strazio, del dolore...Giorgio partotì un progetto di scrittura e racconto di quel mondo, sotto forma romanzata, cinematografica e, adesso mi dice, anche teatrale, sperando di poter leggere il testo di cui ho letto alcuni passaggi, il testo del romanzo (incompiuto), e sperando di poter rivedere Giorgio, vorrei parlare di Papì e tanazzu, due personaggi de testo di Giorgio, che abbiamo provato a far vivere durante le prove per un film, di cui ci sono documenti filmati, a questo punto farei un colloquio con Giorgio da pubblicare qui e gli chiederei di recuperare le scene filmate di quell'abbozzo di film e metterle in questo blog a disposizione di chi volesse vedere...e sentire...a preso, annoi!

mercoledì 3 giugno 2009

STA NOTTE

sta notte
dio mi comanda
di mangiarmi i coglioni a ddio!

mi manchi, mi mancate, mi manco, mancasaru!

Mi manchi!
CERTO CHE MI MANCHI!
Mi manca il non avermi trascritto il tuo numero
la tua mail
mi mancano i tuoi occhi

mi manca anche lei
carne fresca
odorosa
giovane

passata

appassita spero presto
ma ancora in via di appassimento
ancora fresca
nel ricordo
e mi manchi tu
ancora fresca
nuova
giovane
iniziatica
iniziata e già finita
mai iniziata e mai finita
amore infinito
di notte di fuoco
e di membra coscienti
coscienti e aperte
e chiuse nell'onestà

amore! Mi manchi! Come l'aria
come il sole
come l'acqua
come il cielo

amore! Ma chi sei?

La giovane
fresca e odorosa
col sapor di primavera e di inganno

o tu
col sapor di onestà ma lontana
quasi un sogno

amore! amore! amore! amore e morte
vita suicidio

mi manchi come il nulla
tu che sei nulla, come tutto il resto
perchè mi manchi così tanto?
perchè sei più nulla di tutto il resto?
o perchè le carni, i sensi
i seni
le gambe
il corpo
le labbra
gli occhi
la dolcezza...
mancano come l'aria
nulla e tutto
rovescio e dritto
insonnia e perdono
sonno e ritorno
sogno e perdono
vendetta e disdetta
flusso e ripercussione
flusso di sangue mestruale
come il tuo di quando arrivasti e volesti donarti
con tutto il tuo sangue
sangue di donna
di terra
di maledizione
permanente
e perdita e inganno facile e inevitabile